Proroga obbligatoria per assicurazioni contro eventi catastrofali con scadenze differenziate per le imprese
Proroga dell’obbligo di assicurazione contro eventi catastrofali per microimprese, medie e grandi aziende: scadenze differenziate e chiarimenti sulla copertura degli immobili secondo il decreto MIMIT 18/2025.

Il Senato ha prorogato l’obbligo per imprese di sottoscrivere assicurazioni contro eventi catastrofali, con scadenze differenziate per micro, medie e grandi aziende, per garantire protezione e accesso a incentivi. - Unita.tv
L’approvazione del Senato ha confermato la proroga per l’obbligo di sottoscrivere coperture assicurative contro eventi catastrofali. I termini per mettersi in regola cambiano a seconda della dimensione dell’azienda, con differenze importanti per microimprese, medie e grandi imprese. Questi adeguamenti arrivano a seguito di decisioni prese all’ultimo minuto da parte del governo, modificando scadenze già fissate in precedenza. La normativa punta a tutelare tutte le realtà produttive che possono essere esposte a rischi di calamità, garantendo coperture adeguate per salvaguardare le attività.
Scadenze differenziate per microimprese, medie e grandi aziende
Le imprese non sono tutte uguali davanti all’obbligo di sottoscrivere assicurazioni contro eventi catastrofali. Le microimprese, definite per soglia di fatturato e numero di dipendenti, hanno tempo fino al 1° gennaio 2026 per regolarizzare la loro posizione. Questa proroga offre più margine di manovra, dando alle piccole realtà più tempo per trovare una polizza adatta alle loro esigenze.
Tempistiche per medie imprese e grandi aziende
Le medie aziende, invece, devono completare la sottoscrizione entro il 1° ottobre 2025. Il termine è più ravvicinato, e molte imprese si trovano a dover accelerare le pratiche burocratiche e la ricerca dei prodotti assicurativi compatibili con le loro caratteristiche operative.
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Le grandi imprese, invece, fanno eccezione rispetto alla proroga. Il termine ultimo resta fissato al 31 marzo 2025, ma con una tolleranza di tre mesi, fino al 30 giugno 2025, senza incorrere in sanzioni. Questa flessibilità temporale punta a evitare penalità immediate, ma non esonera dal rispetto dell’obbligo entro quest’anno.
Il governo ha deciso la proroga del termine in extremis rispetto alla prima data fissata, il 31 marzo scorso, in risposta a richieste di settore e difficoltà incontrate soprattutto dalle microimprese. Non a caso, la distinzione tra le varie categorie è stata confermata per evitare penalizzazioni eccessive alle realtà più piccole, restando comunque rigidi con le aziende di dimensioni maggiori.
Impatto della mancata adesione e rilievo del decreto MIMIT 18/2025
Non rispettare l’obbligo di assicurarsi contro calamità espone le imprese a rischi rilevanti. Prima di tutto, senza copertura, le aziende perdono l’accesso a bonus e incentivi governativi pensati proprio per facilitare la gestione di eventi estremi, con pesanti conseguenze economiche. Il rischio di dover affrontare danni senza sostegno è un peso che può compromettere la sopravvivenza stessa dell’attività.
Il decreto MIMIT numero 18 del 2025 regola nel dettaglio questo obbligo. Stabilisce i criteri per valutare le proposte assicurative e indica chiaramente quali beni devono rientrare nella copertura. Il decreto chiarisce anche quali indennizzi spettano, in modo da uniformare le condizioni tra le varie polizze e tutelare efficacemente gli assicurati.
Sono considerati obbligatori gli immobili non abusivi o con requisiti di sanatoria completati o in corso. Questo significa che sono escluse le unità senza titolo edilizio se realizzate in epoca in cui era obbligatorio possederlo. Inoltre, viene consentita la copertura anche per appartamenti ad uso promiscuo, purché l’attività aziendale venga effettivamente svolta all’interno di essi.
Sono molte le aziende che ancora devono completare questa procedura, e chi esita rischia di compromettere la propria regolarità e i benefici economici legati alla copertura. Gli enti assicurativi e l’ANIA forniscono indicazioni precise per orientare imprese e professionisti nel riconoscere i beni assicurabili e individuare le garanzie più adeguate.
Chiarimenti e specifiche sulla copertura delle unità immobiliari
L’ANIA ha fornito un documento molto utile per conoscere nel dettaglio quali immobili rientrano nel requisito dell’obbligatorietà assicurativa. Non tutti gli immobili sono infatti uguali: oltre alla distinzione tra abusivi e regolari, viene presa in considerazione la destinazione d’uso e la forma di titolo edilizio.
Uso promiscuo degli immobili
L’uso promiscuo degli immobili è un punto su cui molte imprese hanno chiesto chiarimenti. Si tratta di quegli immobili che non sono dedicati esclusivamente all’attività aziendale, ma ospitano anche abitazioni private. L’assicurazione li considera validi se l’attività commerciale o produttiva viene realmente svolta in quei locali. Ciò permette a molte piccole e medie imprese di regolarizzare la posizione senza dover sostenere costi aggiuntivi o trasferire sedi.
Va precisato che la normativa esclude immobili abusivi e quelli senza titoli edilizi validi. Per gli immobili in sanatoria, invece, la copertura è obbligatoria anche se la procedura di regolarizzazione è ancora in corso. Questo elemento è importante per garantire che nessuna impresa riusci a sfuggire all’obbligo sfruttando situazioni irregolari.
La chiarezza di questi criteri è necessaria per evitare dispute e sanzioni, ma anche per permettere agli assicuratori di proporre polizze conformi alla legge e tarate sulle reali esigenze delle diverse imprese e immobili.
I prossimi mesi saranno decisivi per molte aziende, chiamate a rispettare questi obblighi o a valutare soluzioni diverse. Il quadro normativo ora è chiaro, così come le tempistiche, e sarà fondamentale per le imprese muoversi con decisione per evitare rischi e sanzioni.