Home nuove rivelazioni sul delitto di Garlasco: supertestimone e impronta 33 al centro delle indagini

nuove rivelazioni sul delitto di Garlasco: supertestimone e impronta 33 al centro delle indagini

Nuove rivelazioni sul delitto di Garlasco emergono grazie a Gianni Brusagin, supertestimone, e all’analisi dell’impronta 33, mentre si riaccendono le indagini su Andrea Sempio e altri sospettati.

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Il delitto di Garlasco torna al centro dell’attenzione con nuove testimonianze e un’impronta digitale riaprono le indagini sull’omicidio di Chiara Poggi, mentre emergono chiarimenti su alcuni sospetti e indagini incomplete del passato. - Unita.tv

Il delitto di Garlasco torna a far discutere a più di quindici anni dall’omicidio di Chiara Poggi, con nuove piste e testimonianze che riaccendono l’attenzione sull’inchiesta. Nel corso della trasmissione Iceberg, andata in onda su Telelombardia, Francesco Marchetto, ex maresciallo dei carabinieri che aprì le prime indagini, ha condiviso dettagli inediti e aggiornamenti legati ai recenti sviluppi investigativi. La vicenda ruota attorno a un supertestimone e a un’impronta scoperta vicino al luogo del delitto, elementi che promettono di chiarire alcuni nodi rimasti nascosti finora.

Il supertestimone gianni brusagin e la sua rivelazione sulle indagini

Gianni Brusagin, noto come supertestimone emerso grazie al programma Le Iene, ha dichiarato di aver ricevuto una informazione cruciale circa il possibile smaltimento di un borsone contenente strumenti nel canale di Tromello. Questo canale, recentemente dragato dai vigili del fuoco, rappresenta un punto interrogativo nelle indagini ormai storiche sul delitto di Chiara Poggi.

Francesco Marchetto ha spiegato che conosce Brusagin da tempo e ha ribadito la serietà delle sue dichiarazioni. Brusagin avrebbe riportato subito ciò che gli era stato riferito, appuntandosi attentamente ogni dettaglio per non commettere errori. Dopo aver informato l’avvocato della famiglia Poggi, Tizzoni, ebbe l’indicazione di fermarsi, poiché le indagini erano concentrate su un altro sospettato, Alberto Stasi. Brusagin, a detta di Marchetto, avrebbe chiesto quindi consiglio fuori dal suo ambiente locale, venendo caldamente invitato a non parlare prima del momento giusto.

Il maresciallo ha sottolineato che Brusagin ha già reso testimonianza ai carabinieri e che ci sono motivazioni precise dietro il suo silenzio fino ad ora. Inoltre ha definito Brusagin affidabile e privo di tendenze a inventare storie, dato che non avrebbe avuto alcun vantaggio nel diffondere informazioni false.

Impronta 33 e nuove indagini su andrea sempio

Una delle novità più rilevanti di questa fase investigativa riguarda un’impronta digitale, identificata come “impronta 33”, trovata vicino alla scala dove fu rinvenuto il corpo di Chiara Poggi. Marchetto ha riferito che la procura attuale, insieme ai carabinieri di Milano, sta riesaminando tutti gli atti originali del 2007 con l’obiettivo di capire perché alcune piste non furono seguite all’epoca.

Tra i sospettati finiti nuovamente sotto la lente degli investigatori c’è Andrea Sempio. Negli ultimi tempi sarebbero emersi elementi che richiedono approfondimenti, soprattutto in rapporto all’impronta 33 che potrebbe essergli riconducibile. Se i riscontri dovessero confermare la presenza di Sempio in quel luogo, si aprirebbe una nuova prospettiva, da collocare con attenzione nel quadro complessivo dell’inchiesta.

Marchetto ha detto che si attendono gli esiti dell’incidente probatorio, che servirà a chiarire molti aspetti rimasti oscuri, come per esempio i motivi per cui alcune verifiche su soggetti già sentiti non furono mai svolte con rigore.

Il ruolo delle sorelle cappa e il chiarimento sulle accuse infondate

Nel dibattito pubblico i nomi di Stefania Cappa e Maria Rosa Poggi sono tornati spesso in relazione al caso, generando confusione e tensioni. Marchetto ha voluto precisare che le sorelle Cappa, così come la loro famiglia, non sono mai state indagate ufficialmente. Non risultano in nessun modo coinvolte nei fatti relativi al delitto di Garlasco.

Il legame con loro nasce soltanto da un errore di fotografia. Le immagini con il famoso fotomontaggio che mostrava le due gemelle accanto a Chiara Poggi con un vestito rosso, erano un’ingenuità e non una prova di un coinvolgimento diretto.

Marchetto ha aggiunto che, ipotizzando un eventuale coinvolgimento, non si spiegherebbe perché le sorelle siano invece uscite pubblicamente allo scoperto, dimostrando una distanza chiara dal crimine. Ciò contribuisce a rafforzare la tesi secondo cui gli episodi legati a loro non devono essere confusi con la ricostruzione dei fatti.

Le indagini lasciate a metà e le richieste di nuovi accertamenti

Nel corso della trasmissione l’ex maresciallo ha sollevato anche il tema di indagini incompiute. Alcuni riscontri su alcuni soggetti che avevano riferito dichiarazioni particolari non furono eseguiti o approfonditi con attenzione nel 2007.

In particolare, Stefania Cappa e sua madre Maria Rosa Poggi erano state menzionate in verbali che indicavano la necessità di accertamenti. Marchetto ha confermato di aver chiesto spiegazioni sul motivo per cui quegli approfondimenti non vennero fatti e gli fu risposto semplicemente che entrambi avevano degli alibi.

Questo tipo di approccio, secondo quanto spiegato, potrebbe aver lasciato fuori elementi importanti per la comprensione della vicenda. La nuova procura sta investendo energie proprio per ricostruire quei passaggi, anche a fronte delle nuove testimonianze e tracce trovate.

Le dichiarazioni e i movimenti emersi da questa riapertura mostrano come a distanza di anni molti punti del delitto di Garlasco restino ancora aperti e, forse, delineano strada a una possibile svolta.