La corte federale americana blocca i dazi di trump: cosa succede ora nel commercio internazionale
La Corte federale del commercio Usa annulla i dazi imposti da Donald Trump, scatenando tensioni tra Stati Uniti, Cina ed Europa e complicando le relazioni commerciali globali.

La Corte federale del commercio Usa ha dichiarato illegittimi i dazi imposti da Trump senza l'approvazione del Congresso, scatenando tensioni politiche interne e ripercussioni sulle relazioni commerciali con Cina, Europa e Canada. - Unita.tv
La decisione della Corte federale del commercio Usa di bloccare i dazi imposti da Donald trump ha riacceso tensioni tra Washington e i suoi partner commerciali. La sentenza ha messo in discussione la legittimità delle tariffe imposte unilateralmente dal presidente senza l’approvazione del Congresso. Il mondo osserva come questa svolta influirà sulle relazioni economiche globali, coinvolgendo Stati Uniti, Cina, Europa e Canada.
La corte federale del commercio usa dichiara illegittimi i dazi trump
Nella notte del 2025, la Corte federale del commercio Usa ha stabilito che i dazi imposti dall’amministrazione trump violano il “International Emergency Economic Powers Act” del 1977. Questo provvedimento, che regolamenta i poteri economici d’emergenza del presidente, non autorizzerebbe infatti l’applicazione di tariffe senza il consenso del Congresso. I tre giudici del tribunale hanno annullato le tariffe imposte, in particolare quelle del 2 aprile scorso, durante il cosiddetto “liberation day”, e quelle applicate contro Messico, Canada e Cina nei mesi successivi.
Casi distinti e il ruolo del congresso
Il procedimento ha coinvolto due casi distinti riguardanti l’uso dei poteri presidenziali in materia di dazi commerciali. Il punto centrale è stato stabilire se il presidente possa agire senza passare da Camera e Senato. La sentenza ha chiarito che tale autorità non è conferita automaticamente dall’ieepa e che l’intervento del Congresso è necessario per l’imposizione legittima di misure tariffarie. Per questo motivo, le tariffe decise da trump in modo unilaterale risultano illegali e devono essere revocate.
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Reazioni contrastanti: borsa in rialzo e crisi politica negli Stati Uniti
La decisione della corte ha avuto effetti immediati sull’economia e sulla politica americana. Le borse hanno reagito con un aumento, evidenziando l’effetto positivo della rimozione delle barriere commerciali. Tuttavia, la sentenza ha peggiorato il clima politico interno, suscitando forti polemiche nella Casa Bianca.
I portavoce del presidente trump l’hanno definita un “golpe giudiziario”, sostenendo che i giudici non eletti non dovrebbero interferire nelle scelte di politica economica considerate “emergenze nazionali”. La reazione della Casa Bianca è stata dura e immediata: è stato annunciato ricorso contro la decisione, ritenuta una minaccia alla libertà politica degli Usa.
Il clima si è acceso in particolare perché le tariffe erano state applicate anche per contrastare il traffico di fentanyl proveniente dal Messico, un problema sentito dall’amministrazione trump. Eliminare queste misure rischia di indebolire le strategie messe in campo per combattere questioni di sicurezza e salute pubblica secondo la Casa Bianca.
Le mosse di pechino e le implicazioni per i rapporti con la cina
Non è tardata la risposta cinese alla sentenza americana. Il ministero del commercio di Pechino ha subito chiesto la cancellazione totale dei dazi imposti unilateralmente dagli Stati Uniti, definendoli “ingiustificati”. La decisione della corte è stata presentata come un richiamo alla necessità di riportare “razionalità” nelle relazioni internazionali, evitando politiche commerciali aggressive.
Una fase delicata nei rapporti sino-americani
Peccato che i rapporti tra Usa e Cina, complicati da anni di tensioni, mostrino segni di apertura dopo i recenti colloqui a Ginevra. La sentenza potrebbe favorire una rapida cancellazione delle contromisure cinesi, ma rimangono incerte le prospettive a causa delle difficoltà su altri fronti diplomatici.
Questa mossa di Pechino arriva in un momento delicato, perché l’amministrazione trump si prepara a ribattere in sede legale e politica. La sentenza rischia di modificare profondamente le dinamiche commerciali tra le due superpotenze, rallentando eventuali accordi e compromessi.
Europa e stati uniti: un incontro rimandato e nuove tensioni nelle trattative
L’Europa segue da vicino le conseguenze della sentenza. Proprio nel momento in cui Usa e Ue stavano per avviare un incontro importante, forse a Roma con la mediazione della premier Giorgia Meloni, la decisione della corte blocca tutto. I colloqui tra il vicepresidente americano JD Vance e la presidente della commissione europea Ursula von der Leyen avevano avviato una stagione di trattative telefoniche con l’obiettivo di sospendere i dazi fino al 9 luglio 2025.
Ora la situazione torna incerta. Gli Stati Uniti preparano una risposta legale per annullare la sentenza, mentre le trattative si fermano in attesa di capire l’evoluzione del quadro giudiziario. L’Europa si trova così al centro di un nodo delicato, fra la volontà di rilanciare il commercio internazionale e i vincoli imposti dal contenzioso americano.
Questa fase riflette la complessità delle relazioni transatlantiche nel 2025, sospese fra dialogo e contrasti, con effetti concreti sulle imprese, sui consumatori e sulla politica commerciale globale. La sentenza della Corte federale del commercio aggiunge un elemento di incertezza che pesa sulle strategie di tutti gli attori coinvolti.