Home Referendum abrogativi 2025: perché il voto slitta a giugno e non si tiene insieme alle amministrative di maggio

Referendum abrogativi 2025: perché il voto slitta a giugno e non si tiene insieme alle amministrative di maggio

Nel maggio 2025, gli italiani voteranno per sindaci e consigli comunali in 117 comuni, seguiti da cinque referendum abrogativi su lavoro e cittadinanza l’8 e 9 giugno.

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A maggio 2025 si terranno le elezioni comunali in 117 comuni italiani, seguite a giugno da cinque referendum abrogativi su lavoro e cittadinanza, con particolare attenzione a partecipazione e organizzazione del voto. - Unita.tv

A maggio 2025 gli italiani si presenteranno alle urne per rinnovare sindaci e consigli comunali in 117 comuni delle regioni a statuto ordinario. Due settimane dopo, l’8 e 9 giugno, il voto tornerà per cinque referendum abrogativi su temi cruciali come lavoro e cittadinanza. Questa separazione tra elezioni amministrative e referendum genera attenzione sull’affluenza e sulla gestione logistica delle consultazioni. Scopriamo come si svolgeranno le votazioni e quali sono i motivi dietro questo calendario elettorale.

Quando si vota per le elezioni comunali e per i referendum

Il 25 e 26 maggio 2025 si svolgeranno le elezioni per i sindaci e i consigli comunali in oltre cento comuni delle regioni a statuto ordinario. La tornata interesserà anche diversi comuni delle regioni a statuto speciale, seppure in date diverse. È importante seguire con attenzione il calendario, soprattutto in città come Roma, Milano, Napoli o Firenze, dove il sindaco può essere eletto già al primo turno. In alcune di queste realtà, infatti, il voto del primo turno potrebbe chiudere la partita amministrativa ed evitare ballottaggi, portando i cittadini a tornare alle urne solo per i referendum di giugno, senza la spinta elettorale delle amministrative.

Motivazioni tecniche e finanziarie della separazione del voto

La scelta di non raggruppare subito le elezioni amministrative con i referendum abrogativi ha anche motivazioni di natura tecnica e finanziaria. Concentrando i referendum nei giorni dei ballottaggi si cerca di ridurre i costi e di ottimizzare il lavoro del personale nei seggi, limitando così il numero dei turni di voto. Questo approccio risponde a necessità di bilancio del ministero dell’Interno e cerca di limitare la frammentazione delle consultazioni. Ma lascia aperto il dubbio sull’effetto dell’assenza delle amministrative sul tasso di partecipazione ai referendum, soprattutto nelle città dove non ci sarà un secondo turno per scegliere il sindaco.

Regole del voto per i referendum abrogativi e partecipazione dall’estero

Il voto per i referendum abrogativi del 2025 richiede una partecipazione significativa per essere valido. Secondo l’articolo 75 della Costituzione, almeno la metà più uno degli aventi diritto deve recarsi alle urne, un quorum che negli ultimi vent’anni non sempre è stato raggiunto nei referendum simili. La coincidenza con altri appuntamenti elettorali solitamente aiuta a garantire una maggior affluenza, ma in questo caso il voto sui referendum si svolgerà durante i ballottaggi delle amministrative, non al primo turno.

Anche i cittadini italiani residenti all’estero potranno partecipare al voto referendario. Entro fine maggio riceveranno i plichi elettorali per esprimere la propria scelta, seguendo le scadenze previste dal governo. Le modalità di voto sono chiare: si tratta di un voto postale, che prevede il ritorno della scheda e del certificato elettorale entro termini precisi. L’organizzazione in questo senso resta complessa e richiede un’attenzione particolare da parte degli elettori che si trovano fuori dal territorio nazionale.

Per garantire il diritto al voto, sono richiesti documenti identificativi validi e la tessera elettorale. Inoltre, il ministero dell’Interno ha reso disponibili i facsimili delle schede per facilitare la conoscenza dei quesiti referendari, evitando così sorprese o fraintendimenti al momento del voto.

Cinque quesiti referendari e modalità di voto

I referendum abrogativi del 2025 interessano cinque temi legati al diritto del lavoro, alla sicurezza nei contratti di appalto e alla cittadinanza italiana. Sono stati assegnati cinque colori diversi alle schede per aiutare gli elettori a distinguere i quesiti: verde, arancione, grigio, rosa e giallo.

Il primo quesito, su scheda verde, chiede l’abrogazione del decreto legislativo 23/2015 che ha introdotto il contratto a tutele crescenti e modificato le regole sui licenziamenti nei contratti a tempo indeterminato. La proposta è cancellare l’intero decreto, ristabilendo norme precedenti.

La scheda arancione riguarda i limiti nell’indennità di licenziamento per le piccole imprese. Si propone di eliminare i valori minimi e massimi per lasciare ai giudici la possibilità di decidere caso per caso a seconda delle specifiche situazioni.

Con la scheda grigia, il referendum punta a eliminare le deroghe che permettono la proroga del contratto a termine oltre 12 mesi, anche quando non ci sono ragioni tecniche o organizzative che lo giustifichino. Si tornerebbe quindi a una disciplina più stringente sui contratti a termine.

Il quarto quesito, rosa, chiede il ritorno alla responsabilità solidale del committente in caso di infortuni sul lavoro nelle aziende subappaltatrici. Attualmente tale responsabilità è limitata in alcune condizioni, soprattutto quando i rischi sono specifici dell’attività svolta.

Infine, la scheda gialla riguarda la legge sulla cittadinanza italiana. Si propone di ridurre da 10 a 5 anni il periodo minimo di residenza legale richiesto a cittadini extracomunitari per poter chiedere di diventare italiani.

Ogni scheda contiene il testo completo del quesito e due opzioni: “Sì” o “No”. Gli elettori devono esprimere la loro preferenza tracciando una croce. Il ministero dell’Interno ha pubblicato esempi ufficiali delle schede sul proprio sito, per aiutare gli elettori a prepararsi prima del voto, anche per evitare errori procedurali ai seggi. I seggi saranno aperti dalle 7 alle 23 la domenica e dalle 7 alle 15 il lunedì di voto.

Le tensioni intorno a queste consultazioni ruotano attorno alla partecipazione e alla capacità di mobilitare un numero sufficiente di elettori, soprattutto se in alcune aree questa sarà l’unica chiamata alle urne del periodo primaverile. La combinazione di scadenze e temi rende questa sfida destinata a segnare il quadro elettorale nazionale del 2025.