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Panorama politico polacco tra elezioni presidenziali del 2025 e sondaggi contrastanti

La Polonia si prepara alle elezioni presidenziali del 18 maggio 2025, con una competizione serrata tra la Coalizione Civica di Donald Tusk e il partito Diritto e Giustizia, in un contesto di tensioni sociali.

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Le elezioni presidenziali in Polonia del 18 maggio 2025 si svolgono in un clima di forte divisione politica tra la Coalizione Civica di Tusk e il partito Diritto e Giustizia, con temi chiave come aborto, migrazione e rapporti con l’UE al centro del dibattito. - Unita.tv

L’attualità politica in Polonia si presenta segnata da una forte divisione, mentre si avvicinano le elezioni presidenziali del 18 maggio 2025. Le ultime rilevazioni indicano un equilibrio instabile tra la Coalizione Civica guidata da Donald Tusk e il partito Diritto e Giustizia, con altri gruppi politici che provano a ritagliarsi spazi significativi. Sullo sfondo, emergono tensioni profonde legate a temi sociali, economici e geopolitici. Questo articolo mette a fuoco le dinamiche più recenti del voto e i principali protagonisti in campo.

Sondaggi politici e composizione del voto prima del 18 maggio

Secondo la rilevazione di United Surveys datata 7 maggio 2025, la Coalizione Civica mantiene un vantaggio esiguo con il 34% delle preferenze. Il PiS si attesta invece attorno al 30%, seguito dalla formazione nazionalista Konfederacja al 14%. Le forze di sinistra, rappresentate da Lewica, raccolgono l’8%, pari anche al centrismo di Trzecia Droga-PSL. Questi dati confermano un elettorato diviso e senza chiari segnali di un allargamento netto delle coalizioni.

I numeri arrivano in vista del primo turno delle elezioni presidenziali, dove il ruolo del presidente uscente Andrzej Duda, vicino al PiS, continua a condizionare la scena politica. Duda, che governa con poteri di veto, ha rallentato molte delle iniziative targate Tusk. La forbice tra i due schieramenti principali resta stretta, rendendo ogni voto decisivo.

Profilo dei candidati e trend nelle intenzioni di voto presidenziali

Tra i candidati alla presidenza, il sindaco di Varsavia Rafał Trzaskowski si conferma favorito. I sondaggi indicano per lui un consolidamento al 37%, con una crescita di 3 punti rispetto a settimane fa. Insegue Karol Nawrocki, sostenuto da PiS, che è sceso al 30%. Un calo più netto riguarda Mentzen, figura dell’estrema destra, che perde spazio e si ferma al 12%. Sul fronte della sinistra, Zandberg vede un lieve recupero fino al 5%, mentre diversi candidati minori si attestano tra il 4 e il 5%, confermando la frammentazione della galassia progressista e centrista.

Questi dati mostrano una frattura evidente nella società polacca, dove la competizione si svolge anche sul terreno delle identità politiche. Trzaskowski punta a un messaggio di unione nazionale e riformismo, presentandosi come alternativa moderata. Nawrocki fa leva su linee più tradizionaliste, mantenendo toni duri sull’immigrazione e critiche alle istituzioni europee.

I principali nodi politici: aborto, migrazione e rapporto con l’ue

La campagna si concentra su questioni sensibili per la società polacca. Il tema aborto è tornato centrale dopo le manifestazioni degli anni recenti e il dibattito parlamentare su possibili modifiche alle leggi restrittive. Il confronto resta acceso e riflette l’influenza della cultura cattolica in molte aree del paese.

Altro punto cruciale riguarda la gestione dei fondi europei legati al Recovery Plan. Il KO accusa il PiS di aver compromesso l’accesso alle risorse, isolando la Polonia all’interno dell’Unione Europea. La contesa economica si intreccia con quella politica, alimentando tensioni nel dialogo con Bruxelles.

La questione migratoria ha ripreso rilevanza per le pressioni lungo il confine con la Bielorussia. Nawrocki chiede un rafforzamento delle misure di sicurezza, puntando a un controllo più stringente delle frontiere e un maggiore investimento nelle forze armate. Trzaskowski, invece, propone un approccio più inclusivo, inserito in una visione europeista.

Prospettive di governo e rischi di frammentazione parlamentare

Nonostante una maggioranza relativa, il governo Tusk vive momenti di difficoltà. Un sondaggio pubblicato da Dziennik Gazeta Prawna indica una disapprovazione del 51,4% verso la coalizione al potere. L’elettorato progressista sembra però disposto a concentrarsi su Trzaskowski per evitare la restaurazione del PiS.

Il sindaco di Varsavia punta a sbloccare un’agenda legislativa che, finora, è stata bloccata da veti presidenziali e dissensi interni nella KO, specie da forze come il Partito Contadino, contrario a misure come il riconoscimento delle unioni civili. Il successo di Trzaskowski potrebbe aprire la strada a riforme attese da anni e rafforzare il ruolo internazionale della Polonia, anche in vista della presidenza del Consiglio europeo iniziata a maggio.

Tuttavia, la presenza crescente di forze politiche estreme complica il quadro. Mentzen, leader dell’estrema destra, e Zandberg, esponente della sinistra radicale, hanno trovato terreno fertile soprattutto tra giovani sotto i 30 anni. Questi movimenti esprimono una sfiducia verso i partiti tradizionali e raccontano un malessere sociale diffuso. La costruzione di una maggioranza stabile appare più complicata, rendendo il risultato elettorale ancora più incerto.

La sfida travalica l’agenda interna e coinvolge l’identità democratica della Polonia. Il voto presidenziale assume così un ruolo cruciale non solo per il governo in carica, ma per l’equilibrio politico e istituzionale nel medio termine.