Jon allen e il ritorno del pop d’autore tra nostalgie e nuove sensibilità musicali nel 2025
L’articolo esplora l’evoluzione della musica pop e rock in Italia e nel mondo, evidenziando la crisi di originalità attuale e il contributo distintivo del cantautore Jon Allen.

L'articolo analizza l'evoluzione della musica pop e rock dagli anni '70 a oggi, evidenziando la crisi di originalità contemporanea e mettendo in luce il cantautore inglese Jon Allen, che rinnova con eleganza il pop classico in un panorama musicale dominato da nostalgia e ripetitività. - Unita.tv
Negli ultimi decenni il panorama musicale ha attraversato molte trasformazioni, tra picchi creativi e fasi di stanca. In Italia e nel mondo la musica pop e rock ha vissuto momenti di grande fermento negli anni Settanta e Ottanta, con artisti capaci di lasciare un segno indelebile. Oggi, invece, molti denunciano una crisi di originalità e freschezza. Tra nostalgie e produzioni ripetitive torna a farsi spazio un songwriter inglese che, con i suoi album dal 2009, rivisita in modo personale e moderno le atmosfere del pop classico: Jon Allen. Questo testo indaga il suo percorso e il contesto generale in cui si inserisce.
L’evoluzione della musica pop e rock dagli anni 70 agli anni 2000 in italia e nel mondo
Gli anni Settanta hanno rappresentato un periodo di grande vitalità per la musica, segnato dall’esplosione di molteplici generi e da artisti che hanno conquistato le classifiche e il pubblico. In Italia, la scena dei cantautori, spesso impegnati politicamente, si affermò sia come voce culturale che di spettacolo di grande richiamo. Questo fermento continuò negli anni Ottanta, ma già in quel decennio si percepiva un calo della creatività, soprattutto nel rock mainstream.
Nel 1985 il filone rock iniziò a perdere slancio, mentre la world music prese piede. Artisti come Paul Simon e Peter Gabriel importarono sonorità africane e internazionali, fondendole con il rock. Questo mix si diffuse anche nel nostro paese, con interpreti come Fabrizio De André, Mauro Pagani e Ivano Fossati che diedero vita a produzioni di quel genere, capaci di aggiungere nuovi colori al già variegato panorama musicale.
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Dopo questa stagione, la musica pop e rock ha mostrato maggiore staticità: molte produzioni hanno adottato formati ripetitivi, come raccolte antologiche o versioni alternative di brani noti. Molti grandi nomi, come Elton John, Van Morrison, i Rolling Stones e altri ancora sono rimasti in attività riproponendo il proprio repertorio storico, ma senza innovare realmente. Anche i cantautori italiani più famosi sono in gran parte rimasti ancorati a schemi consolidati, senza proporre svolte decisive.
La scena musicale contemporanea e la sfida delle nuove generazioni
Nell’attuale panorama i cosiddetti “dinosauri” della musica spesso si esibiscono per un pubblico nostalgico, mentre le giovani generazioni emergenti faticano a imporsi con identità solide e storie personali riconoscibili. Molti artisti contemporanei si trovano immersi in una musica commerciale, percepita come priva di profondità e originalità.
Una voce fuori dal coro è quella di Walter Muto, musicista e commentatore, che ha sottolineato in rete la difficoltà di trovare oggi un pop ben costruito che sappia combinare melodia e sostanza.
Questo scenario rende ancora più sorprendente l’attività di Jon Allen, un cantautore inglese poco noto al grande pubblico ma molto apprezzato dagli addetti ai lavori. Con i suoi album dal 2009, Allen propone un repertorio che si rifà al pop dei grandi classici ma con una personalità propria e raffinata, spingendo ad una riflessione sul valore delle canzoni ben scritte nell’era moderna.
Jon allen, la riscoperta del pop elegante e senza eccessi
Jon Allen è un musicista che ha mantenuto un profilo basso, senza seguire strategie di marketing aggressive. Non si conoscono molti dettagli biografici, nemmeno la sua età precisa, ma i suoi album parlano chiaro: si tratta di un autore che riprende con naturalezza elementi e atmosfere tipiche dei grandi interpreti del pop rock soul degli ultimi cinquant’anni.
Il suo primo disco, “Dead man’s suit” del 2009, suscitò notevoli consensi per le sue ballate dal tono fumoso e intenso, accompagnate da strumenti come l’organo Hammond. Critici come Paolo Vites lo definirono “uno dei dischi migliori” di quell’anno, sottolineando la voce calda e le melodie che sembrano ispirarsi ai grandi del passato senza mai scadere nel plagio.
Negli album successivi come “Sweet Defeat”, “Deep River” e “Blue Flame” Allen ha proseguito questa linea di composizioni curate, con arrangiamenti che richiamano il miglior Bacharach e melodie di un pop senza fronzoli, diretto e immediato. La sua musica evoca nomi come Beatles, Van Morrison, James Taylor, Rod Stewart e Elton John, con una semplicità che conquista e lascia un’emozione duratura.
Il suo nuovo disco “Seven dials” accentua l’attenzione sulle ballate, con un’atmosfera più rarefatta ma sempre riconoscibile. Allen evita ogni ricerca di notorietà esplosiva, preferendo offrire brani onesti e ben fatti, che si rivolgono a chi cerca momenti di ascolto genuino.
Sanremo e la situazione dell’industria musicale in italia nel 2025
Un segnale importante nel mondo della musica italiana è il rinnovo dell’accordo per il festival di Sanremo in Rai fino al 2028. Questa scelta conferma il ruolo centrale che l’evento riveste nel panorama musicale nazionale. Curiosamente, grandi gruppi televisivi come Mediaset e Discovery hanno deciso di non partecipare al bando per la trasmissione, evidenziando alcune tensioni legate ai cambiamenti dell’industria.
Questo contesto di scelte e divisioni è specchio di una scena che vive momenti di trasformazione importanti, tra eventi consolidati e media che ridisegnano i propri spazi. I risultati si riflettono anche nella varietà degli artisti emergenti e nelle tendenze musicali proposte al pubblico.
Sanremo resta dunque un punto di riferimento che permette anche agli artisti meno noti di farsi conoscere, attraverso spettacoli e sfide che richiamano milioni di telespettatori. L’attenzione resta alta anche sul modo in cui i cantautori e i songwriter italiani manterranno vivo quel filone di musica d’autore che ha caratterizzato la seconda metà del Novecento.
La musica tra nostalgie e nuova creatività: un bilancio aperto
Il panorama musicale contemporaneo offre contrasti evidenti. Da un lato ci sono i protagonisti storici che tornano regolarmente in tour puntando sull’eredità del loro passato, dall’altro emergono nuovi artisti spesso influenzati da modelli mainstream e ritmi veloci, con meno attenzione per la costruzione di brani duraturi.
In questo scenario, Jon Allen rappresenta un caso interessante di chi sceglie una strada diversa, riportando a nuovo splendore convenzioni classiche del pop con una scrittura essenziale e senza artifici. La sua musica sembra un ponte tra l’esperienza di una lunga tradizione e la sensibilità dei nostri giorni.
L’attenzione per artisti di questo tipo può aprire nuove opportunità di ascolto per chi è alla ricerca di contenuti che sappiano coinvolgere senza rinunciare a qualità e autenticità. Di certo testimonia come la musica continui a nutrirsi del passato per rinnovarsi, anche quando i tempi appaiono meno favorevoli.