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la generazione z cambia il lavoro in italia: priorita, aspettative e nuovi modelli nel 2025

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La generazione Z sta rivoluzionando il lavoro in Italia, privilegiando equilibrio vita-lavoro, benessere psicologico, flessibilità, impatto sociale e formazione continua, con un approccio pragmatico verso tutele contrattuali e valori aziendali. - Unita.tv
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La generazione z sta trasformando profondamente il modo di lavorare in italia e nel mondo. Nati tra il 1995 e il 2012, questi giovani occupano già una quota significativa della forza lavoro globale e portano un approccio al lavoro che rifiuta molte delle convenzioni tradizionali. Secondo un recente white paper dell’osservatorio hr innovation practice del politecnico di milano, realizzato in collaborazione con indeed, le priorità di questa fascia generazionale riguardano l’equilibrio personale, il benessere psicologico e l’impatto sociale del lavoro. L’indagine si basa su interviste qualitative a oltre 100 giovani di scuole e università italiane, più un questionario a 1.500 lavoratori, a cui ha collaborato anche bva doxa. Questi dati delineano un quadro nitido e aggiornato delle nuove aspettative sul mercato del lavoro.

Salute mentale e clima aziendale: nuovi criteri nella scelta del lavoro

Il malessere psicologico è diventato uno dei principali fattori di insoddisfazione nel lavoro per la generazione z. Oltre il 45% di questi giovani ha registrato assenze dal lavoro nell’ultimo anno legate a problemi mentali o relazionali. Quasi la metà sarebbe disposta a lasciare il posto di lavoro attuale pur di preservare la propria salute mentale. “Questo dato evidenzia un cambiamento radicale nelle priorità: da un lato la salute non è più un tema da affrontare solo se emergono crisi evidenti, ma una condizione da tutelare attivamente.”

Anche la qualità delle relazioni in azienda gioca un ruolo decisivo. Il 54,4% desidera ambienti di lavoro sereni e il 44,6% chiede ambienti inclusivi, con rispetto per le diversità. Un giovane su quattro è pronto a rinunciare al lavoro se immerso in un clima tossico o conflittuale. Questi dati mostrano come il contesto umano influisca pesantemente sulle decisioni professionali della generazione z e sulle dinamiche di retention del personale.

La forza lavoro del futuro e la ricerca di equilibrio vita-lavoro

La generazione z rappresenta oggi circa il 20% dei lavoratori a livello globale e le stime del world economic forum la vedono crescere fino al 27% entro il 2025. In italia, questa fetta di giovani rompe con le abitudini delle generazioni precedenti, come i baby boomer e la generazione x, proponendo una visione del lavoro che non ruota più solo attorno alla stabilità economica o alla carriera in senso stretto. Al centro c’è il desiderio di vivere un’esperienza lavorativa che abbia un senso, che permetta un bilanciamento con gli spazi personali e che generi un impatto positivo nella società.

Dal questionario emerge chiaramente che il 47,4% dei giovani intervistati ritiene fondamentale poter scegliere l’orario di lavoro in modo flessibile, mentre il 44,7% punta alla libertá di spostare il luogo dove svolgere l’attività lavorativa. Questa ricerca di equilibrio si estende anche ai servizi offerti dall’impresa: congedi parentali, supporti psicologici e spazi dedicati al benessere sono elementi imprescindibili per il 63,8%. Non si accettano più modelli di reperibilità continua, ma si richiede che il lavoro si adatti alle esigenze individuali e non il contrario.

Mobilità, significato del lavoro e ambizioni internazionali

La fedeltà all’azienda è un concetto meno sentito rispetto al passato. La generazione z preferisce carriere dinamiche ma orientate al senso dell’attività svolta. Nel corso dell’ultimo anno il 22% ha cambiato lavoro, mentre il 27% ha intenzione di farlo nei prossimi 18 mesi. La spinta principale non è la conquista di una promozione, ma la ricerca di un lavoro che abbia un impatto positivo e rispecchi valori personali.

Il 63,6% vede nell’attività lavorativa una responsabilità sociale o ambientale. Il 37,7% vuole contribuire in modo concreto a cause che portano cambiamenti tangibili, una caratteristica molto simile a quella dei millennials e della generazione x ma con un’intensità crescente. Molti aspirano a carriere legate alla sostenibilità ambientale, all’innovazione tecnologica, al sociale e alla digitalizzazione. La dimensione internazionale ha peso per il 26,3%, mentre il 46% sogna di lavorare in contesti all’estero o multinazionali, riconoscendo il valore di esperienze internazionali per la crescita personale e professionale.

Formazione, sviluppo e uso di tecnologie digitali nel lavoro

Formarsi è la leva che motiva la maggioranza della generazione z: il 54% sceglie un lavoro anche in base alle opportunità di crescita professionale e formazione continua offerte. Il riconoscimento delle proprie competenze è decisivo per il 44,3%, mentre il 13% del campione ha abbandonato un impiego per sentirsi sottovalutato. Gli ambienti lavorativi devono quindi puntare a valorizzare i talenti con percorsi formativi su misura se vogliono trattenere i giovani più qualificati.

Nati in un’era digitale, i giovani della generazione z si muovono con naturalezza tra internet e nuove tecnologie nel cercare lavoro. Il 43,7% usa portali come indeed, e il 44,3% preferisce i social network professionali. Più di un quarto valuta consigli e feedback di ex colleghi o amici. L’intelligenza artificiale è un alleato: il 23,1% impiega strumenti di ai per preparare curriculum e colloqui, mentre uno su quattro ottimizza profili per superare i filtri automatici dei sistemi di selezione.

Retribuzione, tutele e le nuove aspettative contrattuali

Per la generazione z il salario resta un elemento importante, ma non l’unico. Nel sondaggio, il 70% lo considera ancora una priorità, tuttavia il 39,6% cambierebbe lavoro se ritiene che lo stipendio sia inadeguato. Attenzione rilevante viene dedicata anche alle tutele contrattuali: oltre il 65% valuta il welfare aziendale e le assicurazioni sanitarie come indispensabili, mentre il 57% pone attenzione al sostegno per la genitorialità.

Il contratto stabile, ferie retribuite e coperture per malattia sono criteri non negoziabili. Il 21,1% del campione ha cambiato o valuterebbe di lasciare un lavoro proprio per tutele insufficienti. Se da un lato la generazione z mostra minor attaccamento tradizionale alle aziende, non accetta condizioni contrattuali precarie o carenti, segnalando un approccio pragmatico in cui il rapporto di lavoro deve garantire certezze concrete.

Il nuovo scenario del mercato del lavoro tra carenza di competenze e invecchiamento

In un mercato sempre più segnato dalla mancanza di competenze specialistiche e dall’invecchiamento demografico, la capacità di attrarre e trattenere la generazione z costituisce una sfida cruciale per le imprese. Le aspettative di questi giovani non si limitano alla sicurezza contrattuale, ma richiedono di più: un lavoro che permetta di realizzarsi, in ambienti sani e con un impatto sociale riconosciuto. Cambiare modelli di gestione e organizzazione diventa necessario per rispondere alle nuove esigenze e per assicurare la presenza di talenti preparati e motivati. Sul fronte delle aziende si profila una trasformazione del modo di fare lavoro, dove a guidare saranno i valori e le esperienze concrete richieste dalla generazione z.

Written by
Rosanna Ricci

Rosanna Ricci racconta il presente come se stesse scrivendo una pagina di diario collettivo. La sua voce è intima, ma mai distante: attraversa con delicatezza temi complessi come cronaca, politica, spettacolo, attualità, cultura e salute, cercando sempre il lato umano delle notizie. Ogni suo post è uno sguardo personale sul mondo, tra empatia e consapevolezza.

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