La morte di liliana resinovich rimane uno dei casi irrisolti che continua a suscitare attenzione mediatica e controversie, in particolare dopo la recente puntata di Chi l’ha visto?. Il fratello di liliana, Sergio resinovich, ha criticato duramente il tecnico di obitorio che solo dopo tre anni dal ritrovamento del corpo ha ipotizzato di aver causato una frattura alla vertebra T2. Questa lesione riveste un ruolo chiave nella teoria dell’omicidio evidenziata dall’anatomopatologa cristina cattaneo. Nel corso della trasmissione, anche il medico legale vittorio fineschi ha contestato con fermezza la versione proposta dal tecnico, definendola poco credibile e fuori contesto.
Le accuse di sergio resinovich verso il tecnico di obitorio
Il fratello di liliana resinovich ha espresso stupore e rabbia per la dichiarazione tardiva del tecnico di obitorio, che ha ipotizzato di aver provocato una frattura alla vertebra T2 durante la preparazione del cadavere prima dell’autopsia. Sergio resinovich si è chiesto “perché questa informazione emerga solo ora, a distanza di tre anni dal ritrovamento.” Ha chiesto l’immediato licenziamento e provvedimenti disciplinari in caso di conferma di questa versione, considerando grave il ritardo nel riferire un dettaglio che può influenzare l’interpretazione della causa della morte. Per lui si tratta di un comportamento che non solo crea confusione, ma mette in discussione la serietà degli accertamenti finora svolti.
L’attesa di così tanto tempo, senza motivazioni chiare, ha suscitato dubbi sulla professionalità del tecnico. Sergio sostiene che un elemento così importante avrebbe dovuto emergere subito dalle fasi preliminari della perizia, per evitare che la ricostruzione della morte di liliana venga manipolata o compromessa da elementi risalenti a interventi post mortem. In particolare, la frattura alla vertebra T2 è un punto centrale nel dibattito sulla natura della morte, sospetto omicidio o suicidio.
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Il parere del medico legale vittorio fineschi sulla frattura vertebrale
Vittorio fineschi, medico legale e consulente di parte per la famiglia resinovich, ha definito grottesca e quasi fantascientifica la spiegazione del tecnico di obitorio. La sua valutazione si fonda su ragioni scientifiche e cliniche precise. Per generare una frattura vertebrale su un corpo ormai senza vita è necessaria una forza enorme, come una caduta da altezza oppure un trauma violento diretto e localizzato. Tali eventi risulterebbero improbabili durante la normale gestione del cadavere in obitorio.
Fineschi ha sottolineato di non aver mai riscontrato, in migliaia di autopsie, una frattura causata dal trasporto del corpo o dalla preparazione della salma, indicata talvolta come “frattura da bara”. Ritenere che il tecnico si accorga di questa possibile causa dopo tre anni è stato definito inappropriato e riduttivo per un caso così delicato. L’esperto ha rimarcato che la frattura individuata dalla consulente cristina cattaneo non può essere conseguenza di interventi successivi al decesso, ma deve collocarsi in un momento vicino alla fine della vita di liliana.
L’origine temporale della frattura secondo periti e consulenti
Secondo i periti coinvolti nel caso resinovich, compresa la professoressa cristina cattaneo, la lesione alla vertebra T2 si sarebbe verificata in fase perimortale. Ciò significa che la frattura è comparsa poco prima o immediatamente dopo il decesso. La sua natura favorirebbe quindi l’ipotesi di un trauma correlato agli eventi che hanno provocato la morte di liliana.
La constatazione si basa anche sulle immagini della tac eseguita prima dell’autopsia, che ha mostrato la frattura prima che il corpo venisse manipolato in obitorio. Questo dettaglio smonta l’idea che la frattura possa essere stata causata successivamente. Il fatto che la lesione fosse già visibile sottolinea come qualsiasi variazione o danno post mortem rappresenterebbe un errore nella ricostruzione che potrebbe influenzare le indagini.
Dubbi sulla ricostruzione del tecnico e domande aperte
La ricostruzione del tecnico appare quindi poco supportata da dati e testimonianze raccolte. Si allunga così la lista delle domande rimaste aperte attorno alla morte di liliana resinovich, che continua a convincere diversi esperti di non trattarsi di suicidio ma di un evento ancora non chiarito con certezza.