Home Proposta shock del professore di new york: tagliare la pensione a un terzo degli anziani più ricchi negli stati uniti

Proposta shock del professore di new york: tagliare la pensione a un terzo degli anziani più ricchi negli stati uniti

Scott Galloway propone di interrompere le pensioni a un terzo dei beneficiari più abbienti negli Stati Uniti, sollevando interrogativi sulla sostenibilità del sistema previdenziale e sulle disuguaglianze generazionali.

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Scott Galloway propone di sospendere le pensioni ai più ricchi per garantire la sostenibilità del sistema previdenziale, evidenziando le crescenti disuguaglianze e la necessità di riforme fiscali profonde negli Stati Uniti e oltre. - Unita.tv

Scott Galloway, docente dell’università di New York, ha lanciato un’idea che ha acceso un acceso dibattito negli Stati Uniti e non solo: interrompere il pagamento delle pensioni ad almeno un terzo degli attuali beneficiari, focalizzandosi su chi appartiene alla fascia più abbiente della popolazione. Le sue parole hanno scosso il mondo della previdenza perché mettono in discussione l’equità del sistema e soprattutto la sostenibilità futura dei fondi pensione, in un contesto segnato da crescenti divari economici e incertezze demografiche.

L’analisi di scott galloway sulla distribuzione delle pensioni negli stati uniti

Il professore ha spiegato nel suo podcast che oggi gli anziani pensionati rappresentano “la generazione più ricca nella storia dell’umanità”, riferendosi in particolare ai baby boomer. Secondo lui, ogni anno circa 1,2 trilioni di dollari vengono trasferiti dai giovani, che si trovano in una situazione economica sempre più precaria, verso persone che spesso non necessitano davvero di quel sostegno.

Disparità nella distribuzione delle pensioni

Un trasferimento di ricchezza con queste caratteristiche finisce con creare una disparità che si riflette anche nelle pensioni: mentre la fascia più benestante può contare su patrimoni molto consistenti, molti giovani si vedono costretti a fare i conti con un futuro previdenziale incerto. Il sistema pensionistico americano, nato con l’idea di redistribuire risorse, è quindi finito per avvantaggiare chi già possiede capitali elevati.

Galloway cita anche dati della Federal Reserve che mostrano come circa il 10% più ricco della popolazione americana detenga un patrimonio medio di quasi 7,8 milioni di dollari, una cifra che rende quasi irrilevante la perdita di un assegno pensionistico mensile.

Le criticità fiscali del sistema pensioni e il paradosso dei limiti di tassazione

Un ulteriore punto sollevato riguarda il tetto alla tassazione dei redditi da pensione, fissato a 176.100 dollari entro il 2025. Questa soglia rende possibile una situazione singolare: un amministratore delegato che guadagna milioni contribuisce al fondo previdenziale con la stessa aliquota di un lavoratore con reddito medio.

Paradosso fiscale e conseguenze

Questo paradosso fiscale, conclude il professore, compromette la capacità del sistema di riequilibrare la redistribuzione e alimenta un trasferimento di ricchezza che penalizza le fasce più giovani e meno abbienti. Senza modifiche sostanziali, la previdenza sociale rischia di esaurire i fondi entro il 2035, mettendo a repentaglio il futuro delle prossime generazioni di pensionati, e non solo negli Stati Uniti.

Le proposte di riforma tra opposizione e sostegno parziale: il dibattito sul futuro delle pensioni

Galloway non si limita a denunciare l’attuale stato delle cose, ma indica anche una via per affrontare la crisi. Le soluzioni più discusse prevedono l’eliminazione del limite massimo di reddito interessato dalla tassazione pensionistica, a partire da chi guadagna oltre 400.000 dollari l’anno. Tuttavia, secondo il docente, questo approccio rimarrebbe una soluzione temporanea, incapace di risolvere le carenze strutturali del sistema.

Lo stesso Manhattan Institute, un think tank conservatore, condivide parzialmente questo punto di vista, sottolineando che lasciare inalterate le pensioni di chi possiede alti redditi genera “un massiccio trasferimento ingiusto di ricchezza tra generazioni”.

Un dibattito che coinvolge anche l’italia

Il dibattito scuote numerosi paesi occidentali, Italia compresa, dove il futuro della previdenza sociale si scontra con l’allungamento dell’aspettativa di vita e la diminuzione dei contribuenti. Sul tavolo c’è la domanda se la pensione debba rimanere un diritto garantito solo dal versamento contributivo o se trasformare l’intero sistema in qualcosa di più flessibile, che consideri il reale bisogno economico delle persone.

Il modello del welfare universale, ormai messo in discussione dai cambiamenti demografici ed economici, rischia così di dover lasciare spazio a meccanismi più selettivi e calibrati. Nelle prossime tappe del confronto pubblico, ogni proposta dovrà tenere conto di questi equilibri delicati e dei rischi di aumento delle disuguaglianze.