Riforma pensioni 2025, tempi di attesa e criticità nella gestione inps e inpgi
Nel 2024, l’Inps migliora i tempi di liquidazione delle pensioni nel settore pubblico, ma persistono ritardi per gli ex lavoratori dell’Inpgi. Il dibattito politico si concentra sul Mes e le risorse previdenziali.

L'Inps segnala miglioramenti nei tempi di liquidazione delle pensioni nel 2024, soprattutto nel settore pubblico, mentre permangono ritardi per gli ex lavoratori dell'Inpgi, in particolare i giornalisti. Intanto, cresce il dibattito politico sul Mes e sulle risorse destinate a pensioni e investimenti pubblici. - Unita.tv
Le ultime rilevazioni dell’Inps sul 2024 segnalano una riduzione dei tempi di attesa per le domande di pensione, soprattutto nel settore pubblico. Tuttavia restano problemi nell’ambito delle prestazioni degli ex lavoratori dell’Inpgi, con un’attesa più lunga per i giornalisti. L’attualità politica italiana vede intanto la questione Mes con nuove tensioni e il dibattito sulle risorse da destinare a pensioni e investimenti pubblici.
Indicatori sui tempi di liquidazione delle pensioni nel 2024
Secondo la relazione dell’Inps presentata dal Consiglio di indirizzo e vigilanza, nel 2024 l’istituto ha evaso la gran parte delle richieste nel settore privato entro tempi brevi. L’81,7% delle domande pensionistiche è stato chiuso entro un mese e il 71% addirittura entro 15 giorni dalla presentazione. Questi valori segnano un miglioramento rispetto ai dati del 2023, testimoniano una gestione più fluida delle pratiche in ambito privato, non lontana da un livello soddisfacente di rapidità operativa.
Efficienza nel settore pubblico
Nel settore pubblico, i numeri si fanno più alti: il 91,5% delle domande è stato evaso entro 30 giorni e l’86,7% in appena 15 giorni. Ciò riflette una maggiore efficienza nella liquidazione di pensioni per i lavoratori della pubblica amministrazione. Questo vantaggio potrebbe dipendere da procedure amministrative meno complesse o da risorse dedicate più cospicue.
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La relazione, però, mette in luce un tema delicato legato all’ex Inpgi, Istituto di previdenza dei giornalisti. Qui i tempi di liquidazione risultano più lunghi rispetto alla media generale, creando un collo di bottiglia per il riconoscimento e la concessione delle pensioni di categoria. Questa situazione di attesa extra indica difficoltà specifiche di un settore che negli ultimi anni ha vissuto fusioni e ridimensionamenti nel sistema previdenziale.
Criticità nella gestione delle pensioni ex inpgi e implicazioni per i giornalisti
Il caso Inpgi si distingue per ritardi nei pagamenti delle pensioni, un problema che interessa direttamente i giornalisti italiani. Le pensioni di categoria, infatti, subiscono lungaggini che non si ritrovano negli altri comparti gestiti dall’Inps. Questi ritardi compromettono la tempestività con cui gli assegni arrivano ai cittadini, generando disagi economici in un gruppo professionale già sotto pressione per i cambiamenti del mercato del lavoro.
La fusione dell’Inpgi nell’Inps ha trasferito competenze e pratiche, ma non ha sanato le difficoltà nell’erogazione rapida delle prestazioni ai giornalisti. Le motivazioni di questi rallentamenti sono da attribuire a procedure ancora non pienamente integrate e a un patrimonio documentale complesso da gestire. Il risultato è uno slittamento nei tempi che supera la media nazionale, un problema su cui l’istituto ha promesso di intervenire.
Il miglioramento non sarà immediato, comunque, perché richiede modifiche operative e forse un incremento di personale qualificato per lo smaltimento dell’arretrato. Lo Stato e l’Inps manterranno alta la guardia su questo fronte, monitorando in modo mirato gli indicatori riferiti all’ex Inpgi. La situazione conferma la necessità di aggiornare alcuni passaggi burocratici per allineare i tempi di liquidazione alle attese dei beneficiari.
Il dibattito politico sul mes e le risorse per le pensioni
Nel clima politico del 2025, si riaccende la controversia legata al Mes: un meccanismo di sostegno finanziario europeo che il governo italiano non intende ratificare, almeno secondo il leader della Lega, Matteo Salvini. Dopo l’ultimo stimolo da parte dell’Unione europea per spingere Roma a concludere l’accordo, Salvini ha ribadito un netto rifiuto definendo il Mes un “cappio al collo” per l’Italia.
Salvini suggerisce di chiedere invece il rimborso della quota già versata dal nostro paese, che ammonta a circa 15 miliardi di euro. Secondo lui, questa cifra potrebbe essere reinvestita per alleggerire il carico fiscale, finanziare progetti pubblici o incrementare gli importi degli assegni pensionistici. Si colloca così un dibattito acceso sulle priorità e sulla gestione delle risorse pubbliche, con particolare attenzione al capitolo previdenza.
Questa posizione politica arriva mentre il sistema pensionistico affronta sfide interne legate ai ritardi e ai diversi materiali da modernizzare. Non a caso, il pressing europeo sul Mes torna a far discutere proprio in un momento di fermento sulle politiche economiche italiane. L’equilibrio tra scelte di politica finanziaria e il benessere dei pensionati rimane un tema centrale nelle agende delle forze politiche.
Il caso rossella moretti: malattie e riconoscimenti inps
Tra le storie che arrivano dall’Inps c’è quella di Rossella Moretti, ex modella affetta da una neuropatia che, però, non viene riconosciuta dall’istituto come condizione che dà diritto all’invalidità. Questo diniego ha impedito a Moretti di ottenere forme di tutela economica previste per le malattie riconosciute ufficialmente.
La situazione mette in luce la difficoltà che molti cittadini incontrano nell’accesso ai benefici sanitari e previdenziali, soprattutto quando si tratta di diagnosi meno comuni o non immediatamente attestabili. Nonostante la documentazione clinica, l’Inps mantiene criteri rigorosi per la concessione dell’invalidità.
Casi come quello di Moretti sottolineano l’importanza di un dialogo stretto tra medici, pazienti e istituzioni, per evitare che condizioni di salute gravi restino senza supporto. La gestione delle pratiche sanitarie all’interno dell’Inps resta un tema delicato, che richiede attenzione e aggiornamenti normativi. Le storie individuali servono a tenere alta l’attenzione su questi problemi, spesso nascosti dietro dati statistici e numeri ufficiali.