Dopo anni di discussioni serrate, l’Organizzazione mondiale della sanità ha finalmente ottenuto l’approvazione del primo accordo globale dedicato alla gestione delle pandemie. Il documento è stato accolto con il voto favorevole di 124 Paesi, ma l’Italia ha scelto di astenersi, decidendo di mantenere una posizione cauta in un momento delicato per la salute pubblica internazionale. Questa scelta ha scatenato reazioni contrastanti nel mondo scientifico e politico e ha rimesso al centro il tema della sovranità nazionale di fronte alle emergenze sanitarie globali.
Il voto dell’italia e la sua esclusione dal fronte favorevole
L’Italia ha deciso di non appoggiare l’accordo pandemico mondiale, un passo che è stato spiegato ufficialmente dal ministro della Salute, Orazio Schillaci. La scelta dell’astensione si è allineata a quella di altri dieci Paesi, tra cui Russia e Iran, e si basa sulla volontà di difendere la libertà di azione nazionale in caso di futura pandemia. Secondo Roma, l’accordo non deve limitare la capacità dei governi di prendere decisioni autonome come decidere su lockdown, vaccinazioni obbligatorie o chiusure delle frontiere.
L’astensione non è stata un rifiuto nel merito, ma un modo per segnalare le parti più problematiche dell’accordo e spingere per un miglioramento del testo. La posizione del governo italiano vuole quindi lasciare spazio a possibili modifiche, mentre cerca di evitare che l’OMS diventi un’autorità decisoria vincolante che possa imporre misure sanitarie senza il consenso dei singoli Stati. Questa scelta ha generato immediatamente un acceso dibattito pubblico.
Reazioni e critiche nel dibattito scientifico e politico italiano
La decisione dell’Italia ha provocato forti reazioni da parte di esperti e politici. Matteo Bassetti, noto infettivologo, ha definito il voto un segnale negativo che rischia di isolare il nostro Paese nel confronto scientifico internazionale sulle pandemie. Bassetti ha sottolineato come la partecipazione attiva nei consessi globali sia fondamentale per garantire una gestione efficace delle emergenze sanitarie.
Nel mondo politico, le critiche arrivano soprattutto dall’opposizione. Rappresentanti di partiti come il PD e il Movimento 5 Stelle hanno parlato di “propaganda antiscientifica” e hanno accusato il governo di mancare di responsabilità su un tema così cruciale. Queste prese di posizione riflettono le divisioni nate dall’astensione, che rimette in discussione il ruolo dell’Italia nella comunità internazionale durante le crisi sanitarie di larga scala.
Non a caso, il confronto si concentra sul bilanciamento tra autonomia nazionale e cooperazione internazionale, un equilibrio difficile da mantenere e che provoca scontri politici oltre che tecnici. L’astensione italiana ha così assunto una valenza molto più ampia rispetto a quella di un semplice voto all’ONU.
Il contenuto dell’accordo pandemico e cosa prevede
Il documento licenziato dall’OMS rappresenta il primo trattato globale che invita gli Stati a collaborare nella prevenzione e gestione delle pandemie future. Esso promuove la condivisione rapida di informazioni, la distribuzione equa di vaccini, farmaci e dispositivi diagnostici, garantendo che anche i Paesi meno ricchi possano accedere tempestivamente ai presidi sanitari essenziali.
Nonostante questa impostazione collaborativa, l’accordo non prevede obblighi vincolanti. Ogni nazione conserva la propria sovranità nelle decisioni riguardanti le misure sanitarie, anche se si punta a uniformare protocolli e strategie per migliorare la risposta concertata. L’intento è evitare errori e ritardi che nel passato hanno complicato la gestione delle crisi.
In particolare, è stato chiarito che l’OMS non potrà imporre lockdown o campagne vaccinali obbligatorie: ogni intervento dovrà essere deciso a livello nazionale. Questo punto ha rassicurato più di qualche governo, incluso quello italiano. Allo stesso tempo, l’intesa sottolinea l’importanza di lavorare insieme per ridurre il rischio di future catastrofi sanitarie.
Motivazioni ufficiali del governo italiano sull’astensione
Nel documento inviato dall’Italia all’OMS, il ministro Schillaci ha spiegato in modo dettagliato i motivi dell’astensione. Si è puntato in particolare sull’esigenza di tutelare la sovranità nazionale in materia di salute pubblica. L’Italia ha espresso la preoccupazione che un organismo sovranazionale possa esercitare poteri che andrebbero a limitare le decisioni interne dei singoli Stati durante le emergenze.
Il testo italiano ha precisato che non si tratta di una contrarietà all’accordo in sé, ma di una richiesta di maggiori garanzie e flessibilità. L’astensione sarebbe quindi una forma di protesta costruttiva, diretta a mettere in evidenza i punti più controversi e a suggerire miglioramenti. Le modifiche potranno riguardare soprattutto la definizione degli obblighi dei Paesi e il modo in cui l’OMS eserciterà la sua funzione di coordinamento.
Questa posizione rimarca il tema della responsabilità nazionale nelle crisi sanitarie e il diritto dei governi di agire con tempestività senza interventi esterni che possano rallentare o complicare le decisioni. Lo scopo resta quello di trovare un equilibrio che favorisca la collaborazione senza imporre vincoli che limitino l’autonomia degli Stati membri.
Prospettive sulla cooperazione internazionale e il ruolo futuro dell’oms
L’accordo approvato rappresenta comunque un passo senza precedenti nel tentativo di costruire una rete globale più solida contro le pandemie. L’obiettivo è rendere più rapida la risposta a livello mondiale, garantire la distribuzione equa dei vaccini e migliorare la trasparenza nello scambio di informazioni. Lo scenario attuale mostra quanto sia necessario evitare che emergenze simili a quella del covid-19 prendano di sorpresa i sistemi sanitari.
Tuttavia, la posizione di diversi Paesi che hanno scelto di astenersi o di porre condizioni fa emergere le tensioni tra interessi nazionali e obblighi internazionali. Il futuro dell’OMS come organismo di coordinamento dipenderà dalla capacità di conciliare queste due esigenze senza compromettere l’efficacia delle azioni di risposta.
In Italia, il dibattito resta aperto e si concentra sulla linea da tenere nei prossimi negoziati per definire meglio le competenze dell’OMS e tutelare il diritto di ogni Stato a decidere come intervenire in situazioni di crisi. Lo sviluppo di questo accordo sarà un banco di prova rilevante per la solidarietà sanitaria globale.
Ultimo aggiornamento il 20 Maggio 2025 da Elisa Romano