Con l’arrivo della primavera, si avvicina il momento in cui gli orologi dovranno essere spostati in avanti di un’ora. Nella notte tra sabato 29 e domenica 30 marzo 2025, alle 2:00 del mattino, le lancette degli orologi si sposteranno alle 3:00, segnando l’inizio dell’ora legale. Questo cambiamento comporta un’ora in più di luce diurna, ma anche una perdita di sonno per molti. La questione dell’ora legale continua a suscitare dibattiti e controversie in tutta Europa.
La tradizione dell’ora legale in Italia
L’ora legale è una pratica consolidata in Italia da oltre 57 anni, coinvolgendo circa settanta Paesi in tutto il mondo. L’idea di spostare gli orologi per risparmiare energia risale a Benjamin Franklin, che nel 1784 suggerì di modificare gli orari per risparmiare cera per le candele. Tuttavia, l’implementazione su larga scala avvenne solo durante la Prima guerra mondiale, quando Austria e Germania adottarono il cambiamento per ridurre il consumo di carbone nella produzione di energia elettrica.
Da allora, il meccanismo che alterna 5 mesi di ora solare a 7 mesi di ora legale è diventato parte integrante della vita quotidiana. Ogni anno, milioni di persone si preparano a questo cambiamento, che segna simbolicamente l’arrivo della stagione più calda e luminosa. Nonostante la sua lunga storia, il dibattito sull’efficacia e sui benefici dell’ora legale continua a persistere.
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Il dibattito europeo sull’abolizione dell’ora legale
Negli ultimi anni, la questione dell’abolizione del cambio dell’ora ha guadagnato attenzione a livello europeo. Nel marzo 2019, il Parlamento europeo ha approvato una Direttiva che prevedeva la fine del cambiamento orario a partire dal 2021, lasciando però ai singoli Stati membri la decisione finale. Tuttavia, eventi come la Brexit, la pandemia di COVID-19 e le tensioni geopolitiche hanno fatto sì che il tema venisse accantonato.
Un sondaggio condotto su quasi 5 milioni di cittadini europei ha rivelato che l’84% degli intervistati era favorevole all’abolizione del cambio dell’ora, in particolare nei Paesi nordici, dove le giornate estive sono già lunghe. Paesi come Turchia, Russia, Egitto, Tunisia e Ucraina hanno già deciso di abbandonare questa pratica, contribuendo a un dibattito che sembra lontano dalla conclusione.
I pro e i contro dell’ora legale nel 2025
I vantaggi energetici associati all’ora legale, un tempo significativi, sono oggi considerati marginali. Secondo uno studio della Commissione europea, il risparmio energetico varia tra lo 0,5% e il 2,5% a seconda del Paese. L’evoluzione tecnologica, con l’introduzione di lampadine a basso consumo, ha ridotto notevolmente l’impatto dell’illuminazione sui consumi elettrici.
Tuttavia, alcuni esperti mettono in discussione i reali benefici del cambio orario. Il passaggio all’ora legale può influenzare negativamente i bioritmi individuali, causando stress, affaticamento e malumore. Inoltre, statistiche indicano che il ritorno all’ora invernale è associato a un aumento degli incidenti stradali, in particolare per pedoni, ciclisti e motociclisti, a causa della diminuzione delle ore di luce.
Un futuro incerto per il cambio dell’ora legale
Il dibattito sull’ora legale continua a dividere l’opinione pubblica. Da un lato, ci sono coloro che sostengono il mantenimento di questo sistema come un modo per risparmiare energia. Dall’altro, ci sono voci che chiedono l’abolizione definitiva del cambiamento stagionale. Per il momento, l’unica certezza è che nella notte tra il 29 e il 30 marzo 2025, gli orologi verranno spostati avanti di un’ora. Questo appuntamento annuale rimane un tema di discussione, tra tradizione, risparmi energetici e la ricerca di una maggiore stabilità nei nostri ritmi quotidiani.
Il prossimo appuntamento per il cambio dell’ora sarà domenica 26 ottobre, quando le lancette torneranno indietro di un’ora, riportandoci all’ora solare.