Nuovo capitolo nel delitto di Garlasco: la procura di pavia riapre il caso con nuovi sospetti su andrea sempio
La procura di Pavia riapre le indagini sul delitto di Garlasco, coinvolgendo Andrea Sempio e nuovi elementi, mentre si riconsidera la posizione di Alberto Stasi nell’omicidio di Chiara Poggi.

La procura di Pavia ha riaperto le indagini sul delitto di Garlasco, riaccendendo i sospetti su Andrea Sempio e mettendo in discussione la condanna definitiva di Alberto Stasi grazie a nuove prove e testimonianze. - Unita.tv
Il delitto di Garlasco continua a essere al centro di attenzione giudiziaria e mediatica. La procura di Pavia, guidata dal procuratore Fabio Napoleone, ha infatti deciso di riavviare le indagini su uno scenario che sembrava ormai chiuso, riportando sulla scena investigativa Andrea Sempio, già noto alle cronache legate al caso. Questa decisione riapre una ferita mai del tutto rimarginata e solleva nuovi dubbi sulla verità dietro l’omicidio di Chiara Poggi.
Dalla riapertura delle indagini al ruolo di andrea sempio
Nel 2025, a otto anni dall’archiviazione definitiva, la procura di Pavia ha fatto un passo inaspettato riaprendo un fascicolo relativo a Andrea Sempio, amico del fratello di Chiara Poggi. La svolta arriva dopo un lungo periodo in cui le indagini sembravano ferme, con un unico condannato, Alberto Stasi, eccessivamente considerato il solo responsabile. Secondo i documenti, la riapertura era pronta da circa un anno ma sono stati superati ostacoli procedurali e investigativi prima di procedere concretamente.
Andamento delle prime fasi dell’inchiesta
Andrea Sempio era già nell’occhio del ciclone durante le primissime fasi dell’inchiesta, ma la sua posizione fu archiviata nel 2017. Ora, invece, la procura ipotizza un coinvolgimento di Sempio in concorso con ignoti, oppure con lo stesso Stasi. L’indagine punta a verificare se ci siano stati depistaggi o omertà durante il primo processo, che hanno impedito di fare piena luce sulla vicenda. Il procuratore Napoleone ha dimostrato una volontà di non lasciare nulla irrisolto, prendendo in mano un dossier complesso e delicato.
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Le dichiarazioni del super testimone e la nuova chiave investigativa
Uno degli elementi chiave che ha spinto la procura a riesaminare il caso è stato il contributo di un cosiddetto “super testimone”, scoperto grazie al lavoro della trasmissione Le Iene e del giornalista Alessandro De Giuseppe. Questo testimone ha fornito dichiarazioni inedite, indicando luoghi e oggetti non considerati fino a quel momento dagli investigatori.
Ritrovamenti chiave e possibili piste
Tra le rivelazioni più importanti c’è il ritrovamento di un borsone nel canale di Tromello, esattamente dove il testimone aveva detto di aver visto possibili prove del delitto. Nel borsone sono stati trovati strumenti potenzialmente legati all’omicidio: un attizzatoio da camino, un martello particolare – noto come mazzetta da muratore – e un’ascia con la testa staccata dal manico. Questi oggetti non erano stati mai segnalati prima e potrebbero rappresentare una pista da non trascurare. Le indagini ora si concentrano sull’analisi di questi reperti, per capirne la possibile connessione con la dinamica del delitto e con Andrea Sempio stesso.
Le difficoltà e gli ostacoli incontrati durante il processo di riapertura
Il percorso per arrivare alla nuova inchiesta non è stato privo di intoppi. La riapertura è stata rimandata più volte a causa di questioni procedurali e, a quanto emerge, anche per pressioni esterne di vario tipo. Il giornalista De Giuseppe ha definito il procuratore Napoleone “uno tosto”, capace di resistere a interferenze politiche o personali che avrebbero potuto cercare di influenzare o bloccare la verità.
Ostacoli alla ricerca della verità
Negli anni, il caso Garlasco è stato attraversato da accuse di depistaggi, paura e omertà, elementi che hanno complicato la strada verso la verità. L’inchiesta ha dovuto fare i conti con testimonianze contraddittorie, difficoltà nel reperire prove e un clima generale di sospetto che ha spesso rallentato gli sviluppi. La decisione di riaprire il caso segnala un tentativo di rimettere ordine e chiarezza, anche di fronte a questi ostacoli.
Il contesto giudiziario e le implicazioni per alberto stasi
Alberto Stasi resta al centro di ogni discussione sulla morte di Chiara Poggi. È stato condannato in via definitiva per l’omicidio, ma questa nuova ondata di indagini riporta a galla dubbi sull’effettiva responsabilità esclusiva. Se si prova che Sempio e altri potevano essere coinvolti, la posizione di Stasi potrebbe dover essere rivalutata o quantomeno inserita in un quadro più complesso.
Questioni di giustizia penale e ricerca della verità si intrecciano dunque in questa fase. La tesi che Stasi possa essere stato sacrificato per coprire il vero colpevole o una rete più ampia di coinvolgimenti, mette pressione sulle autorità giudiziarie. Il pubblico ora attende sviluppi concreti da questa nuova fase, visto che il fascicolo si sta lentamente arricchendo di elementi e testimonianze che potrebbero riscrivere la storia di Garlasco.
La riapertura del caso segnala come la ricerca della verità in delitti complessi possa durare anni, attraversando momenti di stasi, colpi di scena e nuovi sospetti. La procura di Pavia continua ad approfondire, mentre la vicenda rimane sotto osservazione con crescente attenzione da parte di media e cittadini.