La serie televisiva the gilded age torna con la sua terza stagione, disponibile dal 23 giugno su HBO e in Italia su Sky Atlantic, NOW e on demand. Ambientata nella new york di fine ottocento, questa stagione approfondisce i temi della ricchezza, delle lotte sociali e dei cambiamenti culturali che hanno segnato quel periodo storico. La narrazione si sviluppa attraverso le vicende intrecciate di diverse famiglie benestanti che cercano di consolidare il proprio ruolo nella società americana emergente.
Un distacco da downton abbey per trovare una voce originale
The gilded age ha iniziato il suo percorso con un confronto inevitabile con downton abbey, ma in questa terza stagione ha definitivamente trovato una propria identità. Il racconto si concentra sui conflitti interni alla società americana dell’epoca: amori contrastati, fallimenti imprenditoriali e tensioni razziali emergono come elementi centrali. I protagonisti principali sono i russell: una famiglia che incarna le ambizioni economiche e sociali del tempo grazie alle interpretazioni intense di carrie coon e morgan spector.
Narrazione e intrecci famigliari
La serie evita di privilegiare un singolo nucleo familiare; invece mostra più storie intrecciate tra loro che riflettono aspetti diversi della gilded age. Questo equilibrio narrativo permette allo spettatore di cogliere le sfumature complesse del periodo senza cadere nel semplice scontro tra ricchi padroni e domestici.
Lo sviluppo dei personaggi lungo più stagioni rafforza la narrazione
Un elemento distintivo della serie è l’approfondimento graduale dei personaggi lungo tutte le stagioni. La lunga serialità consente ai protagonisti di evolvere lentamente mostrando lati diversi delle loro personalità nel tempo. Gladys russell rappresenta uno degli esempi più significativi: il suo percorso racconta la difficoltà a inserirsi in un ambiente ostile dominato dalla madre ambiziosa.
In questa stagione emerge anche l’aspetto imprenditoriale legato alla gestione degli affari da parte dei nuovi ricchi americani. George russell appare come uomo duro negli affari ma incapace di controllare completamente la sua famiglia, dove domina invece sua moglie con progetti personali molto forti.
Differenze con la nobiltà europea
Questa aristocrazia basata sul lavoro segna una differenza rispetto ai nobili tradizionali europei; qui il successo nasce dall’impegno economico ed è aperto a chiunque abbia capacità anche partendo da umili origini come può essere un cameriere diventato imprenditore.
Riflessioni sul potere sociale nell’ambiente van rhijn
In casa van rhijn prende rilievo il personaggio di agnes interpretata da christine baranski che affronta una perdita totale ma non vuole rinunciare al controllo sociale né alla propria dignità personale. L’apparenza assume grande importanza nella new york dell’epoca dove mantenere l’immagine pubblica significa conservare prestigio ed esclusione sociale per chi devia dalle regole stabilite.
La presenza nelle puntate della terza stagione di guest star come merritt wever, bill camp e phylicia rashad aggiunge ulteriori profondità ai rapporti fra i vari personaggi dando sfumature nuove alle dinamiche già complesse presenti nel racconto principale.
Uno sguardo sulle tensioni razziali nella gilded age
Finalmente questa nuova annata dedica spazio a questioni razziali spesso trascurate nelle precedenti stagioni offrendo uno spaccato sulla comunità afro-americana aristocratica dell’epoca. Viene mostrata la divisione interna fra chi è nato libero rispetto a chi proviene dalla schiavitù come nel caso del padre del personaggio peggy: differenze ancora profonde nei rapporti con gli altri ceti alti bianchi nonostante condividano posizioni socialmente elevate all’interno delle proprie comunità.
Questa attenzione rende the gilded age 3 non solo un ritratto storico ma anche uno specchio delle tensioni che attraversano ancora oggi molte società contemporanee riguardo all’accettazione dell’altro dentro contesti rigidi fatti d’identità fisse ed esclusioni nette.