La Russia cambia tono e propone un dialogo diretto con l’Ucraina per cercare una soluzione al conflitto. Vladimir Putin ha annunciato l’intenzione di riprendere negoziati senza precondizioni, sottolineando che Mosca non ha mai chiuso la porta al confronto. L’indicazione è di avviare i colloqui entro la metà di maggio, con Istanbul indicata come possibile sede. Lo sviluppo arriva in un momento di forte tensione nel conflitto e con accuse di ripetute violazioni della tregua da entrambe le parti.
La proposta di putin per riprendere il dialogo con kiev
Il 10 maggio 2025 Vladimir Putin ha sorpreso molti con un annuncio inatteso: Mosca sarebbe pronta ad avviare “negoziati seri” con Kiev, senza imporre condizioni preliminari. Dopo una comunicazione notturna diffusa dal Cremlino, il presidente russo ha fatto sapere di non aver mai abbandonato l’ipotesi di confronto diretto, nonostante le accuse reciproche di violazioni della tregua. Mosca ha messo in evidenza la moratoria di 30 giorni sugli attacchi agli impianti energetici, che secondo i russi Kiev avrebbe infranto almeno 130 volte, mentre la tregua pasquale sarebbe stata violata quasi 5.000 volte.
Accuse di mosca contro l’ucraina
Putin ha accusato l’Ucraina di sabotare ripetutamente ogni tentativo russo di cessate il fuoco, ricordando che nel 2022 le trattative non si erano fermate a causa di Mosca. Questo cambio di passo include una proposta precisa: aprire colloqui diretti entro il 15 maggio, con Istanbul come sede preferita. A breve, sempre secondo il presidente russo, è previsto un incontro con il presidente turco Erdogan per decidere i dettagli di questa iniziativa. La scelta della Turchia, paese già coinvolto in vari tentativi di mediazione, indica la volontà di affidare a una terza parte il ruolo di facilitatore.
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Le ragioni dietro l’appello di mosca a un cessate il fuoco e i negoziati senza precondizioni
Putin ha ricordato le passate offerte fatte da Mosca per estendere la tregua temporanea, ma ha sottolineato che tali proposte sono state ignorate da Kiev. Questo, a suo dire, ha costretto la Russia a una proclamazione unilaterale di sospensione degli attacchi. Nonostante il conflitto aperto e le critiche, il presidente russo ha ribadito che non ci sono mai stati rifiuti netti al dialogo. L’appello all’Ucraina oggi è chiaro: decidere se tornare a negoziare.
La disponibilità di trattare senza precondizioni indica la volontà russa di affrontare nel dialogo le cause profonde della crisi. Putin ha messo in luce come il cessate il fuoco potrebbe accompagnare i negoziati, un passo che permetterebbe di trasformare la contrapposizione in una trattativa più concreta. La proposta è stata inoltre comunicata ai partner occidentali, che sono stati informati della posizione russa proprio nel Giorno della Vittoria, ricorrenza che riveste un peso simbolico nel contesto del conflitto.
La sfida di putin a kiev
Il presidente russo ha poi lanciato una sfida implicita all’Ucraina, sottolineando che chi vuole davvero la pace deve impegnarsi nel sostenerla senza tirarsi indietro. Questa affermazione sposta l’attenzione su Kiev, definendo la sua risposta come decisiva per definire il futuro degli scontri. Il discorso indica una fase potenzialmente nuova, ma le parole sono arrivate dopo anni di lotte e di negoziati falliti.
Le tensioni con l’europa e le dichiarazioni contrastanti dei leader europei
Mentre Mosca apre al dialogo con Kiev, il rapporto tra la Russia e i paesi europei resta teso. Putin ha denunciato “minacce e ricatti” da parte dei leader europei, citando le minacce di nuove sanzioni come un modo rozzo di dialogare. Il presidente russo ha apprezzato la presenza di alcuni leader come Fico e Vucic alla commemorazione della vittoria nella seconda guerra mondiale, considerandola un segnale di coraggio e un possibile passo verso un rapporto più costruttivo.
Questa differenza di toni tra Mosca e Bruxelles mette in evidenza l’attuale frattura politica. Alcuni paesi europei conservano un atteggiamento duro nei confronti di Mosca, mentre altri cercano aperture per evitare l’escalation. Non a caso la posizione russa sembra voler sfruttare anche questo scenario per mostrare disponibilità al confronto diretto con Kiev ma delimitare la relazione con l’Europa in termini più rigidi.
Il clima incerto del dialogo
Il clima resta quindi incerto e delicato. Le parole di Putin, da un lato, aprono uno spiraglio verso la cessazione delle ostilità; dall’altro, mettono in evidenza come il cammino verso un accordo passi per la volontà di Kiev e la posizione degli Stati europei. La prossima settimana, in particolare il colloquio con Erdogan, potrebbe fornire indicazioni più chiare sul prosieguo del dialogo.