La questione sulle origini del covid torna a scuotere l’opinione pubblica e la comunità scientifica a oltre cinque anni dall’inizio della pandemia. Tra nuove accuse e risposte ufficiali degli Stati Uniti, emergono dettagli che riaccendono il dibattito sul possibile coinvolgimento di laboratori e la natura del virus. I temi ora puntano su testi emersi da agenzie governative e dichiarazioni di figure note che mettono in discussione l’ipotesi di un’origine naturale, riaprendo così un capitolo cruciale nella comprensione di uno degli eventi sanitari più rilevanti del nostro tempo.
Le dichiarazioni di marty makary e la polarizzazione dell’opinione pubblica
Marty Makary, commissario della Food and Drug Administration e chirurgo noto a livello internazionale, ha alimentato nuovamente la polemica circa le cause del covid. Intervistato dalla rete Fox News ha sostenuto che il virus sia frutto di “un esperimento sfuggito al controllo” nel laboratorio di Wuhan. La sua affermazione, che descrive l’emergenza sanitaria come “un incubo durato tre anni”, ha subito diviso l’opinione pubblica e il mondo politico, riportando alla ribalta un’ipotesi che molti speravano superata. Makary, docente della Johns Hopkins University e editorialista del Wall Street Journal, ha comunque richiamato l’attenzione su possibili manipolazioni con tecnologie provenienti dagli Stati Uniti. Questi elementi hanno rilanciato la questione delle responsabilità, dando nuovo spazio a discussioni molto accese nei media e nelle sedi istituzionali.
Le parole della casa bianca e il cambio di rotta
Le sue parole hanno trovato riscontro nello spazio digitale della Casa Bianca, attraverso il nuovo portale istituzionale dedicato al covid. Il sito ufficiale indica ora che il virus presenta “caratteristiche biologiche non riscontrabili in natura”, operando quindi un netto cambio di rotta rispetto alla prudenza diplomatica dei primi anni della pandemia. Questo cambiamento di posizione ha riacceso tensioni legate alle conseguenze drammatiche dell’epidemia, che ha provocato milioni di morti e sconvolto economie e società nel mondo. La presa di posizione statunitense fa emergere dunque nuove domande su un passato ancora poco chiaro.
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I documenti e le divisioni internazionali sull’ipotesi della fuga di laboratorio
Nel gennaio 2025 la CIA ha pubblicato un rapporto che parla di una “fuga di laboratorio probabile ma con bassa confidenza”. Questo documento, emerso dopo anni di indagini, ha dato un’ulteriore spinta alle tesi che attribuiscono all’incidente di laboratorio un ruolo centrale nell’origine del covid. Tuttavia la comunità scientifica internazionale resta divisa. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha mantenuto un atteggiamento di apertura, ricordando che non esistono prove definitive e che tutte le ipotesi devono restare sul tavolo. Circa 1.200 virologi hanno firmato uno studio pubblicato su Nature, sostenendo che il salto di specie potrebbe essere avvenuto nel mercato di Huanan, supportando quindi la teoria di un’origine naturale.
Le ricerche precedenti e le difficoltà di interpretazione
Il dibattito si complica se si considerano dati del Progetto EcoHealth Alliance che tra il 2015 e il 2019 avrebbe raccolto 12.000 campioni di coronavirus simili al SARS-CoV-2 da pipistrelli nello Yunnan, regione distante oltre 1.600 chilometri da Wuhan. Questa informazione mette in luce la complessità delle ricerche precedenti la pandemia e la possibile dispersione geografica dei virus, facendo vacillare affermazioni troppo nette come quella di Makary, che sostiene “se fosse naturale, le prove esisterebbero già”. Ad oggi, molte questioni restano aperte e alimentano un confronto ancora acceso.
Il ruolo della politica e le accuse contro fauci nella narrazione statunitense
Nel clima di forte tensione l’ex presidente Donald Trump ha rimosso la scorta personale ad Anthony Fauci, ex direttore dell’Istituto nazionale di allergie e malattie infettive, accusandolo di aver guadagnato molto durante la pandemia e invitandolo a “pagarsela da solo”. Questi fatti riflettono la spaccatura politica degli Stati Uniti, dove figure come Fauci si trovano al centro di attacchi e difese a seconda delle parti.
Le accuse del sito covid.gov e la narrazione conservatrice
Il sito governativo Covid.gov, nato per informare sui vaccini, è stato aggiornato per indicare apertamente Pechino come responsabile di “ostruzione” nelle indagini. Inoltre accusa Fauci di aver avuto un ruolo nel tentativo di insabbiare alcune verità, collegandolo a finanziamenti utilizzati per ricerche genetiche in Cina. Questa narrazione è sostenuta soprattutto dagli ambienti conservatori americani e si intreccia con teorie cospirative diffuse online. Il tema politico è diventato una linea di scontro, con i repubblicani che usano la tesi della fuga da laboratorio per criticare le restrizioni e denunciare errori della gestione sanitaria, mentre i democratici tendono a difendere le misure adottate per affrontare la pandemia.
Al centro del dibattito rimane anche la questione scientifica della “gain of function research”, che riguarda la modificazione in laboratorio di agenti patogeni per aumentarne la trasmissibilità o letalità. La mancanza di chiarezza su questo aspetto alimenta sospetti e ulteriori discussioni.
Il dibattito scientifico e le lezioni ancora da imparare dal covid
Molti esperti sottolineano che la ricerca delle responsabilità rischia di far perdere di vista problemi concreti emersi dalla pandemia. Tra questi spicca la carenza di sistemi sanitari pubblici capaci di rispondere efficacemente a emergenze di questa portata. Inoltre la distribuzione irregolare dei vaccini ha penalizzato soprattutto i Paesi del Sud globale, prolungando la crisi sanitaria. In ambito internazionale, il Trattato OMS sulle pandemie continua a non decollare, bloccato da divergenze politiche e interessi geopolitici.
Mentre la polemica sulle origini del virus occupa i riflettori, permangono questioni contestuali di grande rilievo legate a come la comunità globale ha gestito l’emergenza, seppur con difficoltà. Il confronto tra scienza, politica e opinione pubblica rivela una realtà complessa, dove le verità si intrecciano con interessi divergenti e tensioni crescenti tra nazioni.