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Radja nainggolan si racconta a le iene tra infanzia difficile, carriera e accuse di traffico di droga

Radja Nainggolan racconta la sua vita tra difficoltà e successi, dall’infanzia ad Anversa alla carriera in Serie A, fino all’arresto per traffico di droga e le accuse respinte.

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Radja Nainggolan si racconta dopo mesi di silenzio, ripercorrendo la sua difficile infanzia ad Anversa, la carriera in Serie A e le recenti accuse di traffico di droga, che nega fermamente, evidenziando anche i problemi legati al gioco d’azzardo. - Unita.tv

Radja Nainggolan torna a parlare davanti alle telecamere dopo mesi di silenzio. Nel servizio di Stefano Corti e Riccardo Messa, in onda il 27 maggio 2025 su Italia 1 durante la nuova puntata de Le Iene, il centrocampista belga ripercorre le tappe più importanti della sua vita. Dall’adolescenza trascorsa a Anversa, segnata da momenti difficili e scelte pericolose, fino alla carriera che lo ha portato a giocare in Serie A con Cagliari, Roma e Inter. Nelle rivelazioni anche il racconto sulla recente vicenda giudiziaria, con l’arresto a gennaio per un presunto coinvolgimento in un traffico internazionale di droga, di cui Nainggolan respinge le accuse.

La crescita tra le strade di anversa e la fuga dal degrado

Radja Nainggolan cresce nel quartiere Linkeroever di Anversa, un ambiente difficile dove la strada impone regole dure. Il calciatore ha raccontato come da ragazzo abbia fatto “tante caate”, comprese risse e furti. Questi episodi riflettono la realtà di un giovane senza molte alternative, che cercava semplicemente di trovare un modo per sbarcare il lunario. L’abbandono di quel contesto arriva presto, a soli 16 anni, grazie al calcio. Nainggolan ha ammesso che senza questa “via d’uscita” non sarebbe riuscito a cambiare la sua vita. Le strade percorse in quegli anni hanno segnato il suo carattere e lo hanno accompagnato anche oltre il campo da gioco.

Un’infanzia difficile e gli eccessi nello spogliatoio

L’infanzia complicata, con la mancanza di punti di riferimento e la necessità di adattarsi a realtà ostili, ha reso il Ninja un personaggio complesso. Gli eccessi non sono mai mancati, nemmeno all’interno degli spogliatoi dei club di Serie A. Nainggolan ha ammesso di essere stato spesso un “traino” per compagni come Totti, Pjanic e Manolas, trascinandoli nelle notti di divertimento fuori dal campo. Una settimana tipo descritta da lui stesso comprendeva serate a ballare, maratone di playstation e notti passate in condizioni difficili prima delle partite. Questi aspetti hanno influenzato anche le sue prestazioni, creando un legame diretto tra il suo stile di vita e la qualità del gioco mostrata sul campo.

Una carriera tra maglie importanti e prestazioni sotto i riflettori

Radja Nainggolan ha vissuto anni di calcio ad alto livello, segnati da prestazioni importanti con alcune delle squadre più seguite in Italia. Dalla sua formazione calcistica nei primi anni, fino all’esplosione in Serie A, il centrocampista ha indossato le maglie di Cagliari, Roma e Inter. Le sue qualità tecniche e il temperamento lo hanno reso uno dei giocatori più riconosciuti nel ruolo di centrocampista in quel periodo.

Una vita da protagonista tra gioco e critiche

Giocare in club come Roma e Inter ha portato Nainggolan ad abitare sotto i riflettori della stampa e di milioni di tifosi. Lo stile di gioco ruvido, la capacità di recuperare palloni e inserirsi in attacco l’hanno fatto apprezzare soprattutto per la grinta e la determinazione. Non sono mancate le critiche, soprattutto legate al suo modo di vivere fuori dal campo, fatto di notti lunghe e scelte controcorrente. Eppure, il centrocampista ha sempre sostenuto che la felicità derivata dallo stile di vita adottato aiutava le sue prestazioni. “La mia felicità è la vita che ho sempre fatto e più sono felice più le mie prestazioni in campo sono buone”, ha dichiarato.

La carriera di Nainggolan non è sembrata seguire i consueti schemi. Tra alti e bassi, ha preso parte anche a grandi competizioni come la Champions League, mantenendo sempre un ruolo da protagonista nei club. La sua esperienza ha confermato come dietro a un talento classico ci fosse una personalità fuori dagli schemi, pronta a vivere intensamente ogni momento, dentro e fuori dal campo.

L’arresto per traffico internazionale e il rapporto con le accuse

Nel gennaio 2025, la vita di Radja Nainggolan ha subito un brusco stop con l’arresto legato a una presunta attività di traffico internazionale di cocaina dal Sud America. Le autorità hanno indicato un coinvolgimento diretto del centrocampista con una rete di narcotraffico, fondata anche sul suo rapporto con Nasr-Eddine Sekkaki, fratello di un noto narcotrafficante belga. Il giocatore ha rigettato con forza ogni accusa, spiegando di avere un rapporto personale ma non criminale con Sekkaki.

Chiarimento sulle accuse e il gioco d’azzardo

Nainggolan ha chiarito che i messaggi scambiati con Sekkaki, interpretati dalla polizia come codici per il traffico di droga, riguardavano in realtà prestiti di denaro tra amici. “La droga non c’entra e neanche i debiti di gioco”, ha detto chiarendo la sua posizione. Il calciatore si è presentato come contrario alla droga, sotto ogni forma, sottolineando come la sua immagine fosse stata distorta nella ricostruzione mediatica e giudiziaria. Queste accuse hanno segnato la sua carriera e la sua vita privata, conducendolo a una battaglia per dimostrare la propria innocenza.

L’inchiesta ha anche riportato all’attenzione pubblica gli eccessi connessi al gioco d’azzardo, con Nainggolan che ha ammesso di essere stato attratto dall’adrenalina delle scommesse, portandolo a perdere cifre importanti in casinò e a usare siti illegali per puntare. Il rapporto con il gioco è stato indicato come uno dei problemi più rilevanti del centrocampista, più che una reale partecipazione nelle reti di narcotraffico. Il caso resta aperto e continua a interessare la cronaca sportiva e giudiziaria del momento.