Home Masssimo Ferrero ospite a belve, dal cinema alla sampdoria e i retroscena della sua carriera

Masssimo Ferrero ospite a belve, dal cinema alla sampdoria e i retroscena della sua carriera

Massimo Ferrero, noto come “Er viperetta”, racconta il suo percorso da corriere a presidente della Sampdoria, evidenziando le controversie con i tifosi e la sua personalità provocatoria nell’intervista a “Belve”.

Masssimo_Ferrero_ospite_a_belv

Massimo Ferrero, imprenditore e ex presidente della Sampdoria, racconta in un'intervista il suo percorso dal cinema al calcio, il soprannome "Er viperetta", le controversie con i tifosi e la sua gestione controversa del club. - Unita.tv

Massimo Ferrero è tornato sotto i riflettori con una nuova intervista al programma “Belve”, tre anni dopo la prima apparizione. L’imprenditore romano ripercorre un percorso variegato e pieno di sorprese, che dalla gavetta al mondo del cinema, lo ha portato a occupare un ruolo di rilievo nel calcio italiano come presidente della Sampdoria. La sua vicenda personale, le controversie con i tifosi e i sogni legati al mondo del pallone sono al centro di questa conversazione.

Dal corriere al cinema: l’evoluzione del percorso di masssimo Ferrero

La storia professionale di Ferrero parte da mete umili e concrete. Nato a Roma, ha toccato diversi mestieri: corriere, benzinaio, venditore ambulante di caffè lungo le strade italiane. Questi lavori gli hanno fornito un’esperienza diretta con la realtà quotidiana, molto distante dal mondo dello spettacolo e dello sport. La svolta arriva con il cinema, dove entra grazie a piccole parti come attore in diversi film. Pian piano, Ferrero si cala in ruoli più dietro le quinte: segretario di redazione, factotum fino a diventare direttore di produzione.

Carriera nel cinema e soprannome

Successivamente, si rafforza come produttore esecutivo e organizzatore generale, definendo la sua posizione all’interno di una filiera complessa, quella della produzione cinematografica. In questo ambiente acquisisce una certa fama, tanto da farsi chiamare “Er viperetta”, un soprannome legato al suo carattere schietto e fuori dagli schemi. Questo percorso lascia capire la sua capacità di adattamento e la volontà di emergere in contesti molto diversi tra loro.

Perché masssimo Ferrero è conosciuto come “er viperetta”: le origini del soprannome

L’appellativo “Er viperetta” accompagna Ferrero soprattutto per la sua immagine pubblica schietta e talvolta graffiante. Nella vita privata e professionale, è noto per il suo modo diretto di parlare e agire, caratteristica che ha diviso pubblico e tifosi. Anche durante l’intervista a “Belve”, la doppia versione su come ha guadagnato il soprannome emerge come un segno distintivo della sua personalità.

L’ex presidente blucerchiato ha più volte ribadito che questa figura nasce anche dal suo modo di gestire le situazioni, spesso imprevedibile e sopra le righe. Il nome “viperetta” ha attirato l’attenzione soprattutto nell’ambiente del calcio, dove le sue decisioni e i suoi comportamenti hanno provocato reazioni contrastanti. Negli anni in cui ha guidato la Sampdoria, questa immagine pubblica è diventata un marchio d’identità, con fan e detrattori pronti a schierarsi.

L’acquisto della Sampdoria: numeri, debiti e aspirazioni di Ferrero

Nel 2014 Massimo Ferrero rilevò la Sampdoria da Edoardo Garrone in una trattativa complessa. La cifra ufficiale copriva un debito di circa 15 milioni di euro, valore che Ferrero ha deciso di sostenere per entrare nel mondo della Serie A. Questo passaggio segnò uno spartiacque nella sua carriera, spostandolo dalla produzione cinematografica ai piani alti dello sport professionistico.

Ferrero non è mai stato un presidente facile da gestire per la tifoseria blucerchiata. La sua romanità e il modo di porsi hanno spesso alimentato dissapori. La scelta di comprare proprio la Sampdoria, invece che la Roma, sua squadra del cuore, è stata un ripiego più che una strategia. Ha confessato a “Belve” che “il sogno vero rimaneva comprare la Roma”, una passione nata da sempre verso quella squadra, che però non è riuscito a concretizzare.

La Sampdoria sotto la sua gestione ha vissuto momenti difficili, anche per i risultati sportivi incerti e per le controversie legali legate al presidente. Questi elementi hanno contribuito a far nascere un rapporto complicato con quei tifosi che non hanno mai accettato totalmente la sua guida.

Gestione e rapporto con i tifosi

Il rapporto complicato con i tifosi della Sampdoria: tensioni e rimpianti

I problemi tra Ferrero e i sostenitori della Sampdoria emersero rapidamente dopo l’ingresso in società. Nel corso degli anni, si sono accumulate critiche legate a scelte di mercato, gestione della squadra e atteggiamenti personali piuttosto provocatori. L’imprenditore stesso ha chiarito a “Belve” che “la sua romanità è stata una delle cause principali del conflitto”.

Durante l’intervista ha raccontato di come i tifosi non abbiano mai accettato la sua origine. Quando poi ha lasciato la presidenza, Ferrero ha sottolineato che a suo dire il club avrebbe sentito la sua mancanza. Ha detto: “me rimpiangerete”, dichiarazione seguita dalla sua osservazione ironica che ora lo rimpiangono davvero. Questa frase evidenzia un dialogo continuo, fatto anche di tensioni e antipatie, che animano spesso il calcio, specie nei rapporti tra pubblico e dirigenti.

La sua presenza nel club ha diviso non solo la tifoseria ma anche l’ambiente calcistico, tenendo viva una discussione attiva su cosa debba essere un presidente nel mondo del calcio italiano.

La confessione sulle trasgressioni: la risposta ironica di Ferrero a Belve

L’intervista a “Belve” ha lasciato spazio anche a confessioni personali, su temi delicati come l’uso di sostanze. Ferrero ha risposto in modo sarcastico e sopra le righe ad una domanda sulle sue eventuali esperienze con droghe. Ha detto che si era fatto “un the con dentro un’erbetta” e che ha “riso tutta la notte”, trasformando la risposta in un episodio umoristico piuttosto che in un’ammissione seria.

Questa risposta rientra nel modo caratteristico di Ferrero di affrontare le critiche e le domande scomode: con ironia e senza prendersi troppo sul serio. La sua figura pubblica, infatti, ha spesso giocato proprio su questi toni per gestire situazioni critiche, mantenendo così una certa distanza dai giudizi severi.

L’ha raccontata come un aneddoto potenzialmente frainteso ma con la chiara volontà di stemperare eventuali polemiche, confermando ancora una volta il suo stile comunicativo disinvolto.