La diffusione degli smartphone ha cambiato profondamente il modo di vivere, specialmente tra i giovani. Paolo Bonolis torna a mettere in guardia sull’uso eccessivo di questi dispositivi, spiegando come ha regolato il rapporto con i suoi figli e perché lui stesso preferisce un telefono tradizionale per le chiamate.
Le preoccupazioni di Paolo bonolis sull’uso dei cellulari nei giovani
Paolo Bonolis ha espresso più volte la sua forte preoccupazione riguardo all’abuso degli smartphone, soprattutto fra i ragazzi. A 63 anni, il conduttore sottolinea che i dispositivi elettronici rischiano di allontanare le persone dalla realtà, portandole a isolarsi in un mondo virtuale. “È drammatico quello che sta accadendo: i giovani, ma anche tanti adulti, vivono in un universo parallelo creato da internet, non sono più qui tra noi, nella vita vera”, ha spiegato.
Il rischio principale, secondo Bonolis, riguarda la perdita della capacità di affrontare le difficoltà quotidiane. La facilità con cui si accede ai contenuti digitali e alle distrazioni può impedire ai ragazzi di svolgere con impegno attività come lo studio o lo sport. Questo porta anche a svalutare il significato del sacrificio, perché “è del tutto sconosciuta la fatica che si fa per ottenere le cose”.
Il conduttore evidenzia come questa situazione influisca non solo sul presente, ma anche sulla crescita personale e sul futuro dei giovani, condizionando abitudini e atteggiamenti.
La gestione dello smartphone in famiglia secondo Paolo bonolis
All’interno della propria famiglia, Paolo Bonolis ha adottato regole chiare sull’uso dello smartphone. I suoi cinque figli hanno avuto accesso a questi dispositivi in un’età che considera adeguata, anche se non ricorda esattamente quando. In generale sostiene che “lo smartphone si può avere solo dai 16 anni. Punto”.
Secondo lui, l’approccio educativo deve far comprendere il valore delle esperienze vissute di persona, lontane dallo schermo. Per esempio, ha spiegato a sua figlia Adele, appassionata di teatro e cinema, che assistere agli spettacoli dal vivo è un’esperienza diversa e più ricca rispetto a guardare tutto online. Lo stesso ragionamento vale per suo figlio Davide, che ama lo sport: è più bello praticarlo piuttosto che limitarsi a seguirlo passivamente tramite il cellulare.
Bonolis sostiene che il rapporto con i figli deve essere coerente. Non basta dare regole o consigli se poi gli adulti stessi non offrono un esempio di comportamento distaccato dai telefoni. I giovani, afferma, imitano molto più ciò che vedono nelle figure di riferimento che ciò che viene detto a parole.
Il rapporto di paolo bonolis con la tecnologia e la vita offline
Paolo confessa di usare un vecchio Nokia semplicemente per le chiamate e di possedere anche uno smartphone. Quest’ultimo gli serve, specialmente per comunicare con i nipotini che vivono negli Stati Uniti attraverso videochiamate. Però non lo usa in modo abituale.
Il conduttore preferisce dedicare il tempo libero ad attività più concrete e sociali: leggere, uscire con gli amici, fare sport. Nonostante lavorare nel mondo dello spettacolo, mantiene una distanza consapevole rispetto alla tecnologia che occupa gran parte della vita degli altri.
Alla base del suo pensiero c’è la convinzione che non è lo strumento in sé a essere pericoloso, ma l’abuso. Fa un paragone con l’alcol: “Puoi bere mezzo bicchiere di vino al giorno e va bene, se ti scoli quattro bottiglie, prima o poi il fegato scoppia”. Il messaggio è che l’equilibrio nell’uso dei dispositivi è ciò che deve guidare i comportamenti di tutti, adulti e giovani.
Paolo Bonolis ribadisce il valore delle relazioni reali e dei momenti vissuti senza la mediazione degli schermi digitali, ponendo l’accento sulla necessità di recuperare il contatto con la vita concreta.