Il governo italiano ha introdotto una novità importante per l’assunzione di lavoratori stranieri non comunitari. Da quest’anno, con la circolare numero 10, la sola presentazione della richiesta di permesso di soggiorno per lavoro subordinato, anche se non stagionale, consente di assumere il lavoratore straniero. La procedura cambia così radicalmente, eliminando l’attesa del provvedimento ufficiale, e apre nuove prospettive per il mercato del lavoro e l’inserimento degli extracomunitari in aziende e famiglie italiane.
Nuova circolare numero 10: come cambia l’assunzione degli stranieri
Fino a poco tempo fa, la legge imponeva di attendere il via libera formale da parte della pubblica amministrazione per il rilascio del permesso di soggiorno al lavoratore straniero. Questo, inevitabilmente, rallentava le procedure di assunzione e creava ostacoli. La novità introdotta dalla circolare numero 10 del 2025 modifica questo meccanismo: ora si può procedere all’assunzione non appena il lavoratore ha presentato la domanda per il permesso di soggiorno, anche se non ha ricevuto alcuna risposta definitiva.
Il diritto a iniziare a lavorare
Questo significa che il lavoratore extracomunitario, dopo aver consegnato l’istanza, può iniziare a lavorare, acquisendo tutti i diritti e doveri legati al lavoro subordinato. Si tratta di un cambiamento utile per regolarizzare in tempi più brevi la posizione degli stranieri, soprattutto in quei contesti in cui la manodopera è essenziale. La misura riguarda specificamente tutte le domande per permessi di soggiorno per lavoro stabile o duraturo, non solo per quello stagionale.
Leggi anche:
Permesso di soggiorno per lavoro subordinato: condizioni e requisiti
Il permesso di soggiorno per lavoro subordinato in Italia è disciplinato dalla legge 286 del 1998, articolo 24 comma 10. Per ottenere il permesso, il lavoratore straniero deve aver soggiornato in Italia o aver effettuato almeno un periodo di lavoro stagionale pari a tre mesi consecutivi. L’offerta di lavoro cui si riferisce la domanda deve prevedere un orario minimo di 20 ore settimanali, con contratti di lavoro che possono essere a tempo determinato o indeterminato.
Nel caso delle collaborazioni domestiche, va aggiunta una soglia minima di reddito: il salario offerto non può essere inferiore a 538,69 euro mensili, che corrisponde al minimo previsto per l’assegno sociale. Questo aspetto serve a tutelare il lavoratore e a garantire condizioni economiche accettabili. Le regole restano rigide, ma la procedura di avvio dell’attività lavorativa si fa più snella, grazie alle modifiche burocratiche introdotte.
Cosa succede tra la richiesta e il rilascio del permesso
Nonostante la richiesta di permesso dia diritto a iniziare a lavorare, il rilascio ufficiale del documento può richiedere tempo. L’iter burocratico necessita di verifiche e controlli tecnici, che restano imprescindibili. In attesa di questo passaggio, il lavoratore può comunque regolarmente svolgere la propria attività lavorativa, senza subire sanzioni o problemi legali legati al permesso.
Questo fa la differenza soprattutto per chi si occupa di attività dove la continuità è fondamentale. Ad esempio, molte famiglie o imprese possono affidarsi a lavoratori stranieri anche prima del rilascio finale. La delega di questo processo al momento della domanda diminuisce i tempi morti e offre più flessibilità nel mercato del lavoro italiano.
Obblighi per il datore di lavoro e la comunicazione agli enti
L’assunzione del lavoratore straniero che presenta la sola domanda di permesso non esonera il datore di lavoro dagli obblighi normativi. Quando l’attività riguarda la collaborazione domestica, il datore deve trasmettere all’INPS la comunicazione obbligatoria relativa all’inizio del rapporto di lavoro. Nel caso di altri settori, deve invece inviare il modello UniLav, sempre in via telematica.
Questi adempimenti servono a garantire la regolarità del rapporto e il versamento delle contribuzioni previdenziali. La legge è esplicita nel far rispettare queste procedure, anche se la formalità del permesso di soggiorno è ancora in fase di rilascio. I controlli restano severi e assicurano che niente avvenga fuori dalle regole previste.
Permesso stabile e conversione da stagionale
La nuova disposizione vale in maniera estesa: interessa sia chi presenta per la prima volta domanda di permesso per lavoro subordinato stabile, sia chi richiede la conversione da permesso stagionale a un lavoro di durata superiore. Questo aspetto facilita il passaggio da un’occupazione temporanea a una più duratura, evitando tempi morti che potrebbero compromettere la continuità lavorativa e i diritti del lavoratore.
Il meccanismo agevola così anche chi già si trova in Italia con un permesso stagionale e vuole stabilizzarsi con un contratto più lungo. Anche in questo caso basta la domanda per poter lavorare, senza doversi preoccupare di eventuali attese di risposta da parte dell’amministrazione. Una modifica progettata per allentare le rigidità che spesso intralciano questo passaggio.
Il nuovo quadro normativo segnala un cambiamento significativo nella gestione della manodopera straniera in Italia. La semplificazione della procedura di assunzione mira a garantire tempi più rapidi per il lavoro regolare, stimolando un inserimento più efficace nel mondo produttivo e sociale del paese. Le imprese e i datori di lavoro possono così contare su un meccanismo più snello senza ridurre le tutele a favore dei lavoratori.