Reform uk in testa nei sondaggi britannici a maggio 2025 con laburisti e conservatori in calo netto
Il partito Reform UK, guidato da Nigel Farage, supera i laburisti e i conservatori nelle preferenze elettorali, mentre il governo di Starmer affronta sfide legate all’immigrazione e alla spaccatura dell’elettorato.

I sondaggi di maggio 2025 mostrano l’ascesa di Reform UK, guidato da Nigel Farage, che supera laburisti e conservatori nel Regno Unito, evidenziando una profonda polarizzazione politica incentrata su immigrazione e identità nazionale. - Unita.tv
I dati raccolti nei giorni 18 e 19 maggio 2025 dalla società YouGov mostrano un quadro politico nel Regno Unito in forte mutamento. Il partito Reform UK guidato da Nigel Farage ha raggiunto il 29% di preferenze, superando la lunga storica leadership del Partito laburista, fermo al 22%, e relegando il Partito conservatore a un minimo storico del 16%. In questo scenario, i Liberal Democratici sfiorano il 17% e i Verdi il 10%, entrambi consolidando consensi soprattutto nelle aree urbane e tra gli elettori progressisti. L’ascesa di Reform, ora primo partito a livello nazionale, ha redistribuito gli equilibri politici e spostato il dibattito pubblico su temi molto identitari, con impatti già visibili nelle prossime elezioni.
L’ascesa di reform uk e il crollo dei conservatori
Il risultato più clamoroso è il risultato di Reform UK, partito che fonda la propria popolarità su un discorso duro sull’immigrazione e una forte critica alle élite di Londra. Nigel Farage ha portato la sua formazione a un record di consenso che non si vedeva dal XIX secolo, superando laburisti e conservatori. I Tory, con solo il 16%, registrano il livello più basso dal 1832 dopo la riforma elettorale. Questa caduta libera è attribuibile alla mancanza di una leadership convincente e alle divisioni interne che indeboliscono il partito nella sua base storica. Nel frattempo, Reform continua a guadagnare terreno nelle zone deindustrializzate del nord e nelle aree rurali, dove il malcontento verso le politiche di Londra è più forte. Il voto dei giovani urbani si dirige invece verso i Liberal Democratici e i Verdi, che hanno migliorato la propria posizione rispetto alle scorse rilevazioni.
Il governo starmer e il punto sulla migrazione
Sul fronte governativo, il primo ministro Starmer può rivendicare la riduzione drastica della migrazione netta, passata a 431.000 persone nel 2024, circa la metà rispetto all’anno precedente. Questa diminuzione è legata a un inasprimento delle norme sui visti e agli effetti della crisi economica post-Brexit. Tuttavia, questa vittoria appare più tecnica che politica. Il governo è incapace di raggiungere la parte più ampia dell’elettorato operaio che vede l’immigrazione non solo come questione economica ma anche identitaria. Farage ha trasformato il controllo dei confini nel cuore del proprio messaggio, accusando il governo di essere gestito da burocrati distanti dalle esigenze della gente comune. Di fatto, il governo appare distante dalla realtà che vivono i cittadini, soprattutto nelle aree con alto livello di disoccupazione o declino industriale.
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I seggi in bilico e le tensioni in scozia
Secondo un’analisi di Sky News, circa 72 seggi tradizionalmente sicuri per i laburisti sono a rischio conquiste da parte di Reform UK. Tra questi c’è Wycombe, dove la ministra del tesoro Emma Reynolds potrebbe perdere con un distacco significativo. Anche collegi come Lincoln e alcune grandi aree urbane come Greater Manchester e Birmingham sono in bilico, con figure di spicco come Angela Rayner e Jess Phillips messe sotto pressione dalla crescita populista. Nel frattempo, in Scozia, Reform UK finisce al centro di una polemica per un video social contro Anas Sarwar, leader laburista scozzese. Il video, accusato di razzismo, mostra la difficoltà del partito nel gestire con equilibrio tematiche etniche in un paese multiculturale. L’episodio mette a nudo le contraddizioni interne a Reform, che mescola un discorso anti-immigrazione con rischi concreti di tensioni sociali.
La crisi dei laburisti e la spaccatura dell’elettorato
I sondaggi rivelano anche difficoltà profonde per il laburismo di Starmer. Solo il 6% degli elettori laburisti del 2024 mostrerebbe propensione a passare a Reform UK, ma il 22% si dichiara indeciso o potrebbe astenersi. Gli elettori sembrano stanchi del nuovo corso laburista, che ha fatto una svolta più dura sull’immigrazione e ha ridimensionato le politiche verdi. Alcuni deputati della sinistra laburista accusano Starmer di aver perso la sua identità sociale e di imitare senza forza i toni populisti di Farage. Nelle intenzioni di voto si evidenzia una spaccatura netta: Reform attira soprattutto ex elettori conservatori e già sostenitori di UKIP, consolidando un nucleo euroscettico e anti-sistema. Nel frattempo, i Liberal Democratici e i Verdi capitalizzano sul disagio di giovani e professionisti, puntando su welfare e politiche abitative.
La sfida politica in un regno unito diviso e polarizzato
Il paese appare diviso tra diverse anime: Reform domina nelle aree rurali e del nord, laburisti e Liberal Democratici competono nelle città, mentre i conservatori sembrano relegati a un ruolo di minoranza senza una strategia chiara. La questione dell’identità nazionale e della gestione dell’immigrazione è al centro del dibattito e condiziona la scelta degli elettori. Starmer si trova davanti a un bivio: continuare a inseguire Reform rischia di cancellare la base popolare del partito, ma non rispondere ai timori identitari significa rinunciare a una fetta importante dell’elettorato. La politica britannica vive quindi una fase di grandi incognite, con una popolazione dove il 41% ritiene che nessuno tra i partiti attuali rappresenti i propri interessi.