La chiesa italiana rilancia l’appello per la pace in Medio Oriente e Ucraina e il rispetto dei diritti umanitari
La Conferenza Episcopale Italiana, guidata dal cardinale Matteo Maria Zuppi, affronta temi urgenti come i conflitti in Medio Oriente e Ucraina, sottolineando l’importanza del diritto internazionale umanitario e della pace.

La Conferenza Episcopale Italiana, guidata dal cardinale Zuppi, ha convocato una sessione straordinaria a Roma per promuovere la pace nei conflitti in Medio Oriente e Ucraina, ribadire il rispetto del diritto umanitario e affrontare temi etici come il fine vita, sottolineando l’importanza del dialogo, della tutela della vita e delle cure palliative. - Unita.tv
La nuova sessione straordinaria del Consiglio Permanente della Conferenza Episcopale Italiana si è aperta a Roma affrontando temi urgenti legati ai conflitti in corso, in particolare in Medio Oriente e Ucraina. Il cardinale Matteo Maria Zuppi, presidente della CEI, ha sottolineato l’importanza del rispetto del diritto internazionale umanitario e dell’accesso agli aiuti per le popolazioni coinvolte. Nel contesto di una crisi che non accenna a diminuire, la chiesa italiana ribadisce la sua missione di promuovere il dialogo e la pace, oltre a mettere al centro della discussione le questioni morali e sociali legate alla difesa della vita.
L’appello urgente per la pace e il rispetto del diritto umanitario
Il Consiglio Permanente della CEI ha dato il via ai lavori con un’attenzione particolare ai conflitti armati che ancora minacciano la stabilità di molte regioni. Il cardinale Zuppi si è rivolto direttamente ai governi coinvolti, affinché garantiscano un accesso senza ostacoli agli aiuti umanitari nella Striscia di Gaza, dove la situazione umanitaria continua a peggiorare. Ha ricordato la necessità di rispettare il «diritto internazionale umanitario», per evitare che civili, in particolare bambini, anziani e malati, paghino il prezzo più alto di queste guerre. L’emergenza nella zona, come detto da Papa Prevost durante una recente udienza generale, si fa sempre più grave, con popolazioni affamate e ferite che cercano aiuto senza riceverlo in tempo.
Attenzione anche al conflitto ucraino
Questo appello non si limita solo al Medio Oriente. La chiesa rivolge lo stesso richiamo alla comunità internazionale per il conflitto in Ucraina. In entrambi i casi, il cardinale Zuppi sostiene che ogni sforzo deve essere diretto a salvaguardare la vita umana e promuovere un dialogo sincero tra le parti in causa. La richiesta è di interrompere immediatamente le ostilità e di porre la protezione dei diritti come priorità inderogabile per la comunità internazionale.
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Il ruolo della chiesa nel promuovere il dialogo e la soluzione del conflitto
Il cardinale Zuppi ha ribadito che la chiesa deve mantenere ferma la sua vocazione di promotrice del dialogo, in particolare nelle crisi più lunghe e complesse, come quella israelo-palestinese. La soluzione del “due popoli, due Stati” resta la strada indicata per raggiungere una pace duratura. Nel mentre la tensione si alza continuamente, l’invito è a mantenere aperti i canali diplomatici, in modo da esplorare ogni possibile mediazione.
Iniziativa della santa sede per i negoziati
La proposta di ospitare negoziati in Vaticano, avanzata da Papa Leone XIV, segna un tentativo di offrire una sede neutrale per la ripresa dei colloqui. Nonostante le resistenze, incluso il rifiuto di Vladimir Putin a riconoscere il Vaticano come luogo adatto per trattative con l’Ucraina, la CEI conferma l’impegno a favorire ogni iniziativa finalizzata a costruire una “pace giusta e sicura”. Questo approccio si basa sulla convinzione che solo attraverso la mediazione e l’ascolto reciproco si può sperare di superare l’oscurità e l’incertezza che avvolgono questi scenari.
L’attenzione della chiesa non si limita alla diplomazia, ma ha un volto umano che ricorda sempre le sofferenze delle persone comuni, costrette a vivere in zone di guerra. Il governo israeliano è stato indicato come interlocutore chiave per permettere che gli aiuti raggiungano la Striscia di Gaza senza restrizioni, un punto essenziale per alleviare le condizioni di chi più soffre.
Le nuove frontiere del magistero di papa leone xiv e il cammino verso la comunione
La sessione della CEI si è svolta in un momento di grande rilievo per la chiesa cattolica, alle prese con l’inizio del pontificato di papa Leone XIV. Il cardinale Zuppi ha messo in evidenza come questo nuovo magistero si caratterizzi per un forte richiamo alla comunione e all’unità, temi che emergono già dai primi discorsi e dai gesti del pontefice proveniente dalle Americhe. L’apertura verso il mondo contemporaneo, unita a una forte fedeltà alla dottrina, definisce un percorso che la Chiesa intende seguire con determinazione.
Appuntamento chiave per la Conferenza Episcopale Italiana
La data del 17 giugno 2025, quando papa Leone XIV incontrerà la Conferenza Episcopale Italiana, si annuncia come un momento importante per consolidare questo spirito di comunione. Il cardinale Zuppi ha richiamato i vescovi a lavorare insieme per rifondare le basi della convivenza civile soprattutto in Europa, ponendo al centro non solo diritti formali o norme burocratiche, ma la difesa concreta della persona come valore irrinunciabile, in rapporto costante con la comunità.
Il ponte verso questa visione passa dal riaffermare un modello di società che sappia tenere insieme, nella pratica, la protezione della vita e la promozione di relazioni umane rispettose. La Chiesa vuole andare oltre la mera critica per proporre occasioni di incontro, relazione e, appunto, pace.
Fine vita, dialogo aperto e appello per una legge che tuteli malati e persone fragili
Tra i temi affrontati in Consiglio, la questione del fine vita si conferma delicata e complessa. Il cardinale Zuppi ha richiamato le recenti decisioni della Corte Costituzionale, rimarcando l’esigenza che le politiche pubbliche mettano al centro la cura, il sostegno e l’accompagnamento di chi affronta malattie gravi. Ha sottolineato l’importanza delle cure palliative come unica strada da seguire per rispondere alla sofferenza senza abbandonare nessuno.
Questa visione esclude il riconoscimento di un “diritto alla morte” e punta invece su un modello di assistenza che includa tutto il sistema sanitario nazionale. L’invito rivolto al Parlamento è di varare una legge che prenda carico delle situazioni di grave sofferenza e assicuri un approccio umano e responsabile. L’orizzonte resta quello indicato dal Vangelo della Vita, un richiamo che la chiesa considera centrale nel suo messaggio.
La CEI si presenta così come un interlocutore attento e pronto a dialogare con le istituzioni, portando sul tavolo temi etici e sociali che riguardano la vita quotidiana di migliaia di persone. La discussione sul fine vita rappresenta un importante banco di prova per la società italiana, chiamata a confrontarsi con scelte complesse ma inderogabili.