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L’Istituto Romano di San Michele: dove l’età anziana è ancora un tempo da vivere pienamente

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Dalla ginnastica dolce al turismo sociale, dalla realtà virtuale ai laboratori di cucina: così una storica RSA romana riscrive il concetto di “invecchiamento attivo”

C’è un luogo a Roma dove l’età avanzata non coincide con l’inattività, la noia o l’isolamento. Anzi, è proprio lì che si scopre quanto possa essere vitale, creativo e partecipato anche il tempo della terza età. Questo luogo si chiama Istituto Romano di San Michele, una grande realtà socio-assistenziale pubblica che da anni ospita anziani autosufficienti e non, prendendosi cura non solo dei loro bisogni primari ma anche — e soprattutto — della loro dignità, autonomia e voglia di vivere.

Nel cuore del quadrante sud della Capitale, tra i quartieri Eur e Ostiense, il San Michele è diventato negli ultimi anni un punto di riferimento nazionale per l’approccio innovativo all’invecchiamento attivo. Perché qui si è capito che il benessere degli anziani passa anche – e forse soprattutto – da stimoli quotidiani che coinvolgono corpo, mente, emozioni e relazioni.

Una palestra per la mente e per il cuore

Uno dei progetti più recenti si chiama “ATTIVA-MENTE in MOVIMENTO” e propone agli ospiti della RSA e della Casa di Riposo una serie di laboratori di ginnastica dolce e psicomotricità. Non si tratta solo di fare esercizio fisico, ma di rimettere in circolo energie, ricordi, relazioni. Ogni sessione, seguita da insegnanti di scienze motorie e operatori socio-sanitari, è pensata per stimolare equilibrio, flessibilità, coordinazione motoria e funzioni cognitive. Ma anche – e forse soprattutto – per sentirsi vivi nel corpo, nella mente e nel gruppo.

Il movimento, infatti, diventa strumento di socializzazione e di scambio, occasione per tornare a condividere esperienze e sorrisi. Come raccontano gli operatori, i benefici si vedono già dopo poche settimane: aumenta la partecipazione, migliora l’umore, si rafforza la fiducia in sé stessi.

Turismo sociale: Roma si riscopre con altri occhi

Accanto al movimento, c’è lo stupore. Il progetto “Un Quartier… Generale!” porta infatti gli ospiti fuori dalle mura della struttura, a riscoprire i quartieri storici della Capitale — Garbatella, Ostiense, Coppedè — con occhi nuovi, quelli della memoria e della condivisione.

Durante le gite, organizzate con la supervisione di guide e assistenti sociali, gli anziani passeggiano, osservano, raccontano, si emozionano. E tra un caffè in osteria e una sosta davanti a un murales o a un palazzo liberty, la città torna a parlare alla loro storia personale.

Ricette della memoria: il laboratorio “asSaporiAmo”

E poi c’è la cucina. Il laboratorio “asSaporiAmo” è molto più di un corso di ricette: è un viaggio nei sapori di una vita, un momento intimo e conviviale in cui gli ospiti si raccontano attraverso i piatti della tradizione.

Preparare insieme la pasta fatta in casa, il sugo della domenica o i dolci delle feste diventa occasione per scambiare ricordi, valorizzare la propria esperienza e ritrovare un ruolo attivo. Ogni ricetta è una storia, ogni gesto è un filo che riannoda passato e presente, creando comunità.

Viaggi immaginari e fotografia dell’anima

All’Istituto Romano di San Michele non mancano nemmeno le incursioni nella tecnologia e nell’arte. Con il progetto “Oltre il Tempo”, la realtà virtuale è entrata nella RSA portando spiagge, boschi e musei direttamente nella stanza degli ospiti affetti da patologie croniche. Indossando un visore, si parte per viaggi emozionanti e rilassanti, capaci di ridurre lo stress e stimolare l’immaginazione. I risultati? Entusiasmanti: già dalla prima sessione, il livello di distress si è ridotto quasi del 50%.

E per chi preferisce esprimersi in modo più creativo, è nato anche un corso triennale di fotografia, curato dalla fotografa Mariangela Forcina. Un percorso introspettivo suddiviso in tre tappe — memoria, presente, desideri — in cui gli anziani sono invitati a raccontarsi con l’obiettivo, esplorando sé stessi attraverso le immagini.

Una visione che guarda avanti

Il modello messo in campo dal San Michele dimostra che un’altra RSA è possibile: più umana, più dinamica, più vicina ai bisogni veri degli anziani. Qui la cura passa attraverso il rispetto, l’ascolto e la proposta di attività significative che stimolano corpo, mente e cuore.

Non è un caso se sempre più famiglie scelgono questa struttura per i propri cari, e se molti osservatori del settore ne indicano l’approccio come esempio virtuoso da replicare. Perché, come si capisce passeggiando nei corridoi del San Michele, la vecchiaia non è la fine di qualcosa, ma un tempo prezioso da abitare con pienezza, dignità e bellezza.

Ultimo aggiornamento il 6 Agosto 2025 da Emiliano Belmonte

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