Matteo Salvini rilancia il ponte sullo Stretto e attacca il riarmo europeo durante l’intervista a Porta a Porta
Matteo Salvini, intervistato a Porta a Porta, discute il Ponte sullo Stretto, la pace fiscale e critica le strategie europee sul riarmo e la guerra in Ucraina.

Matteo Salvini, ospite a Porta a Porta, ha discusso del Ponte sullo Stretto, della pace fiscale, del terzo mandato per sindaci e ha criticato la strategia europea sul riarmo e la gestione della guerra in Ucraina, sottolineando l'importanza della sicurezza nazionale e la tutela delle spese sociali. - Unita.tv
La politica italiana torna al centro del dibattito con le parole di Matteo Salvini, ospite nella serata di ieri di Porta a Porta. Il leader della Lega ha affrontato temi cruciali come il Ponte sullo Stretto, la pace fiscale e il futuro politico degli amministratori locali. Particolare attenzione è stata riservata alle questioni internazionali, con un duro confronto sul riarmo europeo e la guerra in Ucraina. Da Roma a Bruxelles, le tensioni sulle risorse e sulla strategia militare restano al centro del confronto.
Il ponte sullo Stretto: la promessa di partenza dei lavori e le tappe tecniche
Matteo Salvini ha dedicato gran parte del suo intervento al progetto del Ponte sullo Stretto di Messina, sostenendo che dopo decenni di attese, finalmente si sta procedendo verso l’avvio dei lavori. Ha ricordato come il cantiere abbia ottenuto tutte le verifiche ingegneristiche, geologiche e ambientali previste, e ha descritto le prossime fasi per l’avvio del progetto. Nei prossimi mesi sarà infatti inviata la notifica alle istituzioni europee e sarà approvato il progetto definitivo aggiornato, basato sulle valutazioni di centinaia di esperti.
Il piano prevede la precantierizzazione a partire dal mese di luglio, che coinvolgerà le operazioni preliminari tra cui gli espropri. Secondo il cronoprogramma indicato, il ponte dovrebbe essere completato in circa sette anni e percorribile a partire dal 2032. Salvini ha sottolineato quanto questo progetto rappresenti una svolta per Sicilia e Calabria, regioni da lungo tempo promesse a uno sviluppo connesso alla realizzazione di questa infrastruttura. Durante l’intervista, il capo della Lega ha precisato che tutto il percorso verrà monitorato con rigore, anche in risposta alla recente decisione del Quirinale di revocare una deroga sui controlli antimafia relativi ai lavori.
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La questione del terzo mandato e la pace fiscale: i punti del dibattito interno
Dal tema infrastrutturale, Salvini si è spostato sulle questioni interne, focalizzando l’attenzione sulla proposta di estendere il numero massimo di mandati per sindaci e amministratori locali. Ha spiegato che questa norma mira a offrire ai cittadini la possibilità di scegliere liberamente, anche oltre due mandati consecutivi, esattamente come avviene per i parlamentari senza limiti. Ha specificato che non c’è una polemica interna alla maggioranza su questo tema e ha chiarito che se la norma non dovesse passare, il limite resterà e gli amministratori saranno sostituiti dopo due mandati.
Sul fronte fiscale, Salvini ha voluto ribadire la posizione della Lega riguardo alla pace fiscale, concepita per recuperare le somme dovute da chi ha dichiarato il reddito ma non ha potuto saldare completamente i debiti tributari. Ha escluso qualsiasi tipo di concessione ai grandi evasori con debiti milionari, rassicurando che il governo continuerà a perseguire frodi e elusione. L’obiettivo dichiarato è consentire ai contribuenti in difficoltà di non restare schiacciati dai debiti, con la possibilità di ripartire senza essere trattati come “fantasmi”.
Guerra in Ucraina e riarmo europeo: Salvini punta il dito contro la strategia di Bruxelles
L’ultima parte dell’intervista ha riguardato le tensioni internazionali legate al conflitto in Ucraina e alle scelte dell’Unione europea sul riarmo. Salvini ha dichiarato che questa guerra difficilmente potrà vedere un vincitore sul campo e ha auspicato che i negoziati promossi dal Vaticano possano procedere senza ostacoli. Ha criticato alcune posizioni assunte da capitali come Parigi e da istituzioni europee riguardo alle minacce nucleari e alla creazione di un esercito europeo.
Da ministro e cittadino italiano, ha espresso contrarietà verso l’idea di indebitare il paese per finanziare l’acquisto di armi di fabbricazione tedesca o francese e ha definito “assurdo” concentrare il debito pubblico sull’acquisto di mezzi militari comuni, mentre non si può fare lo stesso per pensioni, ospedali o scuole. Ha insistito sul fatto che la sicurezza del paese va garantita anzitutto a livello nazionale, con investimenti per le forze dell’ordine, l’acquisto di mezzi e tecnologie per la difesa dei confini, evitando spese che danneggerebbero i conti pubblici e graverebbero sulle future generazioni senza benefici diretti per gli italiani.
Le critiche di Salvini sulle regole europee e la spesa pubblica
Matteo Salvini ha infine ripreso una critica ricorrente verso le regole europee che limitano la spesa pubblica ordinaria e sembrano essere sospese solo per finanziare armi e riarmo, una situazione che definisce ingiustificata rispetto alle priorità sociali del paese.