Quanto guadagnano i cardinali: il taglio degli stipendi nella curia romana e le differenze con le diocesi

Nel 2025, il Vaticano affronta una crisi finanziaria con tagli agli stipendi dei cardinali della Curia romana, mentre Papa Francesco promuove sobrietà e riforme per contenere le spese.
Nel 2025 il Vaticano affronta una profonda crisi finanziaria, con tagli agli stipendi dei cardinali della Curia voluti da papa Francesco, che promuove sobrietà e riforme per contenere le spese e migliorare la trasparenza economica. - Unita.tv

Nel 2025 il tema della trasparenza sui compensi all’interno del Vaticano ha attirato nuovamente l’attenzione pubblica. In particolare, si è discusso molto riguardo alle mensilità percepite dai cardinali che lavorano nella Curia romana. Negli ultimi anni, le restrizioni economiche imposte dalla Santa Sede hanno portato a una riduzione degli stipendi, in un contesto segnato da un forte disavanzo di bilancio. Questo articolo ricostruisce le cifre attuali e il confronto con le indennità passate, mostrando anche le differenze rispetto ai cardinali diocesani, il cui stipendio dipende dalle risorse delle rispettive diocesi.

Il ruolo di papa francesco nella gestione economica e la sobrietà personale

Papa Francesco ha mantenuto un profilo distante da stipendi elevati o privilegi economici. Fonti interne al Vaticano confermano che il suo compenso mensile si aggira intorno a 2500 euro, somma destinata spesso a opere di beneficenza. Il pontefice ha scelto di abitare in residenze semplici, come Casa Santa Marta, rinunciando agli appartamenti papali più sontuosi che venivano concessi ai suoi predecessori.

Questa scelta personale si riflette anche nelle indicazioni rivolte ai membri della Curia e della gerarchia ecclesiastica. L’invito a un atteggiamento di sobrietà non si limita al messaggio, ma si traduce in atti concreti. Il taglio degli stipendi è un segnale chiaro e visibile in tal senso.

La gestione economica di Francesco ha dunque evidenziato una nuova sensibilità verso il contenimento delle spese, in un momento in cui la Santa Sede affronta seri problemi finanziari. Non a caso, il Papa ha promosso riforme anche sul piano amministrativo e contabile, per evitare sprechi e aumentare il rigore nella gestione degli introiti e delle uscite.

I tagli agli stipendi dei cardinali nella curia romana

I cardinali della Curia romana, la struttura amministrativa centrale del Vaticano, guadagnano oggi cifre inferiori rispetto a pochi anni fa. L’ammontare mensile è sceso a circa 5000 euro, un taglio rispetto ai 5500 euro percepiti in passato. Si tratta di una riduzione voluta da papa Francesco nel quadro di una revisione più ampia delle spese vaticane, segnata dalla necessità di contenere una crisi finanziaria profonda.

Nel novembre 2024 il pontefice ha inviato una lettera formale ai cardinali della Curia, annunciando la sospensione di alcune indennità accessorie. Tra queste, la cosiddetta “gratifica per la segreteria” e “l’indennità di ufficio” rappresentavano una voce significativa nel salario complessivo. Con questa decisione si è voluta segnare una linea di sobrietà e di esempio, coerente con un momento delicato per i conti vaticani.

Le riduzioni non hanno riguardato solo lo stipendio netto, ma anche i benefit. Già in passato ai cardinali venivano concessi alloggio e auto di servizio, soprattutto per chi aveva ruoli nei decasteri. Anche queste agevolazioni sono state riviste alla luce delle difficoltà economiche.

La crisi finanziaria della santa sede nei numeri

La crisi finanziaria della Santa Sede si manifesta nei numeri: il disavanzo nel bilancio del 2024 ha superato gli 83 milioni di euro, una cifra che pesa molto sulle casse vaticane. La situazione si era aggravata per via dei 50 milioni di perdite accumulate l’anno prima. Per questo il taglio degli stipendi è diventato parte di un più ampio piano di risparmio e razionalizzazione.

Le differenze tra stipendi dei cardinali della curia e quelli diocesani

Il discorso cambia per i cardinali che guidano una diocesi, il cui compenso non è deciso centralmente ma dipende dai bilanci delle rispettive diocesi. In Italia, ad esempio, il sostegno economico arriva anche attraverso il cosiddetto “otto per mille”, meccanismo fiscale che permette di devolvere parte delle imposte allo Stato e alle confessioni religiose.

Il sistema retributivo dei cardinali diocesani varia secondo le condizioni finanziarie della diocesi stessa. Alcune, con risorse più solide, sono in grado di garantire compensi più elevati. Tuttavia, mediamente, le cifre rimangono abbastanza vicine a quelle percepite dai cardinali della Curia romana.

Il Concordato tra Stato italiano e Chiesa cattolica regola in parte queste dinamiche, ma lascia ampi margini di autonomia nella gestione locale. Gli stipendi dei parroci e dei vescovi seguono spesso tabelle interne alle singole diocesi, che devono in qualche modo bilanciare la necessità di sostenere il clero con i limiti del budget.

Questo sistema provoca alcune disparità nel territorio, ma nel complesso riflette la complessità di un’organizzazione ecclesiastica che si estende su più livelli e contesti con condizioni economiche molto differenti.

La crisi finanziaria del vaticano e le risposte ai problemi di bilancio

Il deficit nel bilancio della Santa Sede è esploso negli ultimi due anni, creando grosse difficoltà anche a livello operativo e amministrativo. Gli 83 milioni di euro di perdita nel 2024 hanno costretto a interventi drastici per evitare un ulteriore aumento del debito.

Tra le cause principali di questo disavanzo si segnalano minori entrate da investimenti, cali nelle donazioni di enti e fedeli, e costi di gestione elevati per le strutture vaticane. Il peso di queste uscite ha spinto alla necessità di una revisione delle spese, a partire dal contenimento degli stipendi per la Curia.

Le decisioni prese da papa Francesco si inseriscono in questo quadro di urgenza economica. Il taglio di indennità e benefit, pur modesto nella cifra assoluta, assume valore simbolico per tutta la Santa Sede. Il gesto del pontefice indica la volontà di affrontare la crisi con misure concrete, allineando gli stipendi alle nuove condizioni finanziarie.

Il problema dei conti vaticani ha ripercussioni anche sull’immagine pubblica della Chiesa, che viene chiamata a dimostrare coerenza tra parole e azioni. Le risposte economiche di questi mesi segnano un passo in questa direzione, con l’obiettivo di rimettere ordine nei flussi di cassa e rilanciare una gestione più controllata delle risorse.