Nuovi sviluppi sui video criptati trovati nel caso delitto di Garlasco, chiarimenti e dubbi in tv
Nuove rivelazioni sui video criptati di Chiara Poggi e Alberto Stasi riaccendono il dibattito sull’omicidio del 2007, sollevando interrogativi su moventi, dinamiche e possibili coinvolgimenti di terze persone.

L’articolo approfondisce nuove rivelazioni sui video criptati trovati nei computer di Chiara Poggi e Alberto Stasi, elementi digitali che riaprono il dibattito sull’omicidio di Garlasco del 2007, senza però fornire certezze sulle responsabilità o moventi. - Unita.tv
L’omicidio di Chiara Poggi, avvenuto il 13 agosto 2007 a Garlasco, torna al centro dell’attenzione grazie a nuove rivelazioni sui video trovati nei computer della vittima e di Alberto Stasi. Durante la trasmissione televisiva Quarto Grado, sono emersi dettagli sui contenuti digitali che potrebbero far luce su aspetti finora poco chiari del caso. Il dibattito si è concentrato soprattutto sulla natura di quei filmati, criptati e finora inaccessibili, e sul possibile coinvolgimento di più figure nel tragico evento. La discussione ripropone domande sul movente e sulla dinamica dell’omicidio, con testimonianze tecniche e giuridiche che alimentano ulteriori interrogativi.
I video criptati nel pc di chiara poggi: cosa sappiamo davvero
I video in questione sono stati scoperti dagli esperti nel computer di Chiara Poggi, ma anche in quello di Alberto Stasi, l’ex fidanzato indicato come sospettato principale. Paolo Reale, ingegnere informatico e consulente della famiglia Poggi, ha spiegato che i video trovati sul pc di Chiara erano criptati, quindi non erano accessibili senza una specifica password. Questo ha impedito una visione immediata o un’analisi dettagliata fino a oggi. Reale ha sottolineato che, già all’epoca del ritrovamento, riteneva quei file meritevoli di attenzione, ma solo recentemente c’è stata una riapertura alle indagini su quel materiale perché potrebbe offrire indizi importanti.
In studio è stato ribadito che, contrariamente a quanto alcuni hanno ipotizzato, Marco Poggi, fratello della vittima, non avrebbe potuto vedere quei filmati. La stessa password che proteggeva i video era ignota fino a quando non è stata recuperata durante le analisi. Di conseguenza, non esistono prove tecniche che indichino che Marco abbia avuto accesso a quei contenuti intimi. Il quadro tecnico è fondamentale per stabilire chi avesse realmente la possibilità di consultare quei file.
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Analisi della personalità di alberto stasi e il ruolo dei video nella vicenda
Il ruolo di Alberto Stasi rimane al centro anche per un altro motivo. La recente sentenza del giudice di sorveglianza ha descritto una personalità complessa, evidenziando una certa ossessione verso materiale pornografico. Reale ha richiesto di guardare a questi aspetti senza pregiudizi e con una valutazione globale, non limitandosi solo ad un personaggio tra i vari coinvolti. La questione della pedopornografia era stata sollevata in passato ma è stata rigettata dalle sentenze, che non hanno condannato Stasi per questo motivo, nonostante quei file fossero stati rinvenuti nel suo pc.
Durante la trasmissione, Carmelo Abbate ha ribadito che, secondo le sentenze, la pedopornografia non costituisce elemento per incolpare Stasi perché la magistratura ha chiarito che non è stato dimostrato un accesso attivo a quel materiale. Questo punto rimane uno dei più controversi e alimenta il dibattito sulla dinamica dei fatti e sulle reali motivazioni dietro all’omicidio di Chiara Poggi.
Anche la natura intima dei video è stata al centro del confronto. L’esistenza di filmati condivisi tra i due ragazzi testimonia un rapporto che, a livello digitale, si mostrava stretto e complesso. Questo può aiutare a comprendere le tensioni o le situazioni personali che hanno preceduto i tragici fatti, senza però fornire certezze sulla correlazione con il crimine.
Le ipotesi sul coinvolgimento di terze persone e le ombre sui video
Un’altra parte del dibattito ha riguardato la possibilità che altre persone abbiano visto quei filmati, ad esempio Andrea Sempio, amico di Stasi, o lo stesso Marco Poggi. Carmelo Abbate ha suggerito questa ipotesi, affermando che alcuni verbali parlano di Chiara al pc mentre scaricava un video da Stasi, poi visualizzato presumibilmente da un’altra persona presente in casa.
Non ci sono però prove che confermino queste ipotesi. Reale ha ribadito che tecnicamente non esistono elementi che dimostrino la visione di quei video da parte di Marco Poggi o di altri. Il sistema di protezione con password avrebbe impedito accessi non autorizzati. Questo quindi alimenta uno scenario in cui molte supposizioni restano senza riscontri concreti, e gli inquirenti si trovano a dover esaminare ogni dettaglio con attenzione.
Grazia Longo ha osservato che non si può escludere che un’eventuale ossessione o interesse da parte di altre persone verso quei video abbia innescato episodi di aggressione, ma ha chiarito che mancano indizi o riscontri tecnici che supportino questa tesi.
Le indagini sulle tracce digitali e il futuro degli accertamenti sull’omicidio
L’attenzione sugli elementi digitali del caso delitto di Garlasco riprende con nuovi interrogativi da risolvere. La recente richiesta di chiarimenti avanzata a Marco Poggi sugli stessi video indica che gli inquirenti continuano a vedere in quei file un possibile elemento utile per ricostruire dinamiche ancora oscure.
Gli esperti informatici hanno già recuperato la password che criptava i video e stanno valutando la possibilità di approfondire l’analisi senza limitarsi a un solo filone. Tuttavia la mancanza di dati certi sul controllo effettivo dei file da parte dei soggetti coinvolti rimane un ostacolo.
Di fatto le nuove investigazioni potrebbero portare a comprendere meglio i rapporti personali e i moventi che hanno seguito la tragedia del 2007. La strada resta lunga e richiede cautela nel valutare informazioni delicate, soprattutto quando si parla di prove digitali che possono essere facilmente strumentalizzate. In ogni caso, la vicenda torna a offrire elementi che spingono a non dimenticare questo caso di cronaca ancora aperto.