la trasmissione tango di Rai 2 approfondisce la strage di Capaci e la pista nera dopo l’archiviazione delle indagini
In occasione della Giornata della Legalità, Rai 2 approfondisce la strage di Capaci e il mistero attorno all’assassinio di Giovanni Falcone, con focus sulla controversa pista nera e le indagini archiviati.

L’articolo approfondisce la strage di Capaci, ripercorrendo le indagini ufficiali e le teorie alternative, in particolare la "pista nera", recentemente archiviata dalla procura per mancanza di prove. - Unita.tv
La strage di Capaci rimane uno degli eventi più drammatici della storia italiana recente. Oggi, in occasione della Giornata della Legalità, Rai 2 propone un approfondimento attraverso la trasmissione Tango, condotta da Luisella Costamagna. Il programma, in onda poco dopo la mezzanotte e poi sabato mattina alle 8:55, torna a parlare del giudice Giovanni Falcone e dei misteri che ancora circondano il suo assassinio avvenuto sul tratto palermitano dell’autostrada A29 oltre trent’anni fa. L’inchiesta ufficiale ha individuato i responsabili, ma alcune teorie alternative, come la cosiddetta “pista nera“, continuano ad alimentare il dibattito pubblico.
La pista nera: origini e sviluppi delle indagini
L’interesse sulla pista nera è emerso con maggiore forza nel 2006, quando il pubblico ministero Gianfranco Donadio raccolse dichiarazioni da un collaboratore di giustizia, Alberto Lo Cicero. Lo Cicero riferì di avere notato la presenza di Stefano Delle Chiaie, leader di Avanguardia Nazionale, a Capaci poco prima dell’attentato. Secondo il pentito, Delle Chiaie viaggiava insieme a Domenico Romeo, mafioso di rango. La sorella di Romeo, Maria, confermò queste voci, aggiungendo che Delle Chiaie avrebbe incontrato anche altri boss, in particolare Tullio Troia, nel corso del 1992. Questi elementi avrebbero indicato una collaborazione sporadica tra criminalità organizzata e gruppi di destra.
Il racconto di maria romeo sui dialoghi post-strage
Il racconto di Maria Romeo si fece più dettagliato quando disse di aver sentito di un dialogo tra Lo Cicero e il giudice Paolo Borsellino, subito dopo la strage di Capaci. In quell’incontro, Lo Cicero avrebbe riferito della presenza di Delle Chiaie sulla scena del crimine, ma il giudice non avrebbe dato seguito a queste informazioni. Questi elementi hanno alimentato teorie suggestive, ma senza prove certe.
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La strage di Capacì: accadimenti e sentenze ufficiali
Il 23 maggio 1992, Giovanni Falcone e la sua scorta vennero uccisi dalla mafia con una potentissima esplosione sulla A29, vicino a Capaci in Sicilia. Quell’episodio segnò un punto di svolta nella lotta a Cosa Nostra, grazie all’impegno del giudice Falcone e del collega Paolo Borsellino, ucciso pochi mesi dopo. Secondo le sentenze definitive, i mandanti furono i boss Totò Riina e Bernardo Provenzano. Le indagini riconobbero che il motivo principale dell’attentato fu l’attività giudiziaria che portò al maxiprocesso, una svolta che colpì duramente la mafia siciliana. Lo scenario era chiaro: Falcone rappresentava un ostacolo troppo pericoloso.
Nonostante la chiarezza ufficiale, sono nate diverse ipotesi che mettono in discussione questa versione, cercando di individuare possibili responsabilità esterne o complici. Tra queste, la pista nera suggerisce un coinvolgimento di esponenti dell’estrema destra eversiva in un’intesa segreta con la mafia per destabilizzare lo Stato e creare caos politico.
La memoria di Falcone e la lotta alla mafia
Oggi, nel ricordo di Falcone, la memoria si concentra sulla resistenza dello Stato e sui risultati delle lotte contro la criminalità organizzata, senza mai dimenticare le vittime né le questioni ancora aperte sollevate da certe teorie nel corso degli anni.
L’archiviazione da parte della procura di Caltanissetta e le conclusioni sulle indagini
Dopo anni di approfondimenti, la Procura di Caltanissetta ha deciso di archiviare definitivamente le indagini sulla pista nera. La decisione, comunicata a pochi giorni dalla messa in onda di Tango, si basa sulla mancanza di riscontri concreti che colleghino soggetti dell’estrema destra eversiva alla strage di Capaci. Il lavoro della procura ha preso in esame ogni singolo dato, testimonianza e documento, ma non ha rilevato prove tali da giustificare ulteriori accertamenti.
Questa archiviazione non implica che altri aspetti della vicenda restino chiari per tutti gli italiani, ma in ambito giudiziario il capitolo sulla pista nera è stato chiuso. Restano invece attivi altri filoni investigativi relativi alla mafia e ad altre stragi che hanno segnato la stessa stagione.