Home Le sfide della doppia dirigenza e il centralismo nella scuola italiana tra mobilità e gestione degli incarichi

Le sfide della doppia dirigenza e il centralismo nella scuola italiana tra mobilità e gestione degli incarichi

La scuola italiana affronta sfide legate alla “doppia” dirigenza e al centralismo, con il Ministero dell’Istruzione e del Merito che introduce novità per migliorare la mobilità e la gestione degli incarichi.

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L'articolo analizza le criticità del sistema scolastico italiano legate alla "doppia" dirigenza e al modello centralizzato, illustrando le novità normative 2024-2026 su mobilità e incarichi dei dirigenti, e proponendo strategie per aumentare autonomia e chiarezza nella gestione. - Unita.tv

La scuola italiana attraversa una fase complessa che coinvolge aspetti didattici e gestionali, con un nodo centrale rappresentato dalla cosiddetta “doppia” dirigenza. Questo fenomeno riguarda la presenza di più figure dirigenziali all’interno delle scuole, con ruoli che spesso si sovrappongono o mancano di chiarezza. Il sistema resta fortemente legato a un modello centralizzato, che limita l’autonomia degli istituti e impone precise dinamiche amministrative. In questo articolo si fa luce su questi problemi, analizzando le novità introdotte dal Ministero dell’Istruzione e del Merito per il biennio 2024-2026 e le tensioni che emergono sul fronte organizzativo.

Il sistema scolastico italiano tra centralismo e ruoli dirigenziali sovrapposti

Il sistema scolastico italiano è da sempre caratterizzato da una forte centralizzazione delle decisioni, con il Ministero che determina gran parte degli indirizzi amministrativi e didattici. Questa impostazione limita la libertà d’azione delle singole scuole, riducendo il margine di manovra sia nella gestione delle risorse che nell’organizzazione interna. La figura del dirigente scolastico ha il compito di tradurre queste direttive nazionali nella quotidianità degli istituti, mantenendo il collegamento tra la realtà territoriale e il Ministero.

Emergere della doppia dirigenza

Negli ultimi anni è emerso un problema legato alla “doppia” dirigenza, ossia la presenza contemporanea di vari dirigenti all’interno degli stessi istituti con funzioni poco definite. Spesso, accanto al dirigente scolastico, si trovano altri presidi o figure con poteri sovrapposti che generano ambiguità, rallentamenti nei processi decisionali e difficoltà nel coordinamento. I dirigenti si trovano così a confrontarsi con ruoli confusi che complicano la gestione ordinaria e le scelte strategiche. Questo fenomeno non fa che amplificare le debolezze di un sistema già vincolato dal centralismo.

Le novità sulla mobilità dei dirigenti scolastici per gli anni 2024-2025

Tra i temi più caldi c’è la mobilità dei dirigenti scolastici, oggetto di interventi normativi recenti. Il MIM ha definito criteri per la mobilità relativi all’anno scolastico 2024/2025, puntando a rendere le procedure più trasparenti ed eque. Di grande rilievo è la richiesta, avanzata dalla FLC CGIL, di pubblicare pubblicamente tutte le sedi disponibili per l’assegnazione con la possibilità di mobilità interregionale senza vincoli discrezionali. La richiesta mira a superare ostacoli che finora hanno limitato gli spostamenti e spesso favorito posizionamenti non trasparenti.

Il decreto previsto per il 2025/2026 introduce inoltre la disponibilità del 100% dei posti vacanti in ciascuna regione per le operazioni di mobilità, con l’eccezione dei posti riservati ai vincitori dei concorsi. Questo dovrebbe garantire una maggiore flessibilità per i dirigenti e agevolare una distribuzione più equilibrata tra le diverse zone del paese, riflettendo esigenze reali degli istituti.

Il processo per la conferma degli incarichi di presidenza nel 2025/2026

Oltre alla mobilità, il MIM ha indicato la procedura per confermare gli incarichi di presidenza per l’anno scolastico 2025/2026. Le domande devono essere inviate entro il 26 maggio 2025 secondo le normative fissate dalla nota del 2 aprile 2025 e dalla direttiva del 27 marzo di quello stesso anno. La tempistica è importante per evitare vuoti nella gestione degli istituti e per assicurare stabilità.

Iter di conferma

Il processo di conferma serve a garantire continuità, evitando frequenti cambiamenti che potrebbero influire negativamente sul funzionamento delle scuole. L’iter previsto punta a verificare che i dirigenti confermati rispondano alle necessità concrete degli istituti, senza però riservare eccessivi poteri discrezionali alle amministrazioni locali. La questione suscita dibattito, ma resta un tassello fondamentale nella gestione delle scuole.

I comandi e le assegnazioni per il personale scolastico nel 2025/2026

Per quanto riguarda comandi e assegnazioni, cittadini e dirigenti devono confrontarsi con una regolamentazione precisa. Le richieste per competere a comandi di assegnazione devono essere presentate entro il 4 giugno 2025. Questi comandi riguardano il personale scolastico e possono prevedere l’invio a enti e associazioni impegnate nella prevenzione dei disagi psico-sociali, nell’assistenza e nella cura.

Il limite massimo previsto dalla legge è di 150 unità di personale tra docenti e dirigenti assegnabili a queste attività, ma solo dopo aver seguito corsi di formazione specifici. La normativa punta a regolamentare chi può uscire temporaneamente dalla scuola per dedicarsi ad attività sociali, mantenendo un equilibrio tra esigenze educative e impegno territoriale.

Strategie e proposte per ridurre il centralismo e chiarire la dirigenza scolastica

Diversi esperti e protagonisti del settore indicano la necessità di agire su più fronti per affrontare il fenomeno della “doppia” dirigenza e il modello centralistico. Un punto fermo è il potenziamento dell’autonomia delle scuole, così da permettere gestione più flessibile di risorse e risposte adeguate alle esigenze del territorio. Tale autonomia richiede però regole più semplici da applicare e una riorganizzazione dei ruoli.

Molti invocano anche una revisione dei ruoli dirigenziali, per eliminare ambiguità e inutili sovrapposizioni. Chiarezza nelle funzioni e divisione netta delle responsabilità dovrebbero migliorare l’efficienza gestionale. Inoltre, il coinvolgimento diretto di insegnanti, famiglie e studenti nelle decisioni interne delle scuole potrebbe rendere il funzionamento più vicino ai bisogni reali.

Si ipotizzano quindi modelli di governance scolastica più fluidi, con meno controlli centralizzati e più partecipazione dal basso. La strada è lunga e le azioni dovranno tenere conto delle differenze territoriali.

Le controversie attorno alla doppia dirigenza e alla gestione centralizzata

Il problema della “doppia” dirigenza è spesso al centro di critiche che mettono in luce la burocrazia e la lentezza burocratica che restringono l’autonomia delle scuole. La sovrapposizione dei ruoli dirigenziali può favorire conflitti interni e complicare azioni operative rapide. Questo scenario riduce la capacità di adeguarsi alle richieste di un’utenza sempre più variegata e attenta.

Non meno importanti sono le perplessità legate alla mobilità dei dirigenti, oggetto di accuse di mancanza di trasparenza o favoritismi. Le richieste di maggiore chiarezza nelle assegnazioni nascono anche da qui, dove la distribuzione degli incarichi spesso non sembra riflettere il merito o esigenze reali.

In definitiva, la gestione centralizzata e la “doppia” dirigenza alimentano tensioni che richiedono interventi precisi e decisi.

I protagonisti e le reazioni ufficiali del ministero e dei sindacati

Nel dibattito sulla gestione scolastica i protagonisti principali restano le figure dirigenziali, i sindacati come la FLC CGIL e il Ministero dell’Istruzione e del Merito. La FLC CGIL ha più volte sottolineato la necessità di procedure trasparenti per mobilità e assegnazioni, mettendo al centro la possibilità di mobilità interregionale senza vincoli discrezionali.

Dall’altra parte, il MIM ha elaborato direttive con scadenze precise e indicazioni dettagliate per gestione incarichi e mobilità, con l’intento di accompagnare il sistema verso una migliore organizzazione. Le misure adottate segnano tentativi di rendere più limpide le regole, ma gli esiti saranno visibili solo nei prossimi anni.