Papa Leone XIV accoglie le chiese orientali a Roma per il giubileo dedicato: un appello all’unità ecclesiale
Il giubileo delle chiese orientali, presieduto da papa Leone XIV in Vaticano, sottolinea l’urgenza di unire Oriente e Occidente per una comunione autentica e profonda nella cristianità.

Nel 2025, papa Leone XIV ha incontrato in Vaticano i rappresentanti delle chiese orientali per il loro giubileo, rilanciando un appello all’unità e alla comunione profonda tra Oriente e Occidente nella cristianità. - Unita.tv
Il 2025 si apre con un evento significativo per la cristianità: ieri mattina, nell’aula Paolo VI in Vaticano, papa Leone XIV ha incontrato i rappresentanti delle chiese orientali riuniti per il loro giubileo. In un momento segnato da divisioni storiche e tensioni teologiche, il pontefice ha rivolto un appello chiaro a favore della comunione tra oriente e occidente, ribadendo l’urgenza di ritrovare un cammino condiviso. Le parole pronunciate non riguardano solo la diplomazia ecclesiastica, ma mirano a toccare la dimensione profonda della fede.
Il giubileo delle chiese orientali tra memoria e futuro
L’incontro di ieri rappresenta un’occasione di riflessione e rilancio per le chiese orientali, presenti in Vaticano per un giubileo a loro dedicato. In quest’assemblea particolare, papa Leone XIV ha ribadito che la chiesa deve superare divisioni ormai anacronistiche. Ha scelto l’immagine dei due polmoni, oriente e occidente, per spiegare quanto la cristianità abbia bisogno di entrambe le tradizioni per respirare pienamente. Senza l’apporto della spiritualità orientale, ha sottolineato, la chiesa rischia di diventare «un corpo amputato», incapace di vivere in pienezza.
Il papa ha spiegato che non si cerca un semplice ritorno a formule vecchie, ma un desiderio rinnovato di unità. L’unità non si formerà attraverso compromessi o calcoli politici ma si fonda su un amore più grande, capace di unire le differenze. Questo giubileo non è solo un momento liturgico, ma una chiamata a rinnovare il rispetto e la cooperazione fra le chiese, perché il cammino verso la comunione è anche un cammino spirituale profondo.
Le parole del papa sulla conversione e il cammino ecumenico
Nel suo discorso, Leone XIV ha insistito su un punto preciso: il cammino verso l’unità non dipende solo da incontri diplomatici o riunioni sinodali. Al centro deve esserci «la conversione del cuore». Questa frase sottolinea come la trasformazione individuale del credente debba precedere qualsiasi intesa formale. Per il pontefice, è la sincerità del cambiamento interiore a dettare il passo per una comunione autentica.
Il papa ha inoltre evocato l’oriente come «la direzione verso cui si volge chi cerca il sole». Questa immagine poetica richiama il valore spirituale e culturale delle chiese orientali, che custodiscono forme liturgiche, teologiche e monastiche uniche e profonde. L’incontro di ieri, segnato da momenti di silenzio commosso, ha mostrato quanto queste tradizioni continuino a rappresentare una ricchezza insostituibile per l’intera cristianità, in particolare per l’occidente che corre il rischio di perdere senso e radici.
La presenza delle chiese orientali come patrimonio vitale della cristianità
Molti partecipanti all’udienza hanno manifestato un’emozione palpabile. Chi conosce la liturgia bizantina, la teologia dei padri orientali o la testimonianza dei monaci del deserto sa che il contributo di queste comunità è fondamentale per la vita della chiesa globale. Il papa ha ricordato che senza quest’anima orientale, l’occidente rischia di trasformarsi in un cristianesimo funzionale e vuoto, privo di profondità e autenticità.
In effetti, la dimensione spirituale che arriva dall’oriente tocca aspetti di fede, ritualità e tradizioni che sfuggono a una visione strettamente occidentale. Questa ricchezza non va intesa come un elemento di divisione, ma come un patrimonio da accogliere per donare alla chiesa universale una forza nuova, un equilibrio sostanziale. Il giubileo diventa così il segnale di un cammino ancora aperto in cui la convivenza tra tradizioni diverse può creare un’identità cristiana più piena e consapevole.
Giubileo delle chiese orientali, un richiamo per tutta la cristianità
Il giubileo dedicato alle chiese orientali, tenuto ieri in Vaticano, non è destinato solo ai rappresentanti di quelle comunità. papa Leone XIV lo ha definito una chiamata per tutta la chiesa: la comunione tra chiese si riflette nella comunione nelle vite dei singoli fedeli. L’unità, ha ricordato, «non si dimostra, si incontra».
A Roma questo incontro ha preso la forma concreta dell’Oriente, con la sua liturgia, spiritualità e storia. Rappresenta una realtà da cui l’occidente non può prescindere, ma deve accogliere con apertura. L’udienza ha fatto emergere un richiamo chiaro: recuperare il senso del mistero cristiano significa anche saper abbracciare la diversità che arricchisce la fede comune. Il giubileo, lungi dall’essere un semplice rito, si è trasformato in un momento di verifica e di speranza per il futuro della chiesa universale.