Nuovo ceppo di mpox può trasmettersi tramite ambiente, studio britannico apre nuovi scenari sulla diffusione del virus
Scoperta nel Regno Unito suggerisce che il vaiolo delle scimmie si trasmette anche tramite superfici contaminate e aria, richiedendo misure preventive più rigorose, soprattutto nelle abitazioni.

Una ricerca britannica evidenzia che il vaiolo delle scimmie (mpox) potrebbe trasmettersi anche tramite superfici e aria, suggerendo misure preventive più rigorose, mentre in Sierra Leone si registra un aumento significativo dei casi e si potenziano le campagne vaccinali. - Unita.tv
Il vaiolo delle scimmie, noto anche come mpox, torna al centro dell’attenzione degli esperti con una scoperta che potrebbe modificare le strategie di controllo del contagio. Una ricerca condotta nel Regno Unito segnala una possibile trasmissione del virus non solo per contatto diretto tra persone, ma anche attraverso oggetti e superfici contaminate. Questo nuovo dato potrebbe ampliare la comprensione della diffusione del virus e spingere verso misure preventive più rigorose anche negli ambienti domestici.
Analisi britannica sul contagio del vaiolo delle scimmie tramite superfici ambientali
Uno studio svolto dall’Istituto nazionale britannico della salute ha esaminato otto pazienti affetti da mpox ricoverati in strutture sanitarie del Regno Unito. I ricercatori hanno raccolto 90 campioni dalle stanze dove erano ospitati i malati, concentrandosi sulle superfici più frequentemente toccate, come maniglie, rubinetti e dispositivi comuni. I test hanno rivelato la presenza del DNA del virus in 66 di questi campioni. L’indagine non si è limitata a identificare materiale genetico: in alcuni casi il virus è risultato ancora capace di infettare, dimostrando così una potenziale trasmissione indiretta.
Presenza del virus anche nell’aria
Un aspetto rilevante è stato il rinvenimento del virus anche nell’aria, suggerendo che il contagio potrebbe avvenire semplicemente respirando in ambienti condivisi con soggetti infetti. Lo scenario prospettato apre dunque alla possibilità che il vaiolo delle scimmie sopravviva e si disperda nell’ambiente, non solo tramite contatti diretti.
Nonostante queste evidenze, gli studiosi precisano che non ci sono prove definitive che la trasmissione ambientale sia una via principale del contagio. In ogni caso, raccomandano di mantenere una rigorosa disinfezione degli spazi frequentati da pazienti mpox per limitare ogni rischio, in particolare negli ospedali.
Criticità della prevenzione ambientale e situazioni fuori dagli ospedali
In ambito sanitario, la pulizia e la disinfezione sono pratiche consolidate per contenere il virus. Diversa appare invece la situazione nelle abitazioni private, dove altri studi segnalano una frequenza di igiene inferiore e la presenza di superfici porose, più difficili da sanificare. Tali condizioni incrementano le possibilità di accumulo del virus sugli oggetti usati dai malati.
Le autorità sanitarie intendono quindi spingere per un’accresciuta attenzione anche nelle case, oltre che negli ospedali. In queste ultime settimane sono stati riscontrati ambienti domestici con livelli di contaminazione persino superiori a quelli rilevati in ambito ospedaliero. Questo elemento gioca un ruolo determinante nel controllo dell’epidemia, vista la trasmissibilità registrata.
Aumento dei casi in sierra leone
Sul fronte internazionale, la Sierra Leone evidenzia un aumento significativo di casi. Da gennaio 2025 si contano oltre 2.000 infezioni e 11 decessi confermati. Il numero di nuovi casi settimanali, solo nell’ultima settimana, ha raggiunto 165 con nove morti dal primo mese dell’anno. Queste cifre impongono un impegno urgente per arginare la diffusione del vaiolo delle scimmie.
La situazione del vaiolo delle scimmie in sierra leone e la risposta del governo
La Sierra Leone, soprattutto nella sua capitale, ha intensificato le misure di controllo aprendo quattro centri specializzati in febbraio 2025. La diffusione del virus si è mantenuta attiva con una media giornaliera di 50 nuovi casi tra marzo e aprile, seguiti da un’ulteriore crescita nel mese di maggio. Le zone più colpite riguardano sia ambienti urbani che aree rurali nel settore occidentale del paese.
Questo incremento segue una linea simile osservata in diversi stati dell’Africa orientale e centrale, tra cui Tanzania, Kenya, Burundi, Ruanda e Congo. Tutti questi paesi registrano focolai consistenti, indicando uno spostamento degli epicentri dell’epidemia che coinvolge sia comunità densamente popolate che territori più isolati.
Il governo nazionale ha cercato supporto internazionale per rafforzare la campagna vaccinale. Il ministro della Salute, Austin Debmy, ha chiesto diecimila dosi addizionali durante un recente incontro con l’Alto Commissario dell’India, sottolineando l’importanza di aumentare la copertura vaccinale per contenere l’ascesa dei contagi.
Sintomi e storia del vaiolo delle scimmie: un virus monitorato da decenni
Il vaiolo delle scimmie è una malattia virale che compare con sintomi evidenti quali lesioni cutanee estese e febbre alta. Fu identificato per la prima volta nel 1977 nell’area del Congo, dopo uno studio effettuato a seguito dell’insorgenza di casi sospetti. Ha navigato per anni in uno stato di contenimento relativo in molte parti dell’Africa.
A partire dal 2022, il virus ha iniziato a circolare più intensamente in alcune regioni, imponendo un nuovo stato di allerta. L’Organizzazione mondiale della sanità ha ufficialmente dichiarato il massimo livello di allarme nel 2024 a causa della rapidità di espansione e dei rischi legati alla malattia.
Il vaccino contro mpox è disponibile da tempo e rappresenta l’arma più efficace per interrompere il ciclo del contagio. La sfida resta, soprattutto in paesi con risorse limitate, assicurare la diffusione anche nelle comunità più isolate, provate da difficoltà logistiche e carenze sanitarie.