La polemica sul comté in francia tra accuse ambientali e reazioni della popolazione e delle istituzioni
Il dibattito sul formaggio Comté in Francia si intensifica dopo le critiche di Pierre Rigaux riguardo all’impatto ambientale e al benessere animale, scatenando reazioni nella comunità locale e tra le autorità.

In Francia, l’attivista Pierre Rigaux ha criticato la produzione del formaggio Comté per impatti ambientali e pratiche di allevamento, scatenando un acceso dibattito tra difensori della tradizione locale e sostenitori della tutela ambientale e del benessere animale. - Unita.tv
L’ultimo periodo in Francia è stato segnato da una forte discussione attorno al formaggio Comté, specialità della Franca Contea celebre in tutto il mondo. Tutto è cominciato con un’intervista radiofonica in cui l’attivista Pierre Rigaux ha criticato duramente la produzione e il consumo di questo prodotto, scatenando una serie di reazioni da parte della comunità locale, degli allevatori e delle autorità. Il dibattito si è acceso soprattutto sui social con l’hashtag #TouchePasAMonComté, a difesa di una tradizione radicata da decenni e riconosciuta a livello europeo con il marchio AOC.
Comté, un formaggio simbolo della franciaconta con una produzione storica e regolamentata
Il Comté è molto più di un semplice formaggio francese. È un prodotto con alle spalle una lunga storia, nato e sviluppato nell’area della Franca Contea, regione che ne rappresenta l’unico luogo di produzione legale secondo le normative AOC e simili ai sistemi italiani DOC e DOP in Europa. Nel 2022, la produzione ha superato 1,6 milioni di forme, con vendite che superano le 70 mila tonnellate solo in Francia, confermando il ruolo centrale del Comté nella gastronomia locale e internazionale.
Questa concentrazione produttiva rende la Franca Contea meta e punto di riferimento per gli amanti del formaggio artigianale, che trovano nel Comté una varietà di sapori legati al territorio e alle tecniche tradizionali di lavorazione. Importanti sono le norme che disciplinano ogni fase, dalla scelta delle mucche Montbéliarde alle modalità di stagionatura, per mantenere la qualità riconosciuta da decenni.
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Il legame tra formaggio e territorio
Il legame tra il formaggio e la zona di origine è strettissimo e non può essere replicato altrove, un aspetto che rende la controversia aperta ancor più delicata, dato che tocca la reputazione e la sostenibilità economica di un territorio dove la produzione di Comté rappresenta una parte rilevante dell’identità e del lavoro locale.
Le accuse ambientali di pierre rigaux contro la filiera del comté
L’attivista Pierre Rigaux, intervenendo a una trasmissione della radio France Inter, ha espresso giudizi molto severi nei confronti della filiera del Comté. Rigaux ha segnato il formaggio come un prodotto problematico dal punto di vista ambientale, mettendo in evidenza l’impatto degli allevamenti di mucche Montbéliarde sugli ecosistemi locali. Le sue critiche si sono concentrate sul letame dei bovini che contiene azoto e fosforo, elementi che si disperdono nel terreno e finiscono nei corsi d’acqua, provocando fenomeni di eutrofizzazione.
Secondo l’attivista, questa situazione causa la proliferazione di alghe, la diminuzione degli invertebrati acquatici e la diffusione di malattie tra le popolazioni di trote, pesci sensibili alla qualità dell’acqua. Questi punti hanno aperto un confronto acceso sul rapporto tra agricoltura tradizionale e tutela ambientale in aree dove la zootecnia ha un ruolo centrale.
Riflessioni sul benessere animale
Ma le obiezioni di Rigaux non si sono fermate all’ambiente. Ha parlato anche di una filiera “del dolore”, rifacendosi alle pratiche di allevamento: la riproduzione forzata delle mucche tramite inseminazione artificiale, l’utilizzo dei vitelli per rinnovare la mandria e la loro destinazione precoce al macello, in alcuni casi pochi giorni dopo la nascita. Questi passaggi hanno acceso un altro dibattito, quello riguardante il benessere animale nelle produzioni lattiero-casearie francesi.
L’attivista è arrivato a proporre una misura drastica: vietare la produzione e il consumo di Comté, per ridurre l’impatto ambientale e la sofferenza animale legati a questa filiera. Proposta che ha scatenato reazioni immediate e contrastanti nel paese.
Reazioni nella franciaconta e la posizione della prefettura di giura
La risposta di chi vive e lavora nella Franca Contea non si è fatta attendere, sia sui social sia nelle sedi istituzionali. L’hashtag #TouchePasAMonComté è diventato un simbolo di difesa di una tradizione produttiva che si considera rispettosa di precisi disciplinari. Altri hanno sottolineato, anche intervistati da media come Bfm TV, che il comparto segue alcune delle regole più severe nell’ambito alimentare, fatte per garantire standard elevati in materia di produzione e sostenibilità.
Sul versante ufficiale, la prefettura di Giura è intervenuta tramite un post su X/Twitter per difendere apertamente il Comté, definendolo un prodotto che offre gusto, calcio e proteine senza sensi di colpa. Ha ricordato che la filiera è gestita con competenza e rappresenta un modello per il modo in cui si producono formaggi dal valore locale e riconosciuti a livello europeo.
Un attacco a un territorio e alle sue tradizioni
Questa presa di posizione ha rafforzato la contrapposizione in campo, con una comunità che ha avvertito come un attacco diretto non solo al formaggio, ma a un territorio e alle sue tradizioni. Il dibattito è quindi rimasto aperto, con un forte coinvolgimento emotivo e pratico legato alla sopravvivenza di un prodotto simbolo e a uno stile di vita legato alla zootecnia in Franca Contea.
Gli sviluppi di questa vicenda saranno osservati attentamente, sia per le conseguenze sull’agricoltura locale sia per il modo in cui la società francese penserà al rapporto tra produzioni tradizionali, ambiente e benessere animale.