Nuovo capitolo del delitto di Garlasco tra scontrini, alibi e nuovi sviluppi nelle indagini

Il delitto di Garlasco torna al centro del dibattito con nuove discussioni sulla validità dello scontrino del parcheggio e sulle indagini, tra posizioni contrapposte delle difese di Stasi e Sempio. - Unita.tv

Serena Fontana

20 Maggio 2025

Il caso del delitto di Garlasco torna a far parlare di sé grazie a una lunga discussione televisiva che ha acceso il dibattito su alcuni elementi chiave, tra cui il famoso scontrino del parcheggio di Vigevano. I legali di Alberto Stasi e Andrea Sempio, rispettivamente protagonisti della vicenda, hanno offerto i loro punti di vista in merito agli ultimi dettagli emersi. La questione dell’alibi e i nuovi elementi ritrovati riaprono la riflessione su un processo che ha segnato la cronaca italiana.

Lo scontrino del parcheggio: alibi contestato e nuovi possibili riscontri

La discussione si è concentrata molto sulla validità dello scontrino risalente al 2007, che Andrea Sempio avrebbe mostrato come prova alibi per quella mattina. L’avvocato Antonio De Rensis ha liquidato quel documento come poco rilevante, paragonandolo a una carta debole in un mazzo, capace di essere riprodotta da chiunque senza prova effettiva di presenza o movimento. Ha inoltre ipotizzato che, se emergessero testimonianze contrarie alla versione fornita dalla famiglia Sempio, quel pezzo di carta potrebbe diventare un elemento molto pericoloso per la difesa, quasi un “missile”.

Divergenze sulle testimonianze

Secondo De Rensis, le affermazioni della signora Sempio sulla mattinata in questione differiscono dai fatti accertati, quindi sarebbe importante indagare con rigore per capire la verità. In particolare, ha ricordato che il coraggio è fondamentale per chi fa il magistrato, soprattutto in casi complessi come questo dove la strada per la verità non è mai chiara. Il legale invita a tenere un atteggiamento aperto verso eventuali nuovi elementi emersi attorno allo scontrino, senza pregiudizi.

La difesa di andrea sempio e le critiche alle ricostruzioni delle accuse

Dal fronte opposto, Massimo Lovati, legale di Andrea Sempio, ha minimizzato l’importanza dello scontrino, sottolineando come la famiglia Sempio fosse solita conservare molti scontrini e che quindi quel documento potrebbe non indicare nulla di rilevante. Lovati ha fatto un richiamo ironico citando un altro scontrino trovato nel 2020 sul cruscotto dell’auto di Andrea, quasi a sentirsi in presenza di una casualità.

Posizioni sulla colpevolezza

Lovati ha poi definito le accuse rivolte a Stasi e Sempio come costruzioni inconsistenti e “fantascientifiche”. Ha ribadito che il suo assistito è innocente e che la sentenza di condanna a 16 anni per Stasi non corrisponde alla realtà dei fatti. Riguardo alla recente indagine che vede Sempio coimputato in una ricostruzione ipotetica, il legale ha espresso forti dubbi sulla concretezza dell’accusa e si è detto contrario a un processo basato su ipotesi e senza prove chiare e specifiche.

Indagini passate e nuove piste: il ruolo dei reperti ritrovati a tromello

In merito ai materiali recuperati nei pressi di Tromello, De Rensis ha accennato a un possibile ritrovamento di oggetti come un attizzatoio o una mazzetta nel torrente. Ha indicato che, se confermati, non sarebbero elementi comuni da abbandonare e potrebbero avere un valore probatorio importante. Il legale ipotizza che il delitto possa essere stato commesso da più persone e quindi l’indagine potrebbe aprire a nuove piste, superando alcune certezze acquisite fin dal 2007.

Replica della difesa

Parallelamente, Lovati continua a contestare le nuove indagini, definendole prive di basi solide o novità sostanziali. Ha anche criticato la gestione di un’interrogazione della madre di Sempio, suggerendo che una sua astensione sarebbe dovuta concludere la discussione senza possibilità di ulteriori risvolti, ma su questo si scontrano diverse versioni riguardo lo svolgimento effettivo dell’intervista.

Posizioni divergenti e interrogativi sul futuro del processo

Lo scontro tra le due difese prosegue all’interno di un contesto dove le attenzioni sono rivolte a chiarire i punti oscuri. De Rensis evidenzia che l’indagine del 2007 non ha considerato alcune prove importanti, come la mancata analisi della spazzatura di quella giornata e altri dettagli che potrebbero cambiare la valutazione dei fatti. Sostiene che questa nuova fase investigativa potrebbe fondare un percorso più solido e scientifico rispetto alla prima inchiesta.

Lovati, dal canto suo, osserva con scetticismo tutti questi sviluppi, ribadendo di non vedere motivo di riaprire un caso ormai archiviato. La sua critica principale si concentra sulla mancanza di chiarezza nelle accuse e sulla difficoltà di impostare una difesa legittima in presenza di ipotesi poco precise.

Dichiarazioni recenti e atteggiamento di stasi

Infine, De Rensis fa notare come la signora Sempio abbia fornito dichiarazioni dettagliate solo recentemente, e non subito dopo i fatti, cosa che lascia aperti tanti quesiti sul racconto della famiglia. Ricorda anche che Alberto Stasi ha sempre mantenuto un approccio collaborativo durante le chiamate delle autorità, sottolineando un atteggiamento di trasparenza.

Il delitto di Garlasco rimane uno dei capitoli più intricati della cronaca giudiziaria italiana, e questa nuova fase alimenta discussioni e attese su eventuali sviluppi negli anni a venire.

Ultimo aggiornamento il 20 Maggio 2025 da Serena Fontana