Le elezioni politiche in Portogallo, fissate per il 18 maggio 2025, attirano attenzione per i sondaggi in continua evoluzione e le tensioni crescenti sul tema migratorio. Le forze principali, tra centrodestra, sinistra e partiti nazionalisti, si contendono un parlamento frammentato mentre il governo guidato da LuÃs Montenegro annuncia una misura che ha scatenato polemiche: l’espulsione di 18.000 migranti irregolari, soprattutto provenienti dall’Asia Meridionale. Questi elementi influenzano non solo la campagna elettorale ma anche scenari economici e sociali, in una fase politica delicata per il paese.
Risultati e tendenze nei sondaggi a una settimana dal voto
Il panorama elettorale presenta una leadership salda dell’Alleanza Democratica , coalizione di centrodestra che raggiunge il 34% secondo gli ultimi rilevamenti. Dietro, il Partito Socialista mantiene la seconda posizione con il 26%. Il partito di estrema destra Chega , che aveva mostrato una crescita negli ultimi mesi, registra una leggera flessione, scendendo al 15%. Questo dato riflette un equilibrio instabile che mantiene alta l’attenzione tra gli analisti politici.
L’AD cerca di rafforzare il proprio consenso focalizzandosi su temi come la sicurezza interna e il controllo delle frontiere. Questi argomenti si sono imposti nella campagna come risposta diretta alle recenti tensioni legate agli arrivi di migranti. I socialisti attaccano duramente questa strategia, accusando il governo di demagogia e di voler distrarre l’opinione pubblica dai problemi economici, in particolare dalla crescita dell’inflazione e dalla disoccupazione che preoccupano la popolazione.
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Nel frattempo, Chega, che propone una linea più rigida sull’immigrazione, cerca di recuperare terreno anche se il suo calo segnala una possibile saturazione del messaggio tra gli elettori. La contrapposizione tra le forze politiche si arricchisce anche di partiti minori focalizzati su tematiche ambientali e diritti civili, come Livre e PAN, rubriche importanti per una quota di votanti sensibili a queste cause.
L’impatto del tema migratorio sulla politica e sull’economia
Il governo guidato da LuÃs Montenegro ha annunciato un piano per espellere circa 18.000 migranti irregolari attualmente presenti in Portogallo, un numero che rappresenta una forte presa di posizione sulle politiche di immigrazione. La maggior parte dei migranti interessati proviene dall’Asia Meridionale, una zona da dove sono arrivati flussi importanti negli ultimi anni, in parallelo con la crescita demografica di stranieri che oggi rappresentano circa il 15% della popolazione portoghese.
Montenegro giustifica questa misura come una necessità dovuta al collasso del sistema di regolarizzazioni, aggravato dallo scioglimento del SEF nel 2023. Questo sistema non avrebbe più i mezzi per gestire le richieste, provocando un ingorgo burocratico che il governo intende risolvere con espulsioni rapide.
Il presidente Marcelo Rebelo de Sousa ha espresso preoccupazioni sui possibili effetti di questa scelta sull’economia. Senza un apporto costante di lavoratori migranti, alcuni settori produttivi rischiano di subire un duro colpo, soprattutto in un contesto dove la manodopera scarseggia. Le aziende agricole e il settore dei servizi hanno fatto sentire la loro voce, segnalando rischi concreti di carenza di forza lavoro.
Le forze di sinistra e gli ambientalisti sono critici verso la decisione, denunciando ritardi nella creazione di centri di accoglienza e problemi nell’uso dei fondi europei destinati all’integrazione dei migranti. I partiti come il Partito Comunista e il Blocco di Sinistra considerano la misura un segnale di stretta securitaria che non risolve le cause profonde delle tensioni sociali. L’attenzione è anche puntata sulla situazione dei diritti umani dei migranti espulsi e sul peso di queste decisioni sull’immagine internazionale del Portogallo.
Scenari parlamentari e prospettive di governo dopo il voto
La formazione del parlamento appare molto incerta. L’Alleanza Democratica, pur guidando la corsa, difficilmente otterrà la maggioranza assoluta dei seggi , secondo le proiezioni più attendibili. Questo costringerà il centrodestra a cercare alleanze, magari con Chega. Un’intesa del genere però divide gli elettori moderati e rischia di inasprire ulteriormente il clima politico.
Il Partito Socialista prova a riconquistare parte del suo elettorato tradizionale, presentandosi con programmi sociali e revisione delle politiche economiche post-scandalo che aveva coinvolto l’ex premier António Costa nel 2024. Il rilancio del PS sembra però limitato, soprattutto per via dell’appeal crescente dei piccoli partiti che si concentrano su temi specifici come l’ambiente o le politiche animaliste, ambiti che riscuotono consensi crescenti in alcune fasce della popolazione.
Chega e l’elettorato nelle regioni rurali e periferie urbane
Chega sfrutta la sua retorica anti-establishment nelle regioni rurali e nelle periferie urbane, dove i problemi abitativi e il costo della vita hanno alimentato proteste e malcontento. Questa base elettorale sostiene il leader André Ventura, che cerca di mantenere la forza del partito nonostante qualche piccolo segnale di rallentamento nei sondaggi.
La partecipazione alle urne rimane un’incognita: circa il 15% degli elettori è indeciso e l’affluenza potrebbe influire sul risultato finale. Temi come l’immigrazione, la riforma del welfare e delle tasse saranno al centro delle ultime fasi della campagna, mentre il quadro demografico del paese, con una percentuale sempre più alta di stranieri, rappresenta una sfida per il modello sociale portoghese.
Questo voto non definirà soltanto la governance del Portogallo nei prossimi anni, ma offrirà un indicatore preciso delle tensioni sociali e dei limiti del compromesso politico raggiunto finora tra aperture verso l’inclusione e spinte populiste.