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Raffaella brogi e la sentenza storica sulla possibilità di adozione internazionale per i single

La corte costituzionale italiana abolisce l’articolo 29-bis della legge 184/1983, aprendo le adozioni internazionali ai single e riconoscendo i diritti delle famiglie monoparentali.

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La sentenza della Corte Costituzionale, frutto della battaglia legale di Raffaella Brogi, ha abolito in Italia il divieto per i single di adottare bambini stranieri, riconoscendo il diritto all’adozione internazionale basato sulla capacità genitoriale e non sullo stato civile. - Unita.tv

La battaglia legale di raffaella brogi, giudice della corte di cassazione, ha segnato una svolta sul diritto all’adozione internazionale per le persone single in italia. Dopo anni di sconfitte e ostacoli burocratici, la corte costituzionale ha abolito l’articolo 29-bis della legge 184/1983, aprendo la strada ai single che vogliono accogliere un bambino dall’estero. Questo caso ha riportato al centro del dibattito i diritti delle famiglie monoparentali e la necessità di aggiornare norme ormai superate rispetto alle trasformazioni sociali.

La sentenza della corte costituzionale: abrogazione di una norma discriminatoria

La proclamata incostituzionalità dell’articolo 29-bis della legge 184/1983 ha trasformato radicalmente il diritto alle adozioni internazionali. Prima di questa sentenza, solo le coppie sposate potevano adottare bambini residenti all’estero, mentre migliaia di single con tutta la volontà di accogliere un minore venivano automaticamente esclusi. I dati del ministero della giustizia mostrano che più di 3000 persone single avevano chiesto l’adozione internazionale negli ultimi cinque anni, senza poterla realizzare.

La corte ha affermato con chiarezza che la genitorialità non dipende dallo stato civile. Questo principio, ormai incardinato nella giurisprudenza, mette fine a una discriminazione che non teneva conto delle realtà familiari attuali. L’iter professionale di brogi, unito alla paziente volontà di far valere i suoi diritti, ha portato a un cambiamento legislativo che riflette più fedelmente la società contemporanea.

La lunga battaglia di raffaella brogi per l’adozione internazionale dei single

Raffaella Brogi, 53 anni, non ha mai mollato la sua richiesta di adottare un minore straniero nonostante il primo no formale della corte costituzionale nel 2021. Grazie alla sua esperienza come giudice specialista in diritto fallimentare e delegata a procedure concorsuali, ha dimostrato di avere tutti i requisiti necessari: nessuna condanna penale, idoneità psico-sociale certificata e consapevolezza piena del progetto adottivo. Sostenuta dal tribunale per i minorenni di firenze, ha insistito su un principio chiaro: lo stato civile non può impedire a chi è in grado di prendersi cura di un bambino di diventare genitore.

In un’intervista rilasciata in passato aveva chiarito che la sua vittoria sarebbe stata tale solo quando quell’adozione sarebbe diventata realtà, quando avrebbe potuto portare a casa un figlio o una figlia. Quella determinazione non si è mai spenta, nemmeno dopo il primo decreto contrario, ed è stata premiata dalla corte costituzionale con una sentenza depositata il 21 marzo 2025, che ha ribaltato l’impianto normativo italiano fino ad allora in vigore.

Impatti della sentenza e nuove sfide sul fronte delle adozioni

La sentenza costituisce un passo avanti importante nel riconoscimento delle famiglie monoparentali e delle loro capacità genitoriali. Ha rimosso un ostacolo legislativo considerato ormai obsoleto. L’avvocato romano vaccarella, legale di brogi, ha definito la decisione un progresso civile, sottolineando come essa apra la porta a un diritto all’amore finora negato a chi non è sposato ma vuole accogliere un figlio.

Il precedente di brogi non è isolato. Nel 2019 il tribunale di firenze aveva già sollevato la questione senza, però, riuscire a ottenere l’accoglimento della consulta. Oggi, invece, il contesto si è evoluto e questa sentenza può incidere anche sulle adozioni nazionali, note per regole più rigide.

Restano però problemi da risolvere sul piano internazionale. Molti paesi di origine dei minori, soprattutto in africa e asia, chiedono certificati di idoneità che per ora riconoscono solo coppie sposate. Questo comporta trattative complicate per il governo italiano, impegnato a modificare questi accordi per garantire l’accesso alle adozioni da parte dei single.

La prospettiva delle associazioni e i prossimi passi legali

Le associazioni che difendono i diritti delle famiglie arcobaleno e dei genitori single hanno accolto positivamente la sentenza, definendola un miglioramento verso una società più inclusiva. Tuttavia, ricordano che il cammino è ancora lungo e si devono affrontare molte sfide culturali e burocratiche.

L’avvocato vaccarella ha fatto sapere che questa vittoria non chiuderà la questione, ma sarà solo il punto di partenza per altre azioni legali. Punta a estendere le aperture anche alle adozioni nazionali, ampliando ulteriormente i confini dei diritti civili nel nostro paese.

L’italia, grazie a questo caso, cambia passo e rinnova le sue leggi in funzione delle esigenze attuali delle famiglie. La capacità di accogliere un bambino non sarà più legata a un vincolo matrimoniale ma basata sulle reale possibilità di offrire amore e protezione.