Home Nathaly caldonazzo e la figlia mia sangiuliano: dentro il calvario dell’anoressia raccontato a la Volta buona

Nathaly caldonazzo e la figlia mia sangiuliano: dentro il calvario dell’anoressia raccontato a la Volta buona

Nathaly Caldonazzo condivide la sua esperienza di lotta contro l’anoressia e il dolore per la perdita della migliore amica, evidenziando l’importanza di riconoscere i disturbi alimentari e offrire supporto.

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Nathaly Caldonazzo racconta a "La Volta Buona" la sua lotta contro l’anoressia e quella della figlia, evidenziando i rischi dei disturbi alimentari e l’importanza di riconoscerne i segnali. - Unita.tv

La questione dei disturbi alimentari, spesso sottovalutata o fraintesa, emerge con forza quando esperienze personali vengono raccontate a voce aperta. Nathaly caldonazzo ha scelto di condividere un pezzo difficile della sua vita ma anche quello che ha vissuto con sua figlia mia sangiuliano, mostrando quanto questi problemi possano colpire in modo profondo e portare spesso a conseguenze tragiche. Nel contesto della trasmissione La Volta Buona, condotta da caterina balivo, il tema è stato illuminato con parole dirette e senza filtri.

I primi segnali e la lotta contro l’anoressia di nathaly caldonazzo

A poco più di vent’anni Nathaly caldonazzo ha attraversato un periodo segnato dall’anoressia, una condizione che ha raccontato con estrema sincerità durante la puntata di La Volta Buona. Ha spiegato come tutto sia iniziato da un malinteso, quasi banale: “Ho iniziato a non piacermi più, pensavo di essere grassa. Forse una parola detta in modo sbagliato da un ex fidanzato ha fatto scattare tutto”, ha detto. Quel commento, destinato forse a essere dimenticato, ha invece preso vita propria dentro la sua mente, provocando una spirale che l’ha portata a restringere la propria alimentazione a livelli estremi.

In circa un anno, Nathaly ha perso 20 chili. Ha raccontato che la persona che aveva pronunciato quella frase, nel frattempo, non ricordava più nemmeno di averla detta e si è trovata a piangere per la sofferenza che aveva causato senza volerlo. Il racconto di caldonazzo evidenzia come un disturbo alimentare possa insidiarsi piano ma far male in modo profondo. “Mangiare in maniera dissociata” ha detto: un modo per definire come si perde il controllo su una parte così vitale come il cibo, diventato un’ossessione e una trappola mentale.

La sofferenza di mia sangiuliano, la figlia di nathaly: una battaglia familiare

Nathaly caldonazzo ha anche toccato un tema delicato, cioè l’esperienza vissuta da sua figlia mia sangiuliano. Ella non ha vissuto direttamente il problema dell’anoressia come accadde a Nathaly, ma qualche anno fa l’attrice ha notato che anche la figlia stava scivolando verso una situazione simile. “Stava perdendo i capelli, era un segnale chiaro di qualcosa di pericoloso”, ha confessato.

Quella condizione ha spinto Nathaly a sentirsi impotente, senza sapere come avvicinarsi a mia che, come accade spesso a chi soffre di anoressia, rifiutava ogni incoraggiamento a mangiare. Nathaly ha spiegato con molta onestà che chi prova a far mangiare un anoressico spesso si trova ad essere il “primo nemico”. Le bugie nascono dal fatto che la persona non riconosce il proprio corpo e la realtà cambia di continuo ai suoi occhi.

La caldonazzo ha scelto di affrontare quella situazione con l’esempio, mostrando che si può uscire da una simile condizione. Il racconto aggiunge una dimensione umana alla lotta contro i disturbi alimentari, mostrando che non si esce solo con parole, ma con la forza di chi ha già vissuto quello stesso inferno.

Il dolore per chi non ce l’ha fatta: la migliore amica morta per anoressia

Durante la trasmissione, Nathaly ha ricordato anche una pagina tragica legata al suo passato, rimasta impressa nel cuore. La migliore amica di Nathaly non è riuscita a superare il disturbo e ne è morta a soli 38 anni. La dinamica è drammatica: dopo una passeggiata sotto il sole, l’amica ha perso i sensi. La sera stessa non riusciva più a parlare e qualche ora più tardi è morta.

Un racconto che testimonia come l’anoressia possa essere una condanna fatale, nascosta dietro una malattia spesso mal compresa, ma che in realtà aggredisce corpo e mente senza tregua. Nathaly ha usato questa testimonianza per sottolineare il rischio che si corre quando il problema non viene preso sul serio o non si riesce a trovare un supporto efficace.

Questo episodio rende ancora più chiara la gravità che sta dietro al disturbo alimentare, oltre a ricordare come dietro le statistiche ci siano sempre persone reali, famiglie sconvolte e ferite che lasciano cicatrici evidenti.

Atteggiamenti e pregiudizi: il caso della foto al feretro di papa francesco

Oltre alla sua storia personale Nathaly caldonazzo ha raccontato anche di come la sua figura pubblica sia stata coinvolta in un episodio controverso, legato a una foto scattata al feretro di papa francesco. La sua scelta ha scatenato molte critiche, con accuse di mancanza di rispetto.

Nathaly ha parzialmente commentato la reazione, spiegando come certe situazioni possano venire interpretate in modo severo e spavaldo dai social media, dove ogni gesto viene amplificato. Anche se non è il tema principale della sua testimonianza, questo episodio ha mostrato come la sua immagine sia spesso al centro di discussioni che sfiorano la sfera personale e pubblica.

L’attrice ha voluto precisare che quelle immagini non erano un gesto di disprezzo ma frutto di una scelta legata al proprio modo di vivere un momento di dolore pubblico. La vicenda riflette la complessità di essere una figura nota e quanto sia difficile mantenere un equilibrio tra vita privata e l’attenzione mediatica.


Il dialogo aperto di Nathaly caldonazzo a La Volta Buona mette in luce la realtà cruda dei disturbi alimentari e i danni provocati da battute e malintesi, ma anche l’importanza di riconoscere i segnali e offrire un aiuto concreto. La sua esperienza personale, come madre e donna, aggiunge un volto umano a un problema che coinvolge molte persone in silenzio.