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Nuova legge nello stato di washington mette a rischio il segreto confessionale dei sacerdoti cattolici

La legge di Washington obbliga i sacerdoti a denunciare abusi su minori, creando tensioni tra la Chiesa cattolica e le autorità statali, con implicazioni per la libertà religiosa garantita dal Primo Emendamento.

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La nuova legge dello stato di Washington che obbliga i sacerdoti a denunciare abusi sui minori emersi in confessione ha acceso uno scontro tra Chiesa cattolica e autorità, sollevando dubbi sul conflitto tra segreto confessionale e libertà religiosa garantita dal Primo Emendamento. - Unita.tv

Una recente norma approvata nello stato di Washington ha aperto un acceso scontro tra la Chiesa cattolica e le autorità statali americane. La legge impone ai sacerdoti di denunciare abusi sui minori di cui vengono a conoscenza durante il sacramento della confessione, ma questa prescrizione si scontra con il segreto confessionale, elemento fondamentale della fede cattolica. La questione ha attirato l’attenzione del Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti, che ha avviato un’indagine sul rispetto della libertà religiosa garantita dal Primo Emendamento della Costituzione.

Come funziona il segreto confessionale negli stati uniti e le differenze regionali

Nel sistema legale americano, la legge sul dovere di segnalare abusi su minori varia molto da stato a stato. In molti, il clero è soggetto all’obbligo di segnalazione verso le autorità se sospetta che un minore stia subendo violenze o abusi. Tuttavia, numerosi stati garantiscono un’eccezione per la comunicazione avvenuta in confessione, riconoscendo il segreto come una protezione giuridica.

Per esempio, stati come New Hampshire e West Virginia non prevedono la possibilità di rompere il segreto confessionale, mentre il Tennessee obbliga il clero a denunciare solo nel caso di abusi sessuali su minori. Il New York Times ha evidenziato questa molteplicità di norme e ha sottolineato come in molti casi non siano mai state avviate azioni penali nei confronti dei sacerdoti che hanno mantenuto il segreto dopo una confessione.

Il quadro dunque non appare omogeneo, e la legge di Washington si inserisce in un contesto giuridico che cerca un bilanciamento difficile tra tappare le falle nella protezione dei minori e rispettare i principi religiosi. In quest’ottica risulta complicato misurare l’impatto concreto delle sanzioni e del rischio di violare la fedeltà al segreto.

La legge di washington e la crisi del segreto confessionale

Nel 2025 lo stato di Washington ha introdotto una norma che richiede ai sacerdoti di segnalare alle autorità casi di abusi su minori scoperti durante la confessione. Fino a qui potrebbe sembrare un punto di tutela importante, ma il nodo cruciale riguarda il segreto assoluto che i preti cattolici sono obbligati a mantenere su ciò che gli viene rivelato in confessione. La nuova legge li obbliga a violare quel vincolo, pena sanzioni legali.

Questa imposizione ha scatenato una reazione immediata da parte dell’arcivescovo Paul D. Etienne di Seattle, secondo cui la legge costituisce “un’intrusione nella pratica della nostra fede“. Etienne ha sottolineato che tale normativa interferisce direttamente con un sacramento che da secoli prevede la riservatezza totale, inserendo lo stato in un ruolo che non gli spetta. Il reverendo spiega che rompere il segreto confessionale mette a rischio l’integrità della vita religiosa e la fiducia tra fedele e sacerdote.

Il disaccordo è diventato un vero scontro politico e culturale, tanto da portare il Dipartimento di Giustizia Usa ad aprire un’indagine sui “diritti civili” nella materia. L’autorità federale ha evidenziato un possibile conflitto tra la legge statale e la libertà religiosa sancita dalla Costituzione americana attraverso il Primo Emendamento, che tutela la libera espressione della fede.

La chiesa cattolica, il valore del segreto e le posizioni ufficiali

Dal Vaticano sono arrivate dichiarazioni forti a difesa del segreto confessionale. Un documento della Santa sede ribadisce che il segreto è “intrinseco” al sacramento della confessione e non può essere violato. Il compito del sacerdote non è quello di raccogliere informazioni per fini giudiziari, ma di avvicinare il peccatore a Dio attraverso il perdono.

Il vescovo Thomas Daly della diocesi di Spokane ha definito la legge di Washington come un gesto che contiene “un certo anticattolicesimo“, riferendosi a una pressione contro le pratiche religiose tradizionali nel nord-ovest degli Stati Uniti. Daly ha rassicurato i fedeli sottolineando che sacerdoti e vescovi manterranno la segretezza anche se ciò dovesse significare affrontare pene detentive.

Il sacerdote gesuita Bryan Pham, che ha esperienza sia giuridica che canonica, ha evidenziato la difficoltà per i preti di trovarsi in una condizione impossibile tra rispetto della legge civile e i requisiti religiosi. La legge costringe il clero a scegliere tra violare i precetti della fede o incorrere in sanzioni penali, una scelta che il diritto canonico punisce con la scomunica automatica.

Il contesto nazionale e le implicazioni future della controversia legale

Non è la prima volta che negli Stati Uniti si tenta di legiferare su queste questioni delicate. Nel 2019 in California un progetto simile era stato proposto, ma ritirato dopo le proteste e l’impressione che fosse di difficile applicazione pratica. La tensione tra proteggere i minori da abusi e salvaguardare le prerogative religiose continua a creare divisioni profonde.

L’intervento del Dipartimento di Giustizia indica una volontà di valutare se leggi come quella di Washington possano coesistere con le salvaguardie costituzionali sulle libertà religiose. Lo scontro non è solo locale ma assume rilievo nazionale, poiché definisce limiti e responsabilità tra potere statale e diritti ecclesiastici.

Il dibattito coinvolge temi sensibili come il diritto dei minori alla protezione e la sicurezza della pratica religiosa. Negli anni a venire, i tribunali americani potrebbero essere chiamati a esprimersi su quali confini non possano essere oltrepassati dallo Stato, proponendo un confronto tra due principi fondamentali della società americana.