Nuove indagini sul delitto di Garlasco: trovato un martello nel canale di Tromello, si valuta se sia l’arma del delitto
Il ritrovamento di un martello nel canale di Tromello riaccende l’attenzione sul caso di Garlasco, coinvolgendo nuovamente Alberto Stasi e le famiglie Poggi e Stasi in nuove indagini.

Il caso Garlasco si riapre con il ritrovamento di un martello nel canale di Tromello, potenziale arma dell’omicidio di Chiara Poggi, mentre proseguono le indagini e le tensioni tra le famiglie coinvolte. - Unita.tv
Il caso di Garlasco torna a far parlare dopo un recente sviluppo che ha riguardato il ritrovamento di un oggetto importante nel canale di Tromello, in provincia di Pavia. L’arma che ha tolto la vita a Chiara Poggi, al centro di uno dei processi più seguiti degli ultimi anni, non era mai stata recuperata. Le autorità hanno svolto perquisizioni e un dragaggio del canale, dove è stato recuperato un martello che potrebbe essere collegato all’omicidio. La vicenda vede nuovi attori e sviluppi, tra momenti di attesa e discussioni accese tra le famiglie coinvolte e i legali di Alberto Stasi, condannato per il delitto.
Le operazioni investigative nel canale di Tromello, luogo chiave delle ricerche
Il 15 marzo 2025, gli inquirenti hanno effettuato un intervento di dragaggio del canale di Tromello, zona in cui si è concentrata l’attenzione dopo la scoperta di un possibile collegamento con l’arma usata nel delitto Poggi. Negli ultimi vent’anni questo corso d’acqua non era mai stato dragato, soltanto liberato dalle sterpaglie. Secondo l’ingegnere di Tromello, intervistato da Storie Italiane, “se fosse stato gettato un oggetto pesante come un martello, esso ancora si troverebbe sul fondo, poiché l’acqua del canale non ha abbastanza corrente da trascinarlo via.”
Il ritrovamento del martello ha scatenato l’interesse degli investigatori. Questo attrezzo manca dall’abitazione di Chiara Poggi fin dal 2007. La tipologia dell’oggetto ha fin da subito portato a sospettare che possa essere l’arma del delitto, sparita con il fatto. Fonti non ufficiali, riprese da diversi quotidiani, hanno rivelato che negli ultimi giorni sono state eseguite anche numerose perquisizioni, concentrate tra amici e contatti vicini alla vittima e ad Alberto Stasi. L’operazione mira a confermare o escludere la compatibilità tra il martello rinvenuto e le ferite mortali riportate da Chiara Poggi.
Ruolo centrale di Alberto Stasi e le parole dell’avvocato de Rensis
Alberto Stasi, condannato per l’omicidio di Chiara Poggi, torna al centro delle polemiche e dell’attenzione pubblica grazie alle indagini in corso. Il suo legale, l’avvocato De Rensis, ha commentato gli sviluppi durante una puntata di Storie Italiane. Ha ribadito da tempo che “esistono elementi che potrebbero smontare le certezze che avevano portato alla condanna definitiva di Stasi.” Ha invitato a non fermarsi all’ultima informazione, perché “ogni parte di questa vicenda è collegata e solo le indagini tradizionali, comunque trascurate durante il primo ciclo, potranno fare chiarezza.”
De Rensis ha espresso fiducia forte nella capacità degli investigatori che attualmente lavorano sul caso, attirando però l’attenzione sul rischio di credere a ricostruzioni basate su presupposti inesatti. Ricorda che Stasi ha trascorso i dieci anni più importanti della sua vita in carcere e sottolinea il dolore delle famiglie coinvolte, rivolgendo un appello a rispettare tutte le parti. Le sue parole hanno infiammato gli animi, in particolare per le critiche mosse agli avvocati della famiglia Poggi, accusati di attaccare senza fondamento il lavoro della procura e dei carabinieri incaricati.
Tensioni tra le famiglie e il rispetto delle indagini in corso
La vicenda, che pesa da quasi due decenni sulle comunità di Garlasco e Tromello, ha sempre suscitato reazioni forti. La famiglia di Chiara Poggi e quella di Alberto Stasi vivono da sempre un dolore che si intreccia con la battaglia giudiziaria e mediatica. Recentemente gli avvocati dei Poggi hanno espresso critiche sulla gestione delle indagini più recenti, definendo alcune ipotesi fantasiose, oltre a lamentare mancanze nei protocolli investigativi.
Di fronte a queste tensioni, De Rensis ha chiesto maggiore umiltà e rispetto verso chi conduce le indagini, spronando chi ha dubbi o sospetti a rivolgersi direttamente all’autorità competente con denunce ufficiali. Ha poi fatto notare l’incoerenza mediatica che ha accompagnato la vicenda, ricordando il cortometraggio trasmesso in televisione anni fa che presentava una ricostruzione contraria ai fatti, difeso allora senza riserva. L’avvocato ha sollecitato un metro di giudizio uguale per tutti, evitando strumentalizzazioni.
Rilevanza dei sequestri informatici e ipotesi di più armi coinvolte
Tra i nuovi elementi emersi vi sono i sequestri informatici, concentrati sull’analisi dei dispositivi appartenuti a persone coinvolte nel caso. L’avvocato De Rensis ha affermato che questi accertamenti potrebbero rivelare dettagli inediti con risvolti importanti. Ha ricordato che nelle prime fasi delle indagini erano stati trascurati alcuni movimenti o orari discordanti tra i testimoni e gli indagati, mentre non si era indagato approfonditamente sull’ipotesi che più di un’arma potesse essere stata usata nell’omicidio.
Si mette anche in discussione la certezza che Chiara Poggi abbia aperto la porta all’assassino o che vi fosse un solo colpevole. Gli interrogativi sulle tempistiche e i dettagli dei fatti tornano a diventare centrali, mentre la procura di Pavia continua a condurre un lavoro silenzioso ma approfondito, senza cedere a ipotesi affrettate.
Il percorso giudiziario e le accuse rivolte alla procura di Pavia
La partita giudiziaria di Garlasco ha mostrato svolte e colpi di scena negli anni. Alberto Stasi venne arrestato in base a tracce trovate su una bicicletta, ma la procura di Pavia ha portato avanti un’indagine più lunga e complessa nel tempo. Secondo De Rensis, “non si può parlare di un ‘innamoramento’ da parte degli inquirenti verso una sola versione.” I magistrati, insieme ai carabinieri e ai consulenti, lavorano da anni per scoprire la verità senza preconcetti.
Nonostante alcune dichiarazioni che definiscono “strampalate” alcune ipotesi investigative, l’avvocato ribadisce che è doveroso rispettare le istituzioni che si occupano del caso, evitando attacchi o insinuazioni gratuite. Conclude sottolineando un atteggiamento meno presuntuoso nella gestione del caso: “solo così si può evitare di perdere di vista la realtà dei fatti.” Garlasco resta sotto osservazione, mentre la ricerca della verità continua con gli sviluppi che si attendono nelle prossime settimane.