La corte di cassazione chiarisce i criteri per l’assegno divorzile in base all’età e alle opportunità lavorative

La corte di cassazione civile, con l’ordinanza del 2025, stabilisce che l’assegno divorzile non è automatico e dipende dalla capacità dell’ex moglie di sostenersi autonomamente.
La Corte di Cassazione nel 2025 ha stabilito che l’assegno divorzile non è automatico e può essere negato se l’ex coniuge, giovane e con capacità lavorative, può mantenersi autonomamente, sottolineando l’importanza della responsabilità personale nel post-divorzio. - Unita.tv

L’assegno divorzile dipende da condizioni precise e circostanze valutate attentamente dai giudici. Non basta il solo stato di separazione o il patrimonio dell’ex coniuge perché venga concesso il contributo economico. Nel 2025, la corte di cassazione civile si è espressa su un caso importante, stabilendo che l’assegno non va riconosciuto se l’ex moglie, giovane e con capacità lavorative, può autonomamente sostenersi. Il recente pronunciamento riporta all’attenzione l’importanza di una posizione responsabile post-divorzio, soprattutto di fronte a scelte personali che riguardano il lavoro e la gestione della propria indipendenza.

Il ruolo della corte di cassazione nella valutazione dell’assegno divorzile

Il 16 aprile 2025, con l’ordinanza numero 10035, la corte di cassazione civile ha fornito indicazioni precise per la concessione dell’assegno divorzile. La sentenza riguarda un caso in cui una ex moglie, pur avendo diritto potenziale al mantenimento, è stata considerata in posizione di responsabilità per la propria condizione economica. Secondo la corte, la giovane età e la capacità di trovare un lavoro compatibile con le proprie competenze sono fattori determinanti.

L’ordinanza smentisce la prassi di considerare automaticamente l’ex coniuge come persona da sostenere, anche in presenza di un ex marito benestante. La donna, che ha un titolo di studio e può inserirsi nel mercato del lavoro, deve mostrare impegno nel cercare una propria autonomia. Lo status di giovane laureata crea un presupposto per l’esclusione dall’assegno, qualora dimostri scelte che non favoriscono l’inserimento professionale e l’indipendenza economica.

I presupposti concreti e le responsabilità nella richiesta dell’assegno

Per ricevere l’assegno divorzile, occorre che i presupposti siano reali e concreti. Nel caso analizzato dalla corte, l’ex moglie aveva rifiutato diverse offerte di lavoro proposte dall’ex marito, giudicandole mal pagate. La donna aveva 30 anni al momento del divorzio, era laureata e aveva anche una recente esperienza lavorativa nella ditta di famiglia.

Questi elementi hanno portato a ritenere che l’ex coniuge potesse trovare un’occupazione senza eccessive difficoltà. La corte ha sottolineato che la mancata accettazione di tali opportunità configurava un atteggiamento di “irresponsabilità” verso la propria posizione economica. L’assegno, quindi, non può essere percepito come un sostegno passivo ma deve essere correlato a una reale impossibilità di mantenimento autonomo dell’ex coniuge.

La situazione familiare e l’impatto sulle decisioni dei giudici

Il matrimonio era durato cinque anni, un periodo che secondo i giudici lascia spazio a chi si separa per trovare una nuova stabilità economica. In questo arco di tempo, l’ex moglie avrebbe potuto costruire una base per la propria indipendenza.

Infatti, la donna viveva presso i genitori, senza sfruttare l’abitazione di proprietà destinata ai figli minorenni, rispettivamente di 13 e 15 anni. Questa scelta ha influito sulla valutazione del giudice riguardo all’obbligo di sostegno. Anche il contributo di 800 euro per ciascun figlio, versato dall’ex marito, può subire modifiche se la situazione cambia. Lo stato di vita e le scelte personali della donna hanno avuto un peso nel rigetto della richiesta dell’assegno.

La sentenza pone l’accento sul dovere di responsabilità di chi si separa, soprattutto quando si dispone di risorse e competenze per il reinserimento lavorativo. In assenza di condizioni economiche oggettive che giustifichino il sostentamento, i tribunali guardano con attenzione all’attitudine dell’ex coniuge verso la propria autonomia.

La decisione della corte di cassazione del 2025 ribadisce le direttive che ogni giudice deve seguire per evitare concessioni non giustificate dell’assegno divorzile, garantendo un equilibrio tra tutela dei figli e responsabilità personali.