L’Europa valuta l’acquisto diretto di armi statunitensi per sostenere l’Ucraina contro l’offensiva russa
L’Europa pianifica l’acquisto diretto di armamenti dagli Stati Uniti per supportare l’Ucraina, in risposta al possibile disimpegno americano e all’imminente offensiva russa nel Donbass.

L’Europa pianifica di acquistare direttamente dagli Stati Uniti armamenti per l’Ucraina, per compensare la riduzione degli aiuti militari americani e fronteggiare l’imminente offensiva russa nel Donbass, affrontando sfide politiche, tecniche e finanziarie. - Unita.tv
L’Europa sta mettendo a punto un piano per acquistare direttamente dagli Stati Uniti armamenti destinati all’Ucraina, spinta dalla possibile riduzione degli aiuti militari americani con la nuova amministrazione Trump. La necessità nasce dall’urgenza di rifornire Kiev con sistemi difensivi come missili Patriot e artiglieria avanzata, in vista dell’offensiva russa nel Donbass prevista a breve. L’ipotesi prevede contratti commerciali per bypassare i blocchi politici di Washington e garantire all’esercito ucraino supporto concreto e tempestivo.
Come cambia il supporto militare americano e il ruolo dell’europa
Gli Stati Uniti, dopo la presidenza Biden, hanno mostrato segnali di disimpegno sul fronte ucraino. Trump, in particolare, si è opposto a un aumento delle sanzioni contro Mosca e non ha sostenuto pressioni internazionali per un cessate il fuoco. Questo cambio di posizione ha allarmato Bruxelles, che teme il rapido esaurimento dei fondi approvati sotto Biden già entro l’estate 2025.
Per evitare che l’Ucraina si trovi senza scorte essenziali, l’Unione europea sta valutando di acquistare direttamente sul mercato statunitense armi – un’operazione mai tentata finora in questa crisi. La mancanza di capacità produttiva europea e la scarsità di scorte in alcuni Paesi membri spingono verso questa strada, che dovrebbe garantire a Kiev sistemi avanzati come i missili Patriot, capaci di difendere lo spazio aereo, e munizioni critiche per la guerra d’artiglieria.
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Trattative riservate e fondi per l’acquisto
Il piano nasce da colloqui riservati tra i governi europei e potrebbe prevedere la creazione di fondi appositi per finanziare queste acquisizioni, evidenziando come l’UE intenda non solo supportare militarmente, ma anche ribadire il proprio ruolo geopolitico nel conflitto. Non si tratta dunque solo di trasferire armi ma di rispondere a un vuoto che altrimenti lascerebbe spazio alla Russia di intensificare le operazioni nel Donbass.
Nuove sanzioni contro la russia e le sfide politiche per l’europa
Contestualmente alla revisione delle forniture militari, l’UE sta pianificando un nuovo pacchetto di sanzioni per colpire il Cremlino. Tra le misure al vaglio, figura l’esclusione di 20 banche russe dal sistema SWIFT, il taglio dei limiti al prezzo del petrolio esportato dalla Russia e il blocco definitivo dei gasdotti Nord Stream.
Tali misure, però, richiedono tempi lunghi prima di incidere realmente sull’economia russa e, inoltre, la loro applicazione rischia di essere limitata dall’attuale clima politico statunitense. Se Trump mantenesse una linea più morbida verso Mosca, l’Europa si troverebbe costretta ad agire in piena autonomia, una mossa complessa che include anche il possibile acquisto diretto di armamenti americani per mantenere la pressione militare.
Il nodo delicato dei sistemi Patriot
Un ostacolo consistente a questa strategia riguarda il trasferimento di tecnologie sensibili come i sistemi Patriot. Washington esercita un controllo rigido su queste tecnologie: il via libera alla rivendita o trasferimento può rallentare o addirittura bloccare la fornitura, creando un nodo diplomatico e tecnico. In ogni caso, l’Europa sembra pronta a studiare ogni opzione per impedire che la crisi ucraina sfugga a controllo.
Costi, tecnologia e sfide della cooperazione militare europea
I costi per un’operazione di questo tipo sono enormi. Gli esperti stimano almeno 5 miliardi di euro all’inizio del programma per garantire un pacchetto consistente di armamenti a Kiev. L’ostacolo più grave si trova nel controllo statunitense sulle tecnologie militari avanzate: la clausola di riesportazione impedisce la rivendita diretta senza un’approvazione specifica.
Andrew Weiss, analista del Carnegie Endowment, ha spiegato che “tecnicamente è possibile acquisire sistemi come i Patriot per donarle all’Ucraina, ma la decisione finale dipenderà dai rapporti fra Washington e Mosca, così come dagli interessi economici dei produttori militari americani.” La questione resta quindi anche politica e commerciale.
La coalizione europea e il coordinamento militare
Questo meccanismo non riguarda solo i singoli stati europei, ma un coordinamento congiunto. L’UE ha cominciato a mettere insieme una sorta di “coalizione dei volenterosi” in cui Germania, Francia e Polonia giocano un ruolo chiave. Questi Paesi hanno già fornito armi a Kiev ma mancano delle risorse di intelligence e supporto logistico che gli Usa assicurano, perciò l’idea è di unire le forze per organizzare un flusso di armi e materiali più solido.
La minaccia russa si sta facendo sempre più concreta, soprattutto dopo che il Cremlino ha confermato la volontà di portare avanti un’offensiva nel Donbass entro l’estate. Kiev ha già problemi a mantenere le difese, specialmente per l’artiglieria e i sistemi anti-aerei. Se non arrivano nuovi rifornimenti, le probabilità di resistenza si riducono rapidamente.
Implicazioni geopolitiche e la sfida per l’ucraina entro l’estate
Non è solo una questione militare, ma geopolitica. L’Europa vuole mostrare a Putin che l’Occidente non ha alcuna intenzione di lasciare l’Ucraina da sola, malgrado le tensioni tra Washington e Bruxelles. Il prossimo mese di luglio rappresenta una scadenza cruciale: senza un rifornimento costante e adeguato, l’Ucraina rischia il crollo sul campo.
La mossa europea di comprare armi dagli Stati Uniti punta proprio a evitare questo scenario, ma si muove in un quadro molto complesso, fatto di vincoli politici, economici e tecnici. La pressione deve mantenersi quindi alta, per impedire che Mosca possa sfruttare le divisioni occidentali e avanzare nel Donbass senza ostacoli.
Lo scacchiere si conferma delicato. Non solo da qui in avanti dipenderà il futuro militare di Kiev, ma anche la reputazione e il peso politico dell’Unione europea nel sostenere alleati sotto attacco diretto. Le prossime settimane saranno decisive per il destino di tutto il continente.