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lavoro e formazione, urgente un cambio di paradigma per affrontare il nodo demografico e occupazionale in italia

Il rapporto INAPP 2024 evidenzia l’importanza della collaborazione tra ministero del lavoro, istruzione e università per affrontare le sfide demografiche e migliorare la formazione continua nel mercato del lavoro italiano.

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Il rapporto INAPP 2024 evidenzia l’urgenza di una strategia integrata tra formazione e mercato del lavoro in Italia, puntando su collaborazione ministeriale, formazione continua e valorizzazione dei lavoratori più anziani per affrontare le sfide demografiche e sociali. - Unita.tv

Il rapporto annuale 2024 dell’istituto nazionale per l’analisi delle politiche pubbliche mette a fuoco i legami tra formazione e mercato del lavoro italiani, sottolineando la necessità di una strategia condivisa tra ministero del lavoro, dell’istruzione e dell’università. L’analisi arriva in un contesto segnato da importanti trasformazioni demografiche e sociali, che richiedono risposte nuove per sostenere il sistema economico e sociale.

Il ruolo centrale della collaborazione tra ministeri per politiche formative efficaci

Il rapporto INAPP evidenzia come il dialogo tra formazione e lavoro debba uscire dai confini stretti di un solo ambito istituzionale per includere almeno il ministero del lavoro, dell’istruzione e dell’università. Questa collaborazione appare indispensabile per sviluppare politiche coerenti in grado di rispondere alle esigenze reali di un Paese che affronta profondi cambiamenti sociali, in particolare l’inverno demografico.

Non si tratta solo di coordinare iniziative o risorse, ma di concepire un sistema organico che consideri l’intero percorso formativo e lavorativo, mettendo al centro le competenze e le capacità di adattamento dei lavoratori di ogni età. Il rapporto sottolinea che un approccio settoriale rischia di lasciare scoperti nodi fondamentali come la formazione continua e la riorganizzazione del lavoro in risposta al cambiamento generazionale.

Il legame tra politica educativa e mercato del lavoro diventa quindi una priorità da affrontare in congiunzione con i vari ambiti della formazione scolastica e universitaria, per garantire non solo occupabilità ma anche qualità e sostenibilità nelle carriere professionali.

le sfide demografiche e l’invecchiamento della forza lavoro in italia

Il cuore dello studio è la trasformazione demografica, con un invecchiamento rapido della popolazione e una riduzione della fascia di giovani in età lavorativa. Questi fatti influenzano direttamente diversi settori, tra cui sanità, servizi di assistenza, istruzione e ovviamente il mercato del lavoro.

Il rapporto spiega che le politiche finora adottate non considerano a sufficienza l’impatto di questa situazione. Un dato significativo riguarda le piccole e medie imprese: nel 96% di queste, le questioni legate ai lavoratori over 50 non sono mai state negoziate con i sindacati. Ciò indica un’assenza quasi totale di attenzione verso la gestione dell’età avanzata nel contesto lavorativo.

Il sistema deve quindi mirare a mantenere alta l’occupabilità dei lavoratori più anziani evitando il rapido deterioramento delle competenze acquisiste, fondamentali per garantire la loro presenza attiva sul mercato. Italia, con una metà dei lavoratori sopra i 45 anni, vive appunto questo fenomeno in modo particolarmente evidente.

La legge n. 33 del 2023 va in questa direzione, istituendo un piano per l’invecchiamento attivo, ma mancano ancora politiche diffuse e concrete che sostengano l’age management e la valorizzazione del capitale umano più maturo.

Apprendimento permanente e formazione degli adulti per sostenere la seconda metà della carriera

Per affrontare la sfida del cambiamento demografico servono nuove risposte anche in termini di formazione continua. L’approccio life course invita a promuovere la partecipazione degli adulti all’apprendimento lungo tutto l’arco della vita lavorativa.

Nel 2023 l’11,6% delle persone tra 25 e 64 anni ha partecipato a percorsi di istruzione o formazione, segnando un aumento di due punti percentuali rispetto all’anno precedente. È il dato più alto degli ultimi 15 anni e indica una maggiore attenzione verso gli aggiornamenti di competenze nella fascia adulta.

I centri provinciali per l’istruzione degli adulti svolgono un ruolo cruciale in questa dinamica, offrendo percorsi formativi che rispondono alle esigenze di chi affronta transizioni nel lavoro. I CPIA propongono anche micro-learning e rilasciano micro-credenziali, riconosciute a livello scientifico come strumenti efficaci per apprendere in età avanzata.

Il rapporto invita a rafforzare la collaborazione tra le varie realtà impegnate nell’apprendimento permanente, sfruttando le esperienze già maturate con il Programma GOL e i Fondi interprofessionali. L’obiettivo è rendere più accessibili e mirate le offerte formative per adattarsi ai cambiamenti continui nelle competenze richieste.

Verso un apprendimento adulto più integrato e innovativo: il ruolo dei CPIA e dell’apprendistato

Il documento INAPP osserva anche gli avanzamenti nell’individuazione e valutazione delle competenze degli adulti. I CPIA, da almeno dieci anni, costruiscono un patto formativo individuale basato sull’analisi delle abilità e necessità di ciascun partecipante. Questa pratica ha posto le basi per modelli di formazione personalizzata che oggi incontrano l’interesse di altre iniziative come il programma GOL.

L’inclusione dei CPIA nelle reti che sviluppano percorsi di formazione tecnologico-professionali conferma la volontà di dare continuità e concretezza al progetto di affrontare in modo coordinato la formazione degli adulti.

Il rapporto prosegue suggerendo di ampliare la possibilità per i CPIA di lavorare sull’apprendistato rivolto agli adulti. In Europa, diversi Stati stanno puntando a potenziare questa modalità per favorire il reinserimento e l’aggiornamento professionale nel corso della carriera. La Finlandia ad esempio, privilegia tradizionalmente l’apprendistato per adulti piuttosto che per giovani, un modello che potrebbe essere preso in considerazione anche in Italia.

Quindi le politiche rivolte alla formazione degli adulti devono coinvolgere strumenti e percorsi flessibili e mirati, capaci di accompagnare concretamente le persone nelle diverse fasi del loro percorso lavorativo e contribuire a contrastare le difficoltà poste dall’invecchiamento e dalla rapida evoluzione delle competenze richieste dal mercato.