revisione annuale per auto oltre i dieci anni, la proposta della Ue che fa discutere i proprietari italiani
La proposta della Commissione europea di revisione annuale per veicoli oltre dieci anni suscita preoccupazioni in Italia, dove il parco auto è tra i più vecchi d’Europa e i costi aumentano.

La Commissione europea propone di rendere obbligatoria la revisione annuale per i veicoli con più di dieci anni, suscitando critiche soprattutto in Italia per i maggiori costi e l’impatto sul parco auto datato, nel contesto di una più ampia strategia verso la mobilità sostenibile. - Unita.tv
La proposta della Commissione europea di rendere obbligatoria la revisione annuale per i veicoli con più di dieci anni riaccende il dibattito sul futuro dell’automotive in Europa. Il provvedimento, parte della modifica alla direttiva 2014/47, mira a ridurre da due anni a uno l’intervallo tra i controlli tecnici per le auto più datate, suscitando reazioni contrastanti, in particolare in Italia, dove il parco auto è tra i più anziani del continente.
Cosa prevede la proposta della commissione europea per la revisione delle auto datate
La modifica della direttiva europea 2014/47 introduce un cambiamento significativo nei tempi di revisione per i veicoli che superano il decennio di vita. Fino a oggi, questi mezzi dovevano sottoporsi alla revisione tecnica ogni due anni, ma la proposta ora punta a ridurre questo intervallo a un anno. La nuova norma riguarderebbe sia automobili private che furgoni, imponendo ai proprietari un controllo più frequente.
La ragione ufficiale della Commissione è legata alla sicurezza stradale e alla tutela ambientale, ma mancano dati concreti che giustifichino un controllo più frequente proprio per queste autovetture ormai “anziane”. Spesso, infatti, le auto con oltre dieci anni d’età in buono stato passano senza problemi la revisione biennale, senza mostrarsi più pericolose o inquinanti rispetto a veicoli più recenti.
Costi e oneri per i proprietari
L’obbligo di revisione annuale comporterebbe un maggior onere economico per i possessori di questi veicoli, un aspetto non irrilevante in certe realtà come quella italiana, dove molti automobilisti non dispongono di risorse sufficienti per un ricambio rapido del parco auto.
Le reazioni italiane e le preoccupazioni sul parco auto vetusto
In Italia la proposta è stata accolta con scetticismo da più parti. L’europarlamentare Isabella Tovaglieri, della Lega, ha sottolineato come la misura colpisca soprattutto i proprietari italiani, la cui flotta di veicoli è tra le più vecchie d’Europa. Molti automobilisti non possono permettersi di cambiare auto velocemente, tantomeno di acquistare una vettura elettrica, spesso più costosa.
Alcune vetture di più di dieci anni sono tenute in buone condizioni e sono affidabili, soprattutto quando sono sottoposte a manutenzione regolare. La forzatura di revisioni più frequenti potrebbe spingere molti automobilisti a rinunciare al veicolo o ad affrontare costi aggiuntivi non sempre giustificati da esigenze tecniche reali.
Impatto sulle auto storiche
La questione riguarda anche gli appassionati di auto storiche, categoria che percorre spesso pochi chilometri all’anno e che già gode di regole specifiche per la revisione. La proposta di estendere l’obbligo di revisione annuale finirebbe per penalizzare questa categoria, imponendo costi non sostenibili per molti proprietari.
Il futuro del settore automotive in ue e le politiche sull’auto green
Il discorso sull’adeguamento delle normative per il settore automobilistico europeo è molto più ampio e coinvolge temi come l’abbandono dei motori endotermici entro il 2035 in favore dei veicoli elettrici. La revisione della direttiva 2014/47 è solo uno dei tasselli di un quadro più complesso che vede la Commissione europea cercare di bilanciare obiettivi ambientali e interessi industriali.
La revisione del pacchetto normativo è stata anticipata al 2025, ma i dettagli e le modalità di attuazione restano incerti. La Commissione evita per ora di affrontare apertamente questo tema, probabilmente per non far emergere le divisioni politiche tra i diversi Stati membri.
Pressioni e sanzioni per le case automobilistiche
La pressione sulle case automobilistiche aumenta, anche con sanzioni dilazionate nel tempo per chi non rispetta le quote di vendita di veicoli elettrici. Questo crea tensioni nel settore e timori per la competitività delle imprese europee.
I punti chiave dell’opposizione e le nuove sfide per i consumatori
Molte critiche sono state rivolte all’ipotesi di spingere i cittadini a disfarsi delle auto vecchie senza proporre alternative per la mobilità. Le richieste più ricorrenti riguardano l’investimento più deciso sui trasporti pubblici e il sostegno all’auto elettrica senza penalizzare indiscriminatamente i veicoli tradizionali.
Il dibattito include anche la richiesta di ridiscutere le sanzioni sulle case automobilistiche, per evitare di mettere in difficoltà un settore già segnato da crisi e incertezze. Le associazioni di automobilisti sostengono la necessità di misure più equilibrate, che considerino le condizioni economiche dei cittadini.
Difficoltà politiche e decisioni rinviate
La spaccatura politica all’interno della Commissione rende complicati i passaggi decisionali, soprattutto su temi così sensibili per imprese e consumatori. Alcune iniziative, come la risoluzione sul tavolo automotive, sono state ritirate per mancanza di accordo.
La strada per un sistema di controlli tecnici più sostenibile e meno oneroso resta quindi tutta da definire in un contesto che guarda sempre più all’adeguamento ambientale, senza però dimenticare le esigenze reali delle persone e della mobilità quotidiana.