nuovi sviluppi nell’inchiesta su liliana resinovich, approfondimenti su reperti e indagini a trieste
Nuove indagini sulla morte di Liliana Resinovich a Trieste, con focus su autopsie e gestione della salma. Sebastiano Visintin resta l’unico indagato per omicidio volontario.

Il caso di Liliana Resinovich a Trieste si riapre con nuove indagini, confermando l’ipotesi di omicidio e approfondendo la gestione controversa della salma, mentre il marito resta l’unico indagato. - Unita.tv
Il caso di liliana resinovich continua a alimentare l’attenzione degli inquirenti e dei media a trieste. La procura ha deciso di ampliare il fascicolo d’indagine, mettendo sotto la lente ulteriori elementi raccolti durante la seconda autopsia e i primi rilievi sul luogo del delitto. Intanto, permangono dubbi sulle modalità della conservazione della salma e sul ruolo del marito, unico indagato. Le novità riguardano anche l’analisi di reperti specifici trovati sulla scena, smuovendo il quadro investigativo.
Le nuove indagini della procura di trieste e il supplemento disposto
La procura di trieste ha ordinato un supplemento di indagine per integrare il lavoro svolto dal gruppo di esperti, guidati dall’anatomopatologa cristina cattaneo. Il team ha riesaminato il corpo di liliana resinovich e i risultati confermano che la donna è morta per mano di terzi. L’inchiesta procede dunque con il reato di omicidio e vede come unico indagato sebastiano visintin, marito della vittima.
Nel dettaglio, i magistrati hanno disposto di analizzare ancora alcuni reperti che potrebbero fornire ulteriori elementi di prova. Tra questi compare il cordino che serviva a chiudere i sacchetti posti intorno al collo della donna. Questo particolare oggetto sarà sottoposto a nuove verifiche per confrontarne l’origine con un cordino ritrovato nell’appartamento della coppia. Quest’ultimo, secondo la polizia, è stato trovato proprio da sebastiano visintin nei primi sopralluoghi. La corrispondenza tra i due potrebbe offrire indicazioni fondamentali sull’uso degli oggetti e sulla dinamica della morte.
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Revisione di tessuti e materiali
Il piano di indagine prevede inoltre la revisione di tessuti e altri materiali raccolti durante l’autopsia. La procura ha incaricato un team di cinque consulenti per affiancare cattaneo, al fine di ottenere una relazione più completa e dettagliata. Questi accertamenti mirano a escludere o confermare elementi finora poco chiari, specialmente riguardo a eventuali modalità violente o tracce lasciate sul corpo o negli oggetti collegati al delitto.
Dubbi sulle modalità di conservazione della salma e le richieste dei parenti
La famiglia di liliana resinovich, in particolare il fratello sergio e la cugina silvia radin, continua a sollevare dubbi intorno agli aspetti legati alla custodia del corpo. Il punto più contestato riguarda la scelta di utilizzare una bara non zincata. Questa particolare scelta ha inciso sulla conservazione del cadavere, creando problemi nella preservazione dei tessuti e complicando di fatto successivi accertamenti medico-legali.
I parenti hanno chiesto spiegazioni ufficiali su questo punto, sostenendo che una bara zincata avrebbe evitato il rapido deterioramento del corpo. La questione ha preso rilievo anche nelle trasmissioni televisive che hanno trattato il caso, tra cui “chi l’ha visto?”, dove è stata riportata la preoccupazione dei familiari di fronte a questa decisione.
Contrasti sul destino della salma
Dall’altra parte, il vedovo sebastiano visintin avrebbe preferito procedere con la cremazione fin dall’inizio. Secondo lui questa era una volontà di liliana resinovich, espressa in vita. Tale proposta è stata ribadita più volte, ma non è mai stata accolta dalle autorità nel momento in cui sono scattate le indagini.
Questo contrasto sull’utilizzo della bara e sul destino della salma riflette la complessità emotiva e giuridica intorno al caso. La conservazione del corpo si è rivelata un nodo cruciale, poiché ha limitato la possibilità di effettuare alcuni accertamenti essenziali nel momento più delicato, ovvero quello successivo alla morte e prima degli approfondimenti medico-legali.
Le conclusioni dei medici legali e la revisione dello scenario iniziale
Il focus dell’indagine si è spostato in modo netto dopo la seconda autopsia eseguita. I medici legali coinvolti hanno certificato che liliana resinovich non è morta per cause naturali o per un gesto autolesionistico. Al contrario, la morte è stata causata da un’azione violenta, attribuibile a un’aggressione di terzi.
Questo elemento ha stravolto le ipotesi iniziali. Nei primi accertamenti affidati ad altri consulenti dalla procura si era messo sul tavolo lo scenario di un possibile suicidio. Tuttavia, la nuova perizia ha escluso questa evenienza, confermando l’eventualità di un omicidio.
Capo d’accusa e nuove analisi
Il capo d’accusa per sebastiano visintin resta quindi quello di omicidio volontario. Le nuove analisi richieste dal pm puntano a consolidare questa tesi, cercando correlazioni tra le tracce trovate e la dinamica della morte. L’esame minuzioso dei reperti potrebbe fornire conferme decisive o, in caso contrario, aprire altri spazi d’indagine.
Intanto, il caso continua a creare tensione tra gli abitanti di trieste e a scuotere l’attenzione pubblica, al centro di discussioni anche legate alla figura del marito e alle sue dichiarazioni. Gli sviluppi nelle prossime settimane saranno cruciali per definire i contorni di questa vicenda che tiene ancora molti punti in sospeso.
Il mistero del trasferimento della salma e l’intervento del preparatore anatomico
Un altro aspetto del caso riguarda il trasferimento della salma di liliana resinovich, un particolare al centro di osservazioni da parte di giacomo molinari, preparatore anatomico coinvolto nella vicenda. Molinari ha segnalato anomalie nella gestione del corpo, che potrebbero aver influito sull’esito delle autopsie.
Le difficoltà riscontrate nel processo di conservazione e trasporto del corpo si riflettono su alcuni risultati medico-legali, creando dubbi sulla possibilità di raccogliere dati certi e completi. Questa situazione ha condotto la procura a chiedere ulteriori verifiche e a includere nuovi esperti nella squadra di consulenti.
Criticità nella gestione della salma
La gestione della salma si configura come un nodo delicato, soprattutto per un caso con così tante implicazioni giudiziarie. Le segnalazioni di molinari forniscono un quadro più ampio delle criticità passate che oggi mettono a dura prova il lavoro degli investigatori e degli esperti.
L’attenzione rimane alta nel monitorare ogni dettaglio entro la cornice che gli accertamenti ufficiali tracciano. Gli sviluppi relativi al trasferimento potrebbero rivelarsi importanti nel chiarire alcuni passaggi ancora opachi, indispensabili per capire cosa sia realmente accaduto a liliana resinovich.