L’evoluzione del sistema pensionistico italiano mette al centro il ruolo crescente della previdenza complementare. Le simulazioni realizzate dalla Ragioneria generale dello Stato mostrano come destinare una parte del Tfr alla pensione integrativa possa migliorare sensibilmente il reddito da pensione, soprattutto per i lavoratori privati e autonomi. Le iniziative di sensibilizzazione verso forme di risparmio previdenziale, inoltre, si intensificano in vista delle modifiche attese sia a livello nazionale che europeo.
Simulazioni rgs sulla pensione integrativa: i numeri per dipendenti privati e lavoratori autonomi
Secondo le analisi della rgs, i dipendenti del settore privato che destinano almeno il 50% del proprio Tfr a un fondo pensione complementare possono ottenere una quota pensionistica totale pari al 76,5% dell’ultima retribuzione percepita. Questo valore supera di quasi 10 punti percentuali la pensione calcolata solo con il sistema pubblico, che si attesta attorno al 66,3%. Il beneficio, emerge dalla simulazione, riguarda esclusivamente i lavoratori che hanno maturato il diritto dopo il 2018, anno in cui alcune modifiche normative hanno facilitato l’adesione alla previdenza aggiuntiva.
Vantaggi per i lavoratori autonomi
Il vantaggio riguarderebbe in modo più significativo i lavoratori autonomi. Questi ultimi potrebbero infatti aggiungere un 8,5% circa di pensione alla quota erogata dallo Stato, che si aggira sul 67,7% della retribuzione. I dati sottolineano come la pensione pubblica da sola non riesca a mantenere standards di reddito simili a quelli del periodo lavorativo e come il fondo complementare possa colmare quell’ammanco. L’invito è dunque a una maggiore consapevolezza tra i lavoratori circa l’opportunità di integrare la propria pensione pubblica con quella complementare, usando strumenti come i fondi pensione o i piani individuali.
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L’iniziativa previverso: attenzione alla previdenza per i giovani
La consapevolezza intorno alla previdenza complementare rappresenta una sfida soprattutto tra i giovani, a cui si rivolge il progetto Previverso, creato dall’alleanza tra Talents in Motion e Arca Fondi. L’obiettivo è spiegare ai lavoratori più giovani l’effetto dell’accumulo contributivo previsto dal nuovo regime contributivo, che si applica pienamente con l’avanzare degli anni di attività lavorativa.
Il sistema contributivo ha modificato sensibilmente il calcolo delle pensioni, riducendone in molti casi l’importo rispetto a quello legato all’ultima retribuzione percepita. Questo effetto si fa sentire proprio tra i lavoratori sotto i 40-45 anni, che sotto questo profilo hanno maggiori chances di vedere diminuita la pensione pubblica. È per questo che, partendo dai giovani, si punta a diffondere informazioni chiare sulle opportunità offerte dalle forme pensionistiche aggiuntive, così da costruire nel tempo una copertura più adeguata per il dopo lavoro.
L’attenzione dell’unione europea ai piani pensionistici pan europei
Anche sul fronte europeo si registrano novità importanti. L’Unione europea sta lavorando a una revisione dei Piani pensionistici pan europei . Questi strumenti sono stati creati per offrire ai lavoratori mobili la possibilità di mantenere un unico piano pensionistico anche spostandosi tra diversi Paesi. Nonostante l’intento, si è registrata finora una penetrazione limitata: solo una dozzina di Pepp sono stati attivati in tutto il territorio comunitario.
Obiettivi della revisione pepp
Il tentativo di rivedere questi piani vuole facilitare l’adesione e rendere più attrattiva questa soluzione, soprattutto per chi vive e lavora all’estero o si muove all’interno dell’Unione europea. L’obiettivo è rafforzare la portabilità , semplificare la gestione e incentivare forme di risparmio previdenziale che tengano conto della mobilità europea, elemento ormai centrale nel mercato del lavoro contemporaneo.
Lo stato del confronto governo-sindacati e le prospettive della riforma pensioni
Al 2025, il dialogo tra esecutivo e organizzazioni sindacali sulla riforma pensioni appare ancora in fase di stallo. Non si sono registrati progressi significativi sul fronte del confronto, nonostante i termini di scadenza per modifiche normative del sistema si avvicinino. Le questioni ancora aperte riguardano soprattutto l’età pensionabile e le modalità di calcolo, oltre alle misure volte a rafforzare la previdenza complementare.
Il dibattito segna un momento delicato per migliaia di lavoratori che attendono certezze sul futuro pensionistico. I passaggi successivi potrebbero vedere interventi normativi mirati a stimolare le adesioni ai fondi integrativi e a proteggere i redditi di chi sta costruendo la pensione sotto il regime contributivo. Un elemento chiave sarà anche l’evoluzione delle politiche europee, già orientate ad accompagnare la mobilità del lavoro e la sostenibilità del sistema pensionistico nel lungo termine.