L’ue pronta a bloccare definitivamente i gasdotti nord stream nel braccio di ferro con la russia
I gasdotti nord stream 1 e 2, danneggiati nel 2022, rischiano di non tornare operativi. L’Unione Europea sta preparando sanzioni per bloccare definitivamente le infrastrutture energetiche russe.

I gasdotti Nord Stream 1 e 2, danneggiati da esplosioni nel 2022, rischiano di rimanere inattivi a causa delle nuove sanzioni europee volte a bloccare definitivamente le forniture di gas russe verso l’Europa nel contesto della guerra in Ucraina. - Unita.tv
I gasdotti nord stream 1 e 2, che attraversano il mar baltico collegando la russia all’europa, rischiano di non tornare mai più operativi. La presidente della commissione europea, ursula von der leyen, sta spingendo per impedire il ripristino di queste condotte dopo i danni provocati da esplosioni nel 2022. Il quotidiano tedesco berliner zeitung ha evidenziato come l’unione europea stia preparando un nuovo pacchetto di sanzioni che potrebbe includere misure mirate proprio a disattivare i nord stream, nel contesto delle tensioni legate alla guerra in ucraina.
I danni ai gasdotti nord stream e le ipotesi sul sabotaggio
I gasdotti nord stream, realizzati dalla società russa gazprom, erano fondamentali per il trasporto di gas naturale sotto il mar baltico fino alla germania. Ciascun condotto poteva trasportare fino a 27,5 miliardi di metri cubi di gas all’anno. Nel 2022, pochi mesi dopo lo scoppio del conflitto in ucraina, esplosioni hanno provocato gravi danni ai gasdotti nord stream 1 e nord stream 2. La matrice di questi attacchi resta ancora incerta. Alcune fonti hanno ipotizzato una matrice russa, altri accusano l’ucraina, ma senza elementi chiari. Una versione molto citata racconta di un sabotaggio accidentale da parte di ucraini durante una notte fuori controllo. Resta il fatto che queste detonazioni hanno reso i gasdotti inutilizzabili. L’atlantic council, uno dei principali think tank internazionali, ha spiegato che le tubature del nord stream 1 sono state paralizzate da due esplosioni , mentre il nord stream 2 ha subito una terza esplosione che ha immobilizzato il gasdotto b, mentre quello a è rimasto intatto ma non operativo.
Le implicazioni per la sicurezza energetica
L’atlantic council ha sottolineato come il ripristino del nord stream 1 richiederebbe riparazioni complesse e costose, e che il nord stream 2 potrebbe restare bloccato a causa della normativa peesa che impedisce la riattivazione di infrastrutture energetiche provenienti da paesi extra ue considerati a rischio. Questi gasdotti vengono ritenuti una minaccia alla sicurezza dell’ucraina e più in generale all’europa, perciò il consiglio ha suggerito di impedire la riattivazione anche nel caso in cui fossero riparati. Al momento il nord stream 1 resta sotto vecchie regole europee e non può essere chiuso ufficialmente, mentre il nord stream 2 potrebbe essere bloccato applicando test di sicurezza sugli approvvigionamenti, come prevede la direttiva europea del 2009 sul gas per infrastrutture di proprietà esterne all’ue.
Leggi anche:
Le trattative politiche e le nuove sanzioni all’orizzonte
Secondo il quotidiano berliner zeitung, bruxelles vorrebbe intraprendere un passo ulteriore rispetto alle normative vigenti. Sarebbe in corso un dialogo con il senatore repubblicano statunitense lindsey graham, che ha annunciato di avere il sostegno per proporre un pacchetto di misure mirate contro la russia. La strategia dell’ue, sostenuta anche da altri paesi membri, punta a usare le sanzioni per bloccare il nord stream in modo definitivo. Da parte americana, inoltre, ci sarebbe una disponibilità a presentare nuove limitazioni contro le infrastrutture di gas russe. Qui l’atteggiamento della germania rimane cauto. Il governo guidato da friedrich merz non ha preso una posizione chiara e continua ad evitare decisioni drastiche.
Le conseguenze per il mercato del gas e gli scenari futuri
Il blocco totale del gas russo fisserà nuovi prezzi elevati in europa durante i prossimi mesi freddi. Lo sappiamo, il mercato energetico ha mostrato significative oscillazioni negli ultimi tre anni, con periodi di rialzi importanti. Molti stati europei, fin dall’inizio della guerra in ucraina, si sono dati l’obiettivo di ridurre la dipendenza dalle forniture di mosca. L’attenzione si sposta su fornitori alternativi e sul sostegno alle fonti energetiche a basso impatto ambientale. Il nord stream 2, non più attivo, ha un valore stimato intorno ai 11 miliardi di euro e susciterebbe qualche interesse tra investitori americani disposti a rilevare l’infrastruttura a prezzo ridotto. Entro il 27 maggio sono attese decisioni ufficiali sul nuovo pacchetto di sanzioni, che molto probabilmente influiranno pesantemente sulla capacità di mosca di riprendere le esportazioni verso l’europa tramite il baltico.