Home la riforma pensioni e il rapporto cgil, spi, inca e federconsumatori: evidenze e proposte per i giovani e i pensionati

la riforma pensioni e il rapporto cgil, spi, inca e federconsumatori: evidenze e proposte per i giovani e i pensionati

Il rapporto di Cgil, Spi, Inca e Federconsumatori di Modena evidenzia il calo del potere d’acquisto dei pensionati dal 2016 al 2023, con particolare attenzione ai giovani e ai redditi bassi.

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L'articolo analizza la perdita del potere d’acquisto dei pensionati italiani tra 2016 e 2023, evidenziando le difficoltà dei pensionati con carriere irregolari e le proposte del Movimento 5 Stelle per migliorarne la situazione tramite riforme e agevolazioni fiscali. - Unita.tv

Negli ultimi anni il tema delle pensioni è tornato al centro del dibattito pubblico, soprattutto per le difficoltà dei giovani con carriere irregolari che rischiano assegni bassi e una qualità della vita ridotta. Un rapporto realizzato da Cgil, Spi, Inca e Federconsumatori di Modena ha analizzato l’andamento dei redditi da pensione dal 2016 al 2023, evidenziando la perdita progressiva del potere d’acquisto per molti pensionati. I dati raccolti, seppur riferiti a una realtà provinciale emiliana, mostrano dinamiche che potrebbero riflettersi a livello nazionale, segnalando la necessità di interventi più strutturati.

Il calo del potere d’acquisto dei pensionati tra il 2016 e il 2023

Il rapporto della Cgil e degli altri enti analizza con precisione come l’inflazione crescente abbia eroso i redditi pensionistici negli ultimi otto anni. I blocchi parziali delle indicizzazioni, spesso decisi per contenere la spesa pubblica, hanno inciso negativamente soprattutto per i pensionati più giovani, che avevano già accumulato assegni ridotti a causa di periodi di lavoro discontinuo. Risulta chiaro che la combinazione tra inflazione alta e mancati adeguamenti ha portato a una perdita reale di potere d’acquisto, rendendo più difficile per queste persone affrontare le spese quotidiane. La provincia di Modena, pur rappresentando uno specifico territorio, sembra riflettere un trend nazionale dove la stabilità economica dei pensionati è diventata più fragile.

Segmenti di pensionati più esposti a difficoltà economiche

La situazione riguarda in larga parte chi ha avuto contratti temporanei, discontinuità lavorative o carriere caratterizzate da bassi redditi. Questi aspetti incidono direttamente sugli importi pensionistici maturati e sulle condizioni di vita dopo il ritiro dal lavoro. Il fenomeno non è nuovo, ma il rapporto suggerisce che dal 2016 in poi la condizione si è aggravata, con segmenti di pensionati sempre più esposti a difficoltà economiche.

La mozione del movimento 5 stelle per tutelare i pensionati a basso reddito

Di fronte a questa realtà, il Movimento 5 Stelle ha presentato in Senato una mozione guidata dal vicepresidente Mario Turco, che propone una serie di interventi per sostenere i pensionati con assegni bassi o medi. L’iniziativa punta a sospendere il recupero da parte dell’Inps dei bonus dati nel 2022 ai pensionati che non ne avevano i requisiti. Questo provvedimento si accompagna alla richiesta di una rivalutazione degli assegni con un meccanismo a scaglioni, concepito per garantire una progressività reale e una protezione maggiore per chi percepisce meno.

Un’altra richiesta della mozione riguarda la riduzione della pressione fiscale sui pensionati, tramite una detassazione completa degli assegni fino a 1.000 euro netti al mese. Questo obiettivo mira a migliorare la condizione economica delle fasce più vulnerabili, favorendo un allentamento degli oneri fiscali che pesano sui piccoli redditi pensionistici.

Revisioni previste nella mozione

Infine la mozione sollecita una revisione della legge Fornero e l’introduzione di nuovi strumenti per il pensionamento anticipato, soprattutto per categorie di lavoratori considerati fragili per condizioni di salute o di lavoro pesante. L’esito di questa proposta non è ancora noto, resta da vedere se il governo darà seguito alle richieste espresse in aula.

Le dinamiche politiche attorno al tema pensioni nel 2025

Il quadro politico nel 2025 resta complesso e influenza direttamente le possibilità di intervento nella materia pensionistica. Il Movimento 5 Stelle, pur non essendo una delle forze al governo, continua a portare avanti iniziative in difesa dei pensionati, cercando di fare pressione su maggioranza e opposizione.

In questo contesto il quadro dei sondaggi politici mostra un equilibrio instabile fra le forze principali. La leader Giorgia Meloni mantiene un consenso sopra il 30%, nonostante il calo registrato alle ultime elezioni comunali. Il Pd registra un recupero e il centrodestra vive tensioni interne, con Forza Italia e Alleanza Verdi Sinistra in difficoltà e la Lega in diminuzione. Questi cambiamenti hanno un peso anche sulle decisioni relative alla riforma pensioni, perché definiscono chi ha la voce più forte nelle commissioni parlamentari o nella scrittura di provvedimenti futuri.

Attese sulle prossime decisioni

Le prossime settimane saranno decisive nel determinare se e come verranno accolte le richieste presentate dalla mozione M5s, e quali misure saranno adottate per tutelare i pensionati più colpiti dalla perdita di potere d’acquisto. Le condizioni dei pensionati, specialmente i più giovani e con carriere spezzate, restano un tema centrale nelle agende politiche.