Mons. vincenzo paglia a storie italiane: riflessioni su anziani, guerre, papa francesco e cure palliative
Monsignor Vincenzo Paglia, ospite a Storie italiane, discute l’importanza della dignità degli anziani, il dramma delle guerre e il valore delle cure palliative come segno di umanità e solidarietà.

Monsignor Vincenzo Paglia, ospite a Storie italiane, ha presentato il suo libro e riflettuto su anziani, guerre, lutto per papa Francesco, giubileo e cure palliative, sottolineando dignità, solidarietà e speranza. - Unita.tv
Monsignor Vincenzo Paglia è stato ospite oggi a Storie italiane, un appuntamento durante il quale ha presentato il suo ultimo libro e affrontato questioni attuali di forte impatto sociale. Le sue parole hanno toccato temi delicati come la condizione degli anziani, il dramma delle guerre in corso nel mondo, il recente lutto per la scomparsa di papa francesco e il valore delle cure palliative. Le sue riflessioni si sono rivolte anche alla dimensione più umana del giubileo, invitando a un gesto di speranza e amore concreto.
La centralità della persona anziana e la sua rete di affetti
Monsignor Paglia ha iniziato raccontando la sua personale esperienza, avendo appena compiuto 80 anni: un’età in cui la solitudine e le difficoltà si fanno sentire, ma anche il bisogno e il desiderio di essere circondati da affetti. Durante la conversazione con Eleonora Daniele, si è soffermato sul caso concreto della signora Clara Rossignoli, di cui si è parlato nelle recenti cronache, sottolineando quanto sia fondamentale non solo ricevere aiuto ma offrire sostegno ai coetanei.
Ha ribadito che l’anzianità non deve essere vissuta come un peso sociale, ma come una fase in cui gli anziani stessi hanno ancora molto da dare. La sua visione guarda alla creazione di legami forti, basati sul mutuo supporto e sulla presenza affettiva. Questo concetto si traduce anche in una chiamata alla comunità e alle famiglie: l’obiettivo è abbattere l’isolamento e far sentire ogni persona anziana parte di un tessuto umano vivo e solidale. Monsignor Paglia invita a riconoscere la dignità della terza età, un periodo in cui non si deve escludere nessuno, ma anzi promuovere occasioni di socialità e cura reciproca.
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Il richiamo a Clara Rossignoli e alla sua tragica scomparsa arriva come monito verso una maggiore attenzione alle fragilità, specie in ambito domestico, dove spesso sono proprio i più anziani a vivere situazioni di vulnerabilità. L’ospite ha descritto questo tema con grande commozione, ricordando che solo attraverso l’affetto e la cura si può evitare che questi drammi si ripetano.
La chiamata alla solidarietà tra anziani
L’invito è rivolto a costruire una rete di vicinanza e amore, perché nessuno si senta mai abbandonato o invisibile.
Guerre nel mondo e ruolo del giubileo come segno di speranza
Passando al tema delle guerre nei vari angoli del pianeta, mons. Paglia ha evidenziato la gravità della situazione attuale: sono ben 59 i conflitti aperti che segnano la cronaca mondiale. Ha osservato come in queste guerre a perdere la vita siano soprattutto le persone più fragili: anziani, donne, bambini. Le immagini drammatiche che arrivano dai telegiornali mostrano famiglie spezzate e intere comunità distrutte, molto più spesso che le perdite tra i militari.
In questo scenario di sofferenza diffusa, mons. Paglia ha fatto riferimento al Giubileo come tempo di grazia. Ha invitato a viverlo al di fuori del semplice pellegrinaggio a Roma, trasformandolo in un gesto di amore da praticare nelle case, nelle carceri, tra chi è solo. Ha sottolineato che il vero Giubileo è un’opportunità per donare speranza, per aprire spazi di perdono e distensione, anche in ambienti dove spesso prevalgono contrasti e rancori.
Il richiamo al non litigare diventa un invito diretto alla riconciliazione: il futuro, ha detto, si costruisce solo se si impara a guardarsi con occhi diversi, puntando a un dialogo che includa e non escluda. Il Pontificato, per mons. Paglia, lascia un’eredità che spinge verso la cura reale delle relazioni umane, strumenti di pace e giustizia anche nelle situazioni più difficili.
Giubileo come gesto concreto di amore
“Il Giubileo non è solo un evento religioso, ma un momento in cui la società tutta dovrebbe imparare a vivere la speranza nell’azione quotidiana.”
Il lutto per la morte di papa francesco e il suo lascito
Monsignor Paglia ha condiviso un aneddoto che lega la sua partecipazione alla trasmissione alla notizia della morte di papa francesco, avvenuta in tempi recenti. Mentre si dirigeva verso lo studio, ha ricevuto la notizia e ha descritto il momento come un senso di perdita intensa, paragonabile a quello per la morte di un padre.
Ha espresso quanto il papa fosse una figura universale, sentita come guida e presenza paterna per tante persone in tutto il mondo. L’eredità lasciata da papa francesco, secondo mons. Paglia, è impegnativa: richiede di portare avanti quel messaggio di speranza e di amore verso il prossimo, soprattutto nei frammenti difficili della società. Ha sottolineato la necessità di coltivare il coraggio di volersi più bene e di diffondere storie positive che, finalmente, raccontino l’amore più che il conflitto.
Anche in questa occasione, il teologo ha richiamato il pubblico a scegliere parole e comportamenti che favoriscano l’armonia e uno sguardo rispettoso verso chiunque, facendo proprio lo spirito del papa scomparso.
L’importanza delle cure palliative come accompagnamento alla vita
L’intervento di mons. Paglia si è chiuso con una riflessione sulle cure palliative, un tema cruciale per chi si avvicina alla fine della vita o attraversa momenti di grave sofferenza. Ha ricordato la firma, avvenuta nel 2018, di un testo condiviso tra le diverse religioni del mondo, che promuove le cure palliative come strumento di umanità e rispetto.
Ha spiegato che le cure palliative non sono un modo per abbandonare o lasciare soli, ma piuttosto si configurano come un accompagnamento, un sostegno che offre conforto concreto ai malati e alle loro famiglie. Sono pensate per accogliere ogni persona, senza lasciare indietro nessuno, amplificando la dignità fino all’ultimo momento.
Monsignor Paglia ha illustrato come queste terapie siano un segno di attenzione a chi soffre, capaci di esprimere una solidarietà profonda, non solo sanitaria ma anche morale. Il suo giudizio sottolinea che una società che si prende cura delle sue fragilità attraverso questi strumenti dimostra un tratto di civiltà e umanità.