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Nuovi sviluppi sul delitto di garlasco, il genetista marco capra commenta l’impronta attribuita a andrea sempìo

Nuovi sviluppi sul delitto di Garlasco: Marco Capra analizza l’impronta di Andrea Sempio, sollevando dubbi sulla validità dei dati scientifici e riaccendendo il dibattito sulle indagini.

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Il genetista Marco Capra riapre il dibattito sul delitto di Garlasco, evidenziando dubbi sulle impronte trovate e sottolineando l'importanza di nuove analisi scientifiche per chiarire la dinamica dell'omicidio. - Unita.tv

Il delitto di garlasco continua a far parlare di sé con nuovi elementi che riaccendono il dibattito sulla possibile riapertura delle indagini. Marco Capra, genetista e consulente storico della famiglia Poggi, ha rilasciato un’intervista in cui ha analizzato le ultime rilevazioni sull’impronta di Andrea Sempio trovata in casa della vittima. Le sue parole svelano dubbi e interrogativi sulla validità dei dati scientifici emersi finora e segnano una nuova fase nel caso che ancora oggi divide l’opinione pubblica.

L’impronta di andrea sempìo: tra dati scientifici e valutazioni

Marco Capra ha sottolineato che non si tratta di dati scientifici in senso stretto, ma di interpretazioni e valutazioni ottenute da quei dati. Ha spiegato che gli esperti stessi possono fornire opinioni diverse quando si pongono loro domande identiche. Questo aspetto si scontra spesso con la esigenza di giudici e giornalisti di trovare certezze nette, soprattutto laddove si parla di prove. Capra ha ricordato poi la storica difficoltà nel considerare difformità nelle valutazioni scientifiche in un contesto giudiziario e mediatico, dove la ricerca di una prova certa domina il dibattito.

L’impronta numero 33 attribuita a andrea sempìo

Il nuovo elemento in discussione è un’impronta, indicata come numero 33 nel rapporto, che sarebbe attribuibile ad Andrea Sempio e trovata sul muro delle scale che portano alla taverna in cui è stato scoperto il corpo di Chiara Poggi. Capra ha dichiarato di aver esaminato solo superficialmente la relazione di circa ottanta pagine ma ha rimarcato che questa traccia non mostrava, almeno da quello che è stato rilevato, materiale ematico. Ha anche ricordato che molte impronte sono state individuate nella casa, a partire da quelle di un falegname che aveva lavorato tempo prima, fatto che evidenzia come le impronte possano permanere a lungo su superfici di quel tipo. Capra ha insistito: “Non si tratta solo di rilevare un’impronta, ma di valutare il contesto e l’affidabilità di tale dato”.

I dubbi sulla ricostruzione dell’omicidio e le impronte nell’abitazione

Nel corso dell’intervista, Capra si è concentrato sulle tracce lasciate dall’assassino e sulla dinamica dei movimenti all’interno dell’abitazione. Le impronte rinvenute sono sparse vicino alla porta a soffietto, nel salottino, nel corridoio e nella cucina. Curiosamente, sulle scale che conducono alla taverna non sono state trovate impronte di calzature, fatto che suggerisce che chi ha commesso il delitto non sarebbe sceso al piano inferiore, dove è stato abbandonato il corpo.

Ipotesi sulla dinamica dei movimenti nella casa

Il genetista ha osservato che anche altre persone potrebbero essere teoricamente coinvolte, ma allo stato attuale esiste solo una traccia evidente. Ha ricordato la perizia basata sul racconto di Alberto Stasi che descriveva di essere sceso solo uno o due gradini senza vedere il cadavere nella posizione in cui è stato trovato. Questa ricostruzione sembrerebbe coerente con le impronte rilevate.

Capra ha inoltre fatto notare che l’impronta attribuita a Sempio è molto vicina a un’altra, appartenente a Marco Poggi, amico di Sempio. Non ritiene irragionevole ipotizzare che due amici, frequente tra loro, possano aver lasciato impronte in posizione contigua. Ha fatto presente che Marco Poggi in quei giorni era in vacanza in Trentino, dettaglio che potrebbe avere rilevanza nella dinamica dei fatti.

Particolari sull’arma del delitto e le tracce di sangue

L’omicidio ha richiesto una certa forza fisica, considerando il trasporto del corpo e la frattura riportata, simile a una pallina da sangue. Capra ha parlato delle evidenze ematiche trovate sul luogo del delitto. Ha segnalato che l’assassino si sarebbe certamente sporcato di sangue durante l’azione violenta.

Caratteristiche dell’arma usata secondo marco capra

Secondo il genetista, l’arma usata era probabilmente un oggetto con manico corto. Ha escluso che si tratti di un attizzatoio, poiché in tale caso gli schizzi di sangue avrebbero raggiunto fino a 3 metri di altezza, mentre in realtà si fermano intorno a 1,2 metri. Questo dettaglio evidenzia una modalità precisa dell’aggressione e potrà essere utile a orientare le indagini.

Riguardo all’impronta numero 10, rintracciata sulla porta, Capra ha ricordato che non può essere utilizzata per un’identificazione assoluta, ma serve a escludere determinate ipotesi. Quella porta presentava più impronte e questa traccia risulta in un punto molto significativo. La complessità del caso non diminuisce con il tempo: l’esperto ricorda come si stia mettendo in discussione tutto ciò che fu stabilito nel confronto tra le parti 18 anni fa.

Il peso del tempo e la prospettiva delle indagini future

Il genetista ha rilevato che la tecnologia applicata nelle analisi forensi progredisce, quindi tra vent’anni potrebbe emergere qualche nuova evidenza in grado di sconvolgere quanto già stabilito. Capra si trova a seguire il dossier da molto tempo: ha iniziato quando non aveva nemmeno quaranta anni, oggi ne ha 58 e immagina che il caso continuerà a occupare investigatori e consulenti ancora a lungo.

Ha assicurato che non mancano l’impegno nella verifica e la disponibilità ad accettare ogni nuova analisi. La sua attività si concentra sulla parte genetica e cerca di mantenere un atteggiamento il più possibile aperto a qualsiasi approfondimento. Ha respinto sospetti di chiusura o mancanza di volontà a riaprire le indagini. Le nuove tracce verranno dunque valutate con cura.

La risonanza mediatica e lo sguardo sul delitto di garlasco oggi

L’interesse dei media intorno al delitto di garlasco resta alto, ma Capra ha puntualizzato che spesso le notizie arrivano parziali o “di parte”, distorcendo la percezione dei fatti. Ha fatto riferimento alla recente testimonianza di una donna in procura che ha riacceso uno scenario tutt’altro che pacifico tra Stefania Cappa e Chiara Poggi.

Questo caso, ancora oggi al centro dell’attenzione nazionale, tende a oscurare altre inchieste rimaste vive solo di recente, come quelle legate a Liliana Resinovich e Pierina Paganelli. Il fascino inquietante della vicenda di garlasco persiste nella cronaca italiana, intrecciando vecchie e nuove ipotesi in un racconto che non smette di evolversi col tempo.