Home La proposta omnibus iv della commissione europea rischia di danneggiare le pmi italiane secondo confartigianato e cna

La proposta omnibus iv della commissione europea rischia di danneggiare le pmi italiane secondo confartigianato e cna

La Commissione europea propone la creazione della categoria “small mid-caps”, suscitando preoccupazioni tra Confartigianato e CNA per il rischio di marginalizzazione delle piccole e medie imprese italiane.

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L'articolo analizza la proposta della Commissione europea di creare una nuova categoria di imprese, le "small mid-caps", per alleggerire gli oneri burocratici, suscitando però preoccupazioni tra le associazioni italiane per il possibile indebolimento delle piccole e medie imprese. - Unita.tv

Negli ultimi mesi la Commissione europea ha avviato un confronto sul futuro del mercato unico comunitario. Nel dibattito è emerso un documento chiamato “Omnibus IV”, che introduce l’idea di una nuova categoria giuridica per le imprese. Tale proposta ha scatenato preoccupazioni tra alcune associazioni italiane come Confartigianato e CNA, che ammoniscono sui possibili effetti negativi per le piccole e medie imprese . Queste ultime vengono considerate uno snodo fondamentale per l’economia italiana, e la loro posizione potrebbe venir marginalizzata a causa della nuova classificazione. L’articolo analizza più nel dettaglio la questione, partendo dalla natura del documento e dagli sviluppi del dibattito.

Il documento omnibus iv e la nuova categoria di small mid-caps

Il punto centrale della proposta è il riconoscimento di una nuova categoria di imprese, denominate small mid-caps. Questa categoria raccoglierebbe le imprese con meno di 750 dipendenti e un fatturato inferiore a 150 milioni di euro, situate a metà strada tra le piccole imprese attuali e le grandi aziende. L’intenzione della Commissione è di applicare a queste realtà specifiche alcune deroghe già riconosciute alle aziende più piccole, in modo da alleggerire gli oneri amministrativi e normativi. Lo scopo dichiarato consiste nel ridurre costi e complessità, stimando un risparmio collettivo di circa 400 milioni di euro a carico degli imprenditori.

Un’idea per stimolare la competitività

L’idea di fondo appare interessante dal punto di vista della competitività, perché punta a offrire condizioni più favorevoli a realtà imprenditoriali ancora in espansione. Ad esempio, la proposta prevede la cancellazione dell’obbligo di iscrizione a certi registri per il trattamento dei dati personali e una semplificazione sulle normative ambientali che riguardano l’uso di gas fluorurati. Queste misure intendono incentivare le aziende a superare la soglia della piccola impresa per crescere senza incorrere in costi eccessivi. Eppure, la definizione di small mid-caps introduce un confine nuovo, che ora divide il sistema imprenditoriale in tre gruppi, anziché i due attuali: micro e piccole imprese, small mid-caps, grandi imprese.

L’allarme di confartigianato e cna sulle conseguenze per le pmi

Confartigianato e CNA hanno espresso forti riserve nei confronti della proposta Omnibus IV, sostenendo che questa nuova categoria rischia di sovrapporsi e offuscare il ruolo delle PMI tradizionali. Per queste associazioni, il documento potrebbe far passare il messaggio che solo le imprese di dimensioni maggiori possano accedere a certe risorse europee o benefici normativi. Si genera così un rischio di marginalizzazione per le micro e piccole imprese, che rappresentano una larga fetta del tessuto imprenditoriale italiano e che non possono essere equiparate alle realtà più grandi per natura e bisogni.

Preoccupazioni sulle risorse e visibilità

Le preoccupazioni riguardano soprattutto la possibilità che si indebolisca l’attenzione politica ed economica riservata alle PMI, sottraendo loro non solo risorse ma anche visibilità. Le piccole attività hanno necessità e difficoltà differenti rispetto alle imprese medio-grandi. Confartigianato e CNA parlano di un pericolo concreto di “inquinamento” della definizione di PMI: la distinzione in tre gruppi non deve trasformarsi in un alibi per diminuire il sostegno alle piccole imprese. La richiesta principale è di mantenere chiaro il focus sulle realtà di dimensioni ridotte, senza creare una nuova soglia difficile da superare per chi non può o non vuole ampliarsi.

Implicazioni pratiche e possibili scenari futuri per le imprese italiane

L’ipotesi di ridurre gli oneri burocratici per le small mid-caps può sembrare, a prima vista, una misura per stimolare la crescita e la capacità competitiva. In effetti, molte aziende si trovano bloccate dal peso delle regole che si intensificano passando la soglia di 250 addetti. Alla Camera di commercio di Cosenza, durante la 34esima Convention Mondiale delle Camere di Commercio , si è discusso anche dell’impatto di questa proposta sulle imprese italiane. Il territorio sa bene quanto conti il tessuto delle micro, piccole e medie imprese per l’occupazione e l’economia locale.

Necessità di equilibrio e diversificazione

Ma la sfida sta nel calibrare le regole senza penalizzare chi è ancora piccolo. È necessario un equilibrio che consenta di alleggerire le procedure per le small mid-caps senza impoverire il supporto alle PMI più ridotte. Inoltre, le questioni legate all’adeguamento tecnologico, alle polizze per danni catastrofali e agli obblighi ambientali mostrano come l’eterogeneità delle imprese richieda risposte diversificate, non un modello unico. La proposta Omnibus IV comporta anche scadenze e adempimenti specifici, a seconda della dimensione delle imprese, e questo divide nettamente il panorama imprenditoriale.

La partita resta aperta e le associazioni di categoria hanno chiesto alla Commissione europea maggiore chiarezza e attenzione nell’elaborare il testo finale. È plausibile che il documento subisca modifiche in risposta alle sollecitazioni. Nel frattempo, le imprese italiane si preparano a seguire con attenzione ogni sviluppo, consapevoli che dalle decisioni europee dipende non solo il loro peso sul mercato interno ma anche la capacità di competere oltre confine.