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Prime settimane del governo merz: tensioni politiche e divisioni in germania nel 2025

Il governo di Friedrich Merz affronta fratture interne e critiche per le sue scelte su spese sociali, sicurezza e riarmo militare, mentre la Germania naviga tensioni politiche ed europee.

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Il governo Merz, in carica da meno di un mese, è già segnato da profonde divisioni interne e critiche per le sue politiche di tagli sociali, riarmo militare e gestione delle tensioni politiche, mettendo a rischio stabilità e coesione in Germania e nei rapporti con Europa e alleati. - Unita.tv

Il governo guidato da friedrich merz ha compiuto meno di un mese dalle sue prime decisioni, ma il quadro politico tedesco mostra già fratture profonde. Le scelte del cancelliere, soprattutto sulle spese sociali, la sicurezza e il riarmo militare, sollevano polemiche dentro la sua coalizione e tra i partiti di opposizione. Le tensioni si riflettono anche nel rapporto con l’Europa e gli alleati, rivelando un esecutivo lontano dall’immagine di rinnovamento promessa.

I primi provvedimenti del governo e le critiche nel campo della grande coalizione

Nel mese di maggio 2025, merz e la sua coalizione hanno messo in campo una serie di misure che hanno subito scosso il dibattito pubblico tedesco. Tra queste, figurano tagli alla spesa sociale, sospensione dei programmi ambientali e un giro di vite sulle norme di sicurezza pubblica. Questa politica punta soprattutto a mantenere il controllo dell’ordine interno e a limitare l’immigrazione irregolare.

Le autorità sperano così di frenare l’elettorato in crescita del partito di estrema destra AfD, ma la mossa non sembra convincere molti osservatori. Il piano del governo appare incentrato più sulla conservazione dello status quo che su riforme economiche o una svolta nelle politiche estere. L’orientamento del governo evidenzia uno scontro fra vecchie strategie e nuove sfide sociali, mentre il consenso dei due principali partiti al governo, CDU e SPD, mostra segni di cedimento.

In aggiunta, si nota un tentativo da parte dell’esecutivo di escludere dai media e dal confronto pubblico la BSW, un partito emergente guidato da Sahra Wagenknecht, figura molto seguita dall’opinione pubblica. Attraverso un controllo stretto dell’informazione, si cerca di marginalizzare le voci alternative, mantenendo così lo spazio politico dominato dalla coalizione tradizionale.

Il confronto con AfD e la tensione sull’ordine costituzionale

AfD continua a guadagnare terreno e questa dinamica preoccupa l’establishment politico. In risposta, i servizi di sicurezza interni hanno prodotto un rapporto dettagliato di oltre mille pagine sulle attività del partito. A quel punto, il governo ha scelto di affrontare la questione tramite procedimenti giudiziari, affidandosi alla Corte costituzionale federale per eventuali decisioni drastiche, come lo scioglimento.

Merz segue una linea simile a quella dei suoi predecessori Kohl e Merkel: non esistono partiti legittimi a destra della CDU. Tuttavia, questa strategia è rischiosa. Il divieto di AfD potrebbe alimentare partiti più estremisti, come la NPD, dove si concentrano movimenti di neonazismo. In un clima simile, il fragile equilibrio democratico tedesco rischia di vacillare.

Il dibattito pubblico stenta a trovare spazi di confronto autentici, soprattutto dopo la creazione del nuovo comitato elettorale per la nomina di giudici alla Corte costituzionale. La necessità di appoggiare anche La Linke, partito che rappresenta il sentimento popolare fuori dal sistema tradizionale, rafforza l’idea di una frattura netta tra vecchi e nuovi protagonisti politici. Il pubblico percepisce che le forze tradizionali tentano di blindare il potere, quasi ignorando il malcontento diffuso.

Valori cristiani e politica di sicurezza: incongruenze nel discorso di merz

Friedrich Merz, cattolico convinto e ispirato dalla dottrina sociale della Chiesa, ha spesso sottolineato il suo rapporto con i valori cristiani e l’autorità morale del Papa. Eppure, proprio sul fronte della politica estera e della difesa, si vedono segnali di incoerenza con questi principi.

Il governo ha avviato un programma di riarmo centrato su un aumento significativo della spesa militare e su una partecipazione più marcata della germania alle missioni NATO. In questi giorni, sono stati inviati nuovi contingenti al confine tra Estonia e Russia, in una situazione che richiama tensioni geopolitiche acute.

Questa scelta stride con la posizione espressa da papa Leone XIV, che ha appena iniziato il suo pontificato richiamando al disarmo e alla pace. Anche la Chiesa evangelica tedesca si è mostrata contraria al rafforzamento militare, evidenziando come il governo si sposti lontano da ideali di pace e solidarietà. Eppure, l’influenza dell’industria bellica spiegata anche attraverso l’esperienza di Merz come dirigente di Blackrock, diventa evidente. La società Rheinmetall, uno dei maggiori produttori di armi tedeschi, ha visto salire le sue azioni in borsa.

Le critiche interne al governo: divisioni e un atto di sfiducia in crescita

Non è solo l’opposizione a muovere critiche contro merz. Anche all’interno della coalizione si registrano tensioni. Alcuni osservatori parlano di un ritorno a schemi superati, con toni autoritari poco apprezzati. Il cancelliere, spesso convinto della propria linea e di un rigore che divide, finisce per essere contestato persino tra i fedelissimi.

Wagenknecht, capolista della BSW e recentemente rimasta fuori dal Bundestag per pochi voti, ha dichiarato che il governo serve gli interessi dell’industria bellica, non la pace né il popolo tedesco. Sul fronte opposto, Alice Weidel di AfD denuncia come il riarmo tedesco non rafforzi la sicurezza nazionale ma coinvolga la germania in conflitti sotto dettatura americana, mettendo in dubbio sovranità e interessi nazionali.

Nel frattempo, la crisi sociale continua a pesare. La pandemia, le difficoltà energetiche e le sfide migratorie hanno lasciato segni profondi. Il governo, con un approccio liberale nell’economia, sembra trascurare le esigenze di coesione e solidarietà. Riduce spese sociali per finanziare la difesa, scavando un divario tra bilancio e bisogni reali dei cittadini.

Le relazioni europee e americane sotto tensione

Il ruolo della germania in Europa, fondamentale per tradizione, appare in difficoltà sotto l’attuale governo. Le promesse di una leadership forte di Berlino si scontrano con rapporti tiepidi con la francia e con poche iniziative comuni. Mosse negli acquisti militari, strettamente legate agli Stati Uniti, generano dubbi negli alleati europei.

Le Monde ha commentato una Berlino che parla di collaborazione ma agisce isolandosi sempre più. L’orientamento filoamericano emerge come il tratto dominante, con una fede nelle vecchie élite liberali statunitensi, nonostante la nuova amministrazione Trump mostri scelte spesso imprevedibili. Merz sembra ancora saldato al passato più che capace di dialogare con i cambiamenti in atto.

I segnali giunti dalle prime settimane sottolineano così una mancata sintonia tra dichiarazioni e azioni, un governo che quasi si scontra con se stesso, tra valori religiosi, politiche militari e la realtà dell’opinione pubblica.

La lunga lista di contestazioni interne ed esterne lascia intendere un periodo difficile per l’esecutivo Merz, mentre la germania affronta sfide sociali e geopolitiche dalle implicazioni profonde.