La vicenda legata alla morte di alex marangon torna a far parlare di sè dopo mesi di silenzio e indagini aperte fra dubbi e incertezze. Il giovane, scomparso lo scorso luglio dall’abbazia di vidor, è stato ritrovato privo di vita lungo la riva del piave dopo due giorni di ricerche. Recenti sviluppi rivelano dettagli sull’autopsia mentre la famiglia continua a chiedere chiarimenti precisi, respingendo decisioni affrettate o conclusioni semplicistiche.
I fatti della scomparsa e il ritrovamento del corpo
Alex marangon mancava dallo scorso 30 luglio. Quella sera aveva partecipato a un incontro spirituale nell’abbazia di vidor con due curanderos colombiani. La sua improvvisa scomparsa ha subito sollevato interrogativi e preoccupazioni. Dopo circa 48 ore, il corpo è stato scoperto sulle rive del piave. Inizialmente, i segni sul corpo avevano fatto ipotizzare un’aggressione, tanto che la procura aveva aperto un fascicolo per omicidio volontario contro ignoti.
Le ferite rilevate sembravano compatibili con un pestaggio e avevano spinto a indagare tra tutti coloro che avevano partecipato all’incontro spirituale. La situazione era dunque avvolta nel mistero, con molti aspetti da chiarire sugli ultimi movimenti di marangon quella notte. Questa prima fase delle indagini aveva acceso una forte attenzione pubblica e istituzionale sulle modalità della morte.
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I risultati dell’autopsia e le nuove versioni sulla dinamica della morte
Solo di recente è stato reso noto l’esito dell’autopsia, che indicherebbe un trauma cranico causato da una caduta da circa 15 metri. Testimoni avrebbero raccontato di aver visto il ragazzo aggrappato a un balcone dell’abbazia subito prima di udire un urlo e il rumore della caduta. Questo elemento ha portato gli inquirenti a riesaminare l’ipotesi iniziale di omicidio, orientandosi verso un incidente.
Le ricerche e l’analisi delle immagini raccolte dai droni hanno permesso di scoprire una macchia sulla vegetazione, ignorata nelle prime fasi, ritenuta compatibile con il luogo del fatto. Il corpo era rimasto nello stesso punto per tutti i giorni in cui sono state effettuate le ricerche, confermando questa nuova ricostruzione. Questo dato ha suscitato discussioni tra investigatori e familiari poiché modifica le conclusioni preliminari a cui si era giunti.
La posizione della famiglia contro una verità di comodo
Nonostante le conclusioni dell’autopsia, la famiglia di alex marangon continua a contestare la versione della caduta accidentale o del suicidio. La madre ha sottolineato che il fascicolo era stato aperto per omicidio proprio a causa dei segni compatibili con un’aggressione e ha criticato il cambiamento della tesi da parte di procura e medico legale. Per lei, suo figlio non poteva essersi gettato o caduto involontariamente.
La richiesta principale della madre è di proseguire nelle indagini senza accettare spiegazioni semplificate, per chiarire ogni dettaglio e soprattutto per dare giustizia a alex, cui riconoscono pienamente il diritto a una verità completa. La sfida resta trovare elementi certi e risposte concrete su quella tragica notte, che finora resta avvolta da molte ombre.
Dubbi tecnici e temporali sollevati dalla sorella
Anche la sorella di marangon apporta osservazioni specifiche che mettono in discussione la versione ufficiale degli eventi. Spiega come i segni di una colluttazione non combacino con le lesioni prodotte da una caduta di 15 metri. Ad esempio, sostiene che un trauma di tale entità dovrebbe aver causato anche danni al collo o ad altre parti del corpo, non riscontrati.
In aggiunta, denuncia un sospetto ritardo negli interventi di soccorso. Se i testimoni hanno effettivamente visto alex aggrappato al balcone poco prima della caduta, si dovrebbe capire perché non si è chiamata assistenza tempestivamente. Questi elementi aprono dubbi sulle dinamiche della morte e sollecitano approfondimenti maggiori, soprattutto per evitare che si arrivi a una conclusione solo “di comodo” che non rispecchi i fatti reali. La famiglia insiste nel chiedere chiarezza e verità, sottolineando che ogni dettaglio conta in questa storia ancora senza risposte definitive.